L'arsenale didattico: materiali e tecniche Capitolo 3.1: differenze tra le versioni

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I fattori di efficacia delle esercitazioni consistono nella capacità di guidare il gruppo, di stimolare la partecipazione di tutti, di riuscire a promuovere lo scambio di idee e pareri, finalizzando l’attività in modo che non venga percepita come un banale “gioco” fine a se stesso. In questa [[Media:Dispensa Tool2.pdf|Dispensa Tool2]] viene presentata una serie di 'diavolerie didattiche' proposte da [http://www.francescomuzzarelli.it/ Francesco Muzzarelli] docente del corso: [http://www.biblioteche.unibo.it/portale/eventi/la-didattica-della-ricerca-documentale-il-bibliotecario-formatore "La didattica documentale: il bibliotecario formatore"] utili per vivacizzare l'aula in apprendimento e risvegliare interesse e partecipazione oltre che per fissare i contenuti.
I fattori di efficacia delle esercitazioni consistono nella capacità di guidare il gruppo, di stimolare la partecipazione di tutti, di riuscire a promuovere lo scambio di idee e pareri, finalizzando l’attività in modo che non venga percepita come un banale “gioco” fine a se stesso. Nella dispensa [[Media:Dispensa Tool2.pdf|Tool2]] di [http://www.francescomuzzarelli.it/ Francesco Muzzarelli], docente del corso [http://www.biblioteche.unibo.it/portale/eventi/la-didattica-della-ricerca-documentale-il-bibliotecario-formatore La didattica documentale: il bibliotecario formatore], viene presentata una serie di "diavolerie didattiche" ovvero di strategie utili sia per vivacizzare l'apprendimento in aula - risvegliando interesse e partecipazione - sia per fissare i contenuti.


È preferibile lavorare su casi concreti per far sì che gli studenti afferrino immediatamente il ritorno positivo che può avere un corso di Information Literacy.  È sconsigliabile l’uso di materiali didattici statici come i power point che, se da una parte offrono un filo conduttore al bibliotecario, dall’altra impediscono di seguire il percorso che potrebbe nascere spontaneamente dall’aula.
È preferibile lavorare su casi concreti per far sì che gli studenti afferrino immediatamente il ritorno positivo che può avere un corso di ''information literacy''.  È sconsigliabile l’uso di materiali didattici troppo "statici" (p.es. le presentazioni in PowerPoint molto testuali con tempistiche di presentazione prestabilite, ecc.) che, se da una parte offrono un filo conduttore al bibliotecario, dall’altra impediscono di seguire il percorso che potrebbe nascere spontaneamente dall’aula.
   
   
Potrebbe essere vantaggioso utilizzare brevi parti di film o documentari, oppure giochi per mostrare quali esiti può avere una buona ricerca. Sottolineare la possibilità di ricordare i contenuti del corso anche attraverso l’uso del Tutorial disponibile nel sito Unibo.
Potrebbe essere vantaggioso utilizzare brevi parti di film o documentari, oppure attività ludiche per mostrare quali esiti può avere una buona ricerca ([[Esempi]]).  


='''Esempi'''=
Si ricorda che alcuni contenuti tipici di un corso di ''information literacy'' sono disponibili per gli utenti Unibo nel tutorial presente sul Portale delle Biblioteche.


=='''Problem solving'''==
='''Esempi [CAPITOLO A PARTE?]'''=


Individuare argomenti di ricerca che, per le possibili risposte controverse, possano risultare di più interessante soluzione.
=='''La tecnica del ''problem solving'''''==


'''Argomento''': esiste un nesso tra vaccinazioni ed autismo?
Una tecnica per stimolare l’interesse della platea sulle modalità di ricerca più affidabili è quella di individuare argomenti di ricerca controversi come nell’esempio che segue.


Per rispondere a questa domanda di ricerca occorrerà chiedersi quali fonti privilegiare, tenendo conto che in ambito accademico è bene preferire risorse che si  basano su evidenza scientifica documentata. Delle informazioni recuperate considerare:  
'''P.es.: Argomento''': esiste un nesso tra vaccinazioni ed autismo?


*la coerenza
1. Per rispondere a questa domanda di ricerca occorre chiedersi quali fonti privilegiare, tenendo conto che in ambito accademico è raccomandabile privilegiare le risorse che si basano su evidenza scientifica documentata. Delle informazioni recuperate considerare:
*l'accuratezza
*la copertura
*l'aggiornamento
*la verificabilità
*presenza di riferimenti bibliografici


A prova che è necessario fare quanto sopradescritto, vediamo cosa si ottiene se invece si parte da un motore di ricerca come Google.
*la coerenza;
*l'accuratezza;
*la copertura;
*l'aggiornamento;
*la verificabilità;
*la presenza di riferimenti bibliografici.


Cercando autismo e vaccini su google.it, nella prima pagina vengono restituiti risultati di tipo giornalistico, una voce di Wikipedia in italiano ed altri non verificati.
2. Per confermare l’opportunità di utilizzare fonti autorevoli, confrontare i risultati con quelli restituiti da un motore di ricerca web (es. Google).
[[File:Google autismo vaccini.jpg|miniatura|centro|google.it: ricerca con <i>autismo</i> + <i>vaccini</i>]]<br>
 
Utilizzando invece autism e vaccine sulle principali banche dati utilizzate in ambito accademico l'origine della supposta correlazione tra vaccinazioni ed autismo risulta essere data da [http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2897%2911096-0/fulltext Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children], un articolo pubblicato su The Lancet nel 1998 ma ritirato nel 2010. A gennaio 2014.
P.es.: utilizzando i termini di ricerca “autismo” e “vaccini” in google.it, nella prima pagina vengono restituiti risultati di tipo giornalistico, una voce di Wikipedia in italiano ed altre occorrenze non verificate:
A gennaio 2014 le principali banche dati utilizzate in ambito accademico ne riportano:
 
[[File:Google autismo vaccini.jpg|miniatura|centro|google.it: risultato della ricerca con i termini  <i>autismo</i> + <i>vaccini</i>]]<br>
 
Utilizzando invece i termini ''autism'' e ''vaccine'' sulle principali banche dati utilizzate in ambito accademico, l'origine della supposta correlazione tra vaccinazioni ed autismo risulta essere riportata solo dall'articolo [http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2897%2911096-0/fulltext Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children], pubblicato su '''The Lancet''' nel 1998 ma ritirato nel 2010. Dopo il ritiro, nel 2011 il giornalista d'inchiesta Brian Deer ha pubblicato una serie di articoli sul [http://www.bmj.com/content/342/bmj.c5347 British Medical Journal] che riepilogavano questa vicenda di ''[http://en.wikipedia.org/wiki/Scientific_misconduct Scientific Misconduct]''. Nel frattempo sono state pubblicate altre ricerche che non hanno confermato la tesi dell'articolo pubblicato su '''The Lancet'''. A gennaio 2014 le principali banche dati utilizzate in ambito accademico ne riportano i seguenti indici citazionali:
   
   
*Google scholar: [http://scholar.google.it/scholar?cites=14182091522304930037&as_sdt=2005&sciodt=0,5&hl=it 1812 citazioni];
*[http://scholar.google.it/scholar?cites=14182091522304930037&as_sdt=2005&sciodt=0,5&hl=it Google scholar]: 1812 citazioni;
*[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/pmid/9500320/citedby/?page=6 PubMed]: 162.
*[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/pmid/9500320/citedby/?page=6 PubMed]: 162 citazioni;
*[http://apps.webofknowledge.com/full_record.do?product=UA&search_mode=Refine&qid=18&SID=V1HpNNoO9q1zSR8aX1K&page=4&doc=32 Web of Science]:874.
*[http://apps.webofknowledge.com/full_record.do?product=UA&search_mode=Refine&qid=18&SID=V1HpNNoO9q1zSR8aX1K&page=4&doc=32 Web of Science]: 874 citazioni;
*[http://www.scopus.com/results/results.url?sort=plf-f&src=s&nlo=&nlr=&nls=&sid=536CFA7C89DA705970FE5A1ADFE10575.fM4vPBipdL1BpirDq5Cw%3a480&sot=aut&sdt=cl&cluster=scopubyr%2c%221998%22%2ct&sl=17&s=AU-ID%287101892622%29&origin=resultslist&zone=leftSideBar&txGid=536CFA7C89DA705970FE5A1ADFE10575.fM4vPBipdL1BpirDq5Cw%3a48 Scopus] non indicizza l'articolo.
*[http://www.scopus.com/results/results.url?sort=plf-f&src=s&nlo=&nlr=&nls=&sid=536CFA7C89DA705970FE5A1ADFE10575.fM4vPBipdL1BpirDq5Cw%3a480&sot=aut&sdt=cl&cluster=scopubyr%2c%221998%22%2ct&sl=17&s=AU-ID%287101892622%29&origin=resultslist&zone=leftSideBar&txGid=536CFA7C89DA705970FE5A1ADFE10575.fM4vPBipdL1BpirDq5Cw%3a48 Scopus]: articolo non indicizzato.


Si possono considerare le diverse risposte delle banche dati e da queste partire per indicare i diversi gradi di copertura disciplinare e quantitativa. Nel 2011, dopo il ritiro dell'articolo in questione (2010) il giornalista d'inchiesta Brian Deer ha pubblicato una serie di articoli nel [http://www.bmj.com/content/342/bmj.c5347 British Medical Journal] riepilogando una vicenda di ''[http://en.wikipedia.org/wiki/Scientific_misconduct Scientific Misconduct]''. Nel frattempo sono state pubblicate altre ricerche che non hanno confermato la tesi dell'articolo pubblicato su The Lancet.
3. Avvalersi dei differenti risultati ottenuti con le diverse banche dati per indicarne i gradi di copertura disciplinare, temporale e geografica.


Partendo da una questione si possono così considerare diversi aspetti della ricerca bibliografica:
Partendo quindi da una questione problematica si possono considerare i seguenti aspetti della ricerca bibliografica:


*Scelta dei database
*scelta dei database;
*Tecnica di ricerca
*tecnica di ricerca;
*Valutazione dei risultati
*valutazione dei risultati.


=='''Caso concreto'''==
=='''Il caso concreto'''==


Una strategia efficace e sperimentata consiste nel partire da un caso concreto di una ricerca da eseguire illustrando le varie fasi del percorso e proponendo una esercitazione ad hoc per ciascuna fase:
Una strategia efficace e sperimentata consiste nel partire da un caso concreto (p.es. una ricerca da impostare) illustrando le varie fasi del percorso e proponendo una esercitazione ad hoc per ciascuna fase:


*delimitazione dell’argomento;
*delimitazione dell’argomento;
*formulazione del quesito di ricerca,
*formulazione del quesito di ricerca;
*identificazione dei termini da utilizzare,
*identificazione dei termini da utilizzare;
*identificazione delle fonti,
*identificazione delle fonti;
*analisi dei risultati
*analisi dei risultati.
 
Per favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, gli studenti, saranno organizzati in equipe di dimensioni ridotte (massimo quattro/cinque studenti per gruppo). Ad ogni gruppo andrà assegnato un argomento di ricerca. Si possono fornire delle proposte (lista di possibili argomenti collegati alla disciplina di riferimento) o far proporre gli argomenti/temi dagli studenti stessi.
 
Molto utile è la collaborazione con i docenti per trovare degli esempi effettivamente attinenti agli argomenti trattati in aula.
 
Dal momento che la messa a fuoco del tema di ricerca e la formulazione del quesito relativo è una delle fasi più delicate e quella in cui gli studenti incontrano maggiori difficoltà, è consigliabile lavorare molto in aula su questo punto.
 


I gruppi dovrebbero essere piccoli, massimo quattro/cinque studenti, per favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti. Ad ogni gruppo andrà assegnato un argomento di ricerca.
=='''Il diario di ricerca'''==
Si possono fornire delle proposte (lista di possibili argomenti ovviamente collegati alla disciplina di riferimento) o far proporre gli argomenti/temi dagli stessi studenti. Molto utile è la collaborazione con i docenti per trovare degli esempi effettivamente attinenti da un punto di vista tematico.
Dal momento che la messa a fuoco del tema di ricerca e la formulazione del quesito relativo è una delle fasi più delicate e quella in cui gli studenti incontrano maggiori difficoltà, è consigliabile lavorare molto in aula su questo.


Fornire un modello di diario della ricerca per le esercitazioni in aula o a casa, permette agli studenti di tenere traccia delle tappe del percorso.
Una simile esercitazione può essere proposta a livello sia individuale che di gruppo anche se nella seconda modalità risulta più efficace in quanto stimola l’apprendimento collaborativo e il confronto.


=='''Diario di ricerca'''==
Lo schema da proporre per tale diario potrebbe essere il seguente:
E’ bene fornire per le esercitazioni in aula o a casa un modello di “diario della ricerca” in modo che gli studenti possano tenere traccia delle tappe del percorso. Lo schema da proporre per tale diario potrebbe essere il seguente:


1) Quesito di ricerca da svolgere:<br/>
1) Quesito di ricerca da svolgere:<br/>
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3) Elenco delle fonti consultate. Per ciascuna fonte indicare il tipo di ricerca svolto (es. per campi, per liste, thesaurus, ecc.): <br/>
3) Elenco delle fonti consultate. Per ciascuna fonte indicare il tipo di ricerca svolto (p.es. per campi, per liste, tramite thesaurus, ecc.): <br/>


Fonte n. 1 : ________________________________________________ <br/>
Fonte n. 1 : ________________________________________________ <br/>
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Fonte n. 6 : ________________________________________________ <br/>
Fonte n. 6 : ________________________________________________ <br/>
   
   
4) Descrizione dell’attività di ricerca (spiegare in massimo due pagine qual è stata praticamente la propria strategia di ricerca, i motivi delle proprie scelte ed eventuali difficoltà incontrate. <br/>
4) Descrizione dell’attività di ricerca (spiegare in massimo due pagine quale è stata praticamente la propria strategia di ricerca, i motivi delle proprie scelte ed eventuali difficoltà incontrate). <br/>


5) Selezione e citazione completa dei documenti ritenuti più pertinenti (massimo 10):<br/>
5) Selezione e citazione completa dei documenti ritenuti più pertinenti (massimo 10):<br/>
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6) Redigere un abstract di massimo x caratteri dei primi tre documenti più pertinenti:<br/>
6) Redazione di un abstract di massimo xxx caratteri per i primi tre documenti più pertinenti:<br/>
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All’interno di ciascun gruppo è bene far nominare un portavoce che al termine dell’esercitazione esporrà in aula il percorso seguito, le principali difficoltà incontrate e i risultati ottenuti.


E’ importante fissare in anticipo dei tempi precisi per la durata sia dell’esercitazione che dell’esposizione successiva e farli rispettare.
Far nominare un portavoce per ogni gruppo che al termine dell’esercitazione esporrà in aula il percorso seguito, le principali difficoltà incontrate e i risultati ottenuti.


Questo modo di procedere è molto efficace perché permette agli studenti di confrontarsi tra loro imparando gli uni dagli altri e allo stesso tempo consente al docente d’intervenire integrando con un supplemento di spiegazioni mirate quanto ancora non risulta chiaro o ben assimilato. Inoltre per il docente rappresenta l’occasione di ricevere un ottimo ed immediato feedback di quanto è stato compreso e di quanto invece ancora non è stato ben recepito.
E’ importante fissare in anticipo – e far poi rispettare - dei tempi precisi sia per la durata dell’esercitazione che per quella dell’esposizione successiva.


Particolarmente utile a tal fine è la rilettura dei diari della ricerca dalla quale si può evincere cosa, come e in che misura sono stati realmente compresi e fatti propri i concetti e i metodi di ricerca proposti in aula.
Questo modo di procedere è molto efficace perché permette agli studenti di confrontarsi tra loro imparando gli uni dagli altri e allo stesso tempo consente al docente d’intervenire integrando con un supplemento di spiegazioni mirate quanto ancora non risulta chiaro o ben assimilato. Inoltre per il docente rappresenta l’occasione di ricevere un immediato feedback di quanto è stato compreso e di quanto invece ancora non è stato ben recepito.


Una simile esercitazione comunque può essere proposta anche a livello individuale, ma condotta in gruppo risulta più efficace in quanto stimola l’apprendimento collaborativo e il confronto.
Particolarmente utile a tal fine è la rilettura dei diari della ricerca dai quali si può evincere cosa, come e in che misura sono stati realmente compresi e fatti propri i concetti e i metodi di ricerca proposti in aula.  
                                              
                                              
=='''Caccia al tesoro'''==
=='''Caccia al tesoro'''==
   
   
'''Partecipanti''': suddivisi in gruppi da 5/6 persone massimo.
Suddividere i partecipanti in gruppi di5/6 persone massimo e fornire loro delle bibliografie con un massimo di 10 documenti citati tra libri, saggi, riviste, ecc.
'''Materiale''': bibliografie con un massimo di 10 documenti citati ( libri, saggi, riviste, non  disponibili in formato elettronico e presenti in diverse sezioni della biblioteca; vedi esempio a seguire) per cui occorre indicare collocazione recuperata a catalogo.
Per i documenti citati occorre indicare la collocazione recuperata a catalogo.
Completata la localizzazione e conseguente raccolta dei materiali, ci si ritrova per verificare la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto recuperato.<br/>
Completata la localizzazione e il conseguente recupero, si verifica la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto recuperato.<br/>


Esempio bibliografia:<br/>
Esempio bibliografia:<br/>
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Prato, Paolo (2012), Musica e politica all’italiana: la lezione del Risorgimento, in «Musica Realtà», vol. 97, fasc. 1, pp.91-98.<br/>
Prato, Paolo (2012), Musica e politica all’italiana: la lezione del Risorgimento, in «Musica Realtà», vol. 97, fasc. 1, pp.91-98.<br/>
Collocazione ____________________________________________________<br/>
Collocazione ____________________________________________________<br/>
                         


=='''Giochi'''==
=='''Attività ludiche'''==
 
'''BiblioBingo'''<br/>
Esempio di semplice gioco rompighiaccio da proporre per verificare, prima di iniziarne la presentazione, le conoscenze e le lacune relative ai servizi e/o alle risorse.


'''BIBLIO Bingo'''<br/>
Si consegna a ogni studente (o coppia se si ha un gruppo numeroso) una cartella vuota del BilioBingo e si chiede di riempirla scrivendo nelle sei caselle altrettanti servizi/risorse fondamentali della biblioteca. Il bibliotecario inizia ad “estrarre” da una busta i servizi/risorse e chiede agli studenti di spuntare le caselle in caso di corrispondenza.  
Esempio di semplice gioco rompighiaccio da proporre per iniziare, con un dialogo vivace, la parte relativa alla presentazione dei servizi/risorse e verificarne la dis/informazione pregressa . Si consegna a ogni studente (o coppia se si ha un gruppo numeroso) una cartella vuota del BilioBingo e si chiede di riempirla scrivendo nelle sei caselle previste altrettanti servizi/risorse fondamentali della biblioteca. Il bibliotecario inizia ad “estrarre” da una busta i servizi/risorse che avrà preparato prima e chiede agli studenti di spuntare le caselle quando c’è corrispondenza. Vince chi ne ha “centrati” di più. Premio possibile un libro dal Bookcrossing.
La vittoria andrà a chi avrà il maggior numero di caselle spuntate.
Per rendere più accattivante il gioco è possibile mettere in palio piccoli premi (p.es. un libro dal Bookcrossing '''[sì??]''', cancelleria, merchandising, etc.).


'''FEAR Cards'''<br/>
'''Fear Cards'''<br/>
Attività utile per farsi un’idea di ciò che gli studenti conoscono già (rispetto alle risorse e i servizi) e soprattutto per sbloccare e provocare eventuali domande che altrimenti potrebbero restare inespresse. Si consegna a ogni studente una carta della paura chiedendogli di indicare in forma anonima ciò che temono di più rispetto alla ricerca/richiesta delle informazioni. Si raccolgono le carte (se si usano post-it si chiede di attaccarli alla lavagna) e dopo averle mescolate si inizia a leggerle a voce alta. [[File:FearCards.docx|Biblio Bingo]]
Attività utile per farsi un’idea di ciò che gli studenti già conoscono rispetto alle risorse e i servizi e per stimolare eventuali domande che altrimenti potrebbero restare inespresse.


Ulteriori esempi ed esercizi si possono trovare nel libro di Laura Ballestra L’information literacy in biblioteca. – Ed. Bibliografica, 2011.
Si consegna a ogni studente un cartoncino o un post-it denominato "carta della paura" (''fear card'') chiedendo di indicare in forma anonima ciò che più teme nella ricerca/richiesta delle informazioni. Una volta raccolte e mischiate le carte (o attaccati i post-it), si leggono ad alta voce. [[File:BiblioBingo FearCards.docx|riquadrato|sinistra|Materiale riutilizzabile per BiblioBingo e FearCards]]

Versione attuale delle 14:37, 27 ott 2015

I fattori di efficacia delle esercitazioni consistono nella capacità di guidare il gruppo, di stimolare la partecipazione di tutti, di riuscire a promuovere lo scambio di idee e pareri, finalizzando l’attività in modo che non venga percepita come un banale “gioco” fine a se stesso. Nella dispensa Tool2 di Francesco Muzzarelli, docente del corso La didattica documentale: il bibliotecario formatore, viene presentata una serie di "diavolerie didattiche" ovvero di strategie utili sia per vivacizzare l'apprendimento in aula - risvegliando interesse e partecipazione - sia per fissare i contenuti.

È preferibile lavorare su casi concreti per far sì che gli studenti afferrino immediatamente il ritorno positivo che può avere un corso di information literacy. È sconsigliabile l’uso di materiali didattici troppo "statici" (p.es. le presentazioni in PowerPoint molto testuali con tempistiche di presentazione prestabilite, ecc.) che, se da una parte offrono un filo conduttore al bibliotecario, dall’altra impediscono di seguire il percorso che potrebbe nascere spontaneamente dall’aula.

Potrebbe essere vantaggioso utilizzare brevi parti di film o documentari, oppure attività ludiche per mostrare quali esiti può avere una buona ricerca (Esempi).

Si ricorda che alcuni contenuti tipici di un corso di information literacy sono disponibili per gli utenti Unibo nel tutorial presente sul Portale delle Biblioteche.

Esempi [CAPITOLO A PARTE?]

La tecnica del problem solving

Una tecnica per stimolare l’interesse della platea sulle modalità di ricerca più affidabili è quella di individuare argomenti di ricerca controversi come nell’esempio che segue.

P.es.: Argomento: esiste un nesso tra vaccinazioni ed autismo?

1. Per rispondere a questa domanda di ricerca occorre chiedersi quali fonti privilegiare, tenendo conto che in ambito accademico è raccomandabile privilegiare le risorse che si basano su evidenza scientifica documentata. Delle informazioni recuperate considerare:

  • la coerenza;
  • l'accuratezza;
  • la copertura;
  • l'aggiornamento;
  • la verificabilità;
  • la presenza di riferimenti bibliografici.

2. Per confermare l’opportunità di utilizzare fonti autorevoli, confrontare i risultati con quelli restituiti da un motore di ricerca web (es. Google).

P.es.: utilizzando i termini di ricerca “autismo” e “vaccini” in google.it, nella prima pagina vengono restituiti risultati di tipo giornalistico, una voce di Wikipedia in italiano ed altre occorrenze non verificate:

google.it: risultato della ricerca con i termini autismo + vaccini


Utilizzando invece i termini autism e vaccine sulle principali banche dati utilizzate in ambito accademico, l'origine della supposta correlazione tra vaccinazioni ed autismo risulta essere riportata solo dall'articolo Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children, pubblicato su The Lancet nel 1998 ma ritirato nel 2010. Dopo il ritiro, nel 2011 il giornalista d'inchiesta Brian Deer ha pubblicato una serie di articoli sul British Medical Journal che riepilogavano questa vicenda di Scientific Misconduct. Nel frattempo sono state pubblicate altre ricerche che non hanno confermato la tesi dell'articolo pubblicato su The Lancet. A gennaio 2014 le principali banche dati utilizzate in ambito accademico ne riportano i seguenti indici citazionali:

3. Avvalersi dei differenti risultati ottenuti con le diverse banche dati per indicarne i gradi di copertura disciplinare, temporale e geografica.

Partendo quindi da una questione problematica si possono considerare i seguenti aspetti della ricerca bibliografica:

  • scelta dei database;
  • tecnica di ricerca;
  • valutazione dei risultati.

Il caso concreto

Una strategia efficace e sperimentata consiste nel partire da un caso concreto (p.es. una ricerca da impostare) illustrando le varie fasi del percorso e proponendo una esercitazione ad hoc per ciascuna fase:

  • delimitazione dell’argomento;
  • formulazione del quesito di ricerca;
  • identificazione dei termini da utilizzare;
  • identificazione delle fonti;
  • analisi dei risultati.

Per favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, gli studenti, saranno organizzati in equipe di dimensioni ridotte (massimo quattro/cinque studenti per gruppo). Ad ogni gruppo andrà assegnato un argomento di ricerca. Si possono fornire delle proposte (lista di possibili argomenti collegati alla disciplina di riferimento) o far proporre gli argomenti/temi dagli studenti stessi.

Molto utile è la collaborazione con i docenti per trovare degli esempi effettivamente attinenti agli argomenti trattati in aula.

Dal momento che la messa a fuoco del tema di ricerca e la formulazione del quesito relativo è una delle fasi più delicate e quella in cui gli studenti incontrano maggiori difficoltà, è consigliabile lavorare molto in aula su questo punto.


Il diario di ricerca

Fornire un modello di diario della ricerca per le esercitazioni in aula o a casa, permette agli studenti di tenere traccia delle tappe del percorso. Una simile esercitazione può essere proposta a livello sia individuale che di gruppo anche se nella seconda modalità risulta più efficace in quanto stimola l’apprendimento collaborativo e il confronto.

Lo schema da proporre per tale diario potrebbe essere il seguente:

1) Quesito di ricerca da svolgere:
_____________________________________________________________________________

2) Individuazione delle parole chiave e dei limiti (cronologici, linguistici, geografici, ecc.) con cui si è definita la ricerca:
_____________________________________________________________________________

3) Elenco delle fonti consultate. Per ciascuna fonte indicare il tipo di ricerca svolto (p.es. per campi, per liste, tramite thesaurus, ecc.):

Fonte n. 1 : ________________________________________________
Fonte n. 2 : ________________________________________________
Fonte n. 3 : ________________________________________________
Fonte n. 4 : ________________________________________________
Fonte n. 5 : ________________________________________________
Fonte n. 6 : ________________________________________________

4) Descrizione dell’attività di ricerca (spiegare in massimo due pagine quale è stata praticamente la propria strategia di ricerca, i motivi delle proprie scelte ed eventuali difficoltà incontrate).

5) Selezione e citazione completa dei documenti ritenuti più pertinenti (massimo 10):
_____________________________________________________________________________

6) Redazione di un abstract di massimo xxx caratteri per i primi tre documenti più pertinenti:
____________________________________________________________________________


Far nominare un portavoce per ogni gruppo che al termine dell’esercitazione esporrà in aula il percorso seguito, le principali difficoltà incontrate e i risultati ottenuti.

E’ importante fissare in anticipo – e far poi rispettare - dei tempi precisi sia per la durata dell’esercitazione che per quella dell’esposizione successiva.

Questo modo di procedere è molto efficace perché permette agli studenti di confrontarsi tra loro imparando gli uni dagli altri e allo stesso tempo consente al docente d’intervenire integrando con un supplemento di spiegazioni mirate quanto ancora non risulta chiaro o ben assimilato. Inoltre per il docente rappresenta l’occasione di ricevere un immediato feedback di quanto è stato compreso e di quanto invece ancora non è stato ben recepito.

Particolarmente utile a tal fine è la rilettura dei diari della ricerca dai quali si può evincere cosa, come e in che misura sono stati realmente compresi e fatti propri i concetti e i metodi di ricerca proposti in aula.

Caccia al tesoro

Suddividere i partecipanti in gruppi di5/6 persone massimo e fornire loro delle bibliografie con un massimo di 10 documenti citati tra libri, saggi, riviste, ecc. Per i documenti citati occorre indicare la collocazione recuperata a catalogo. Completata la localizzazione e il conseguente recupero, si verifica la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto recuperato.

Esempio bibliografia:
Adinolfi, Goffredo (2007), Ai confini del fascismo: propaganda e consenso nel Portogallo salazarista, 1932-194, Milano, F. Angeli.
Collocazione ____________________________________________________

Bazzanella, Carla (1994), Le facce del parlare: un approccio pragmatico all'italiano parlato, Scandicci, La nuova Italia.
Collocazione ____________________________________________________

Castiglione, Dario (2009), Political identity in a “community of strangers”, in Jeffrey T. Checkel and Peter J. Katzenstein (eds), European Identity, Cambridge, Cambridge University Press, pp. 29-54.
Collocazione ____________________________________________________

Guélaude, Claire (2012), L’économie française toujours àl’arrête, in «Le Monde», 6 octobre, p. 12.
Collocazione ____________________________________________________

Hahnel, Robin (2005), Economic justice and democracy: from competition to cooperation, New York, Routledge.
Collocazione ____________________________________________________

Lavanda, Italo e Giorgio Rampa (2004), Microeconomia. Scelte individuali e benessere sociale, Roma, Carocci.
Collocazione ____________________________________________________

Prato, Paolo (2012), Musica e politica all’italiana: la lezione del Risorgimento, in «Musica Realtà», vol. 97, fasc. 1, pp.91-98.
Collocazione ____________________________________________________

Attività ludiche

BiblioBingo
Esempio di semplice gioco rompighiaccio da proporre per verificare, prima di iniziarne la presentazione, le conoscenze e le lacune relative ai servizi e/o alle risorse.

Si consegna a ogni studente (o coppia se si ha un gruppo numeroso) una cartella vuota del BilioBingo e si chiede di riempirla scrivendo nelle sei caselle altrettanti servizi/risorse fondamentali della biblioteca. Il bibliotecario inizia ad “estrarre” da una busta i servizi/risorse e chiede agli studenti di spuntare le caselle in caso di corrispondenza. La vittoria andrà a chi avrà il maggior numero di caselle spuntate. Per rendere più accattivante il gioco è possibile mettere in palio piccoli premi (p.es. un libro dal Bookcrossing [sì??], cancelleria, merchandising, etc.).

Fear Cards
Attività utile per farsi un’idea di ciò che gli studenti già conoscono rispetto alle risorse e i servizi e per stimolare eventuali domande che altrimenti potrebbero restare inespresse.

Si consegna a ogni studente un cartoncino o un post-it denominato "carta della paura" (fear card) chiedendo di indicare in forma anonima ciò che più teme nella ricerca/richiesta delle informazioni. Una volta raccolte e mischiate le carte (o attaccati i post-it), si leggono ad alta voce. File:BiblioBingo FearCards.docx