Linguaggio e modalità comunicativa Capitolo 3: differenze tra le versioni
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* ''Chi non fa domande, non ha capito'' | * ''Chi non fa domande, non ha capito'' | ||
Si possono utilizzare anche aneddoti e vicende che possono spiegare in altro modo quando si sta spiegando. Ad esempio, si potrebbe raccontare dell’origine del nesso vaccinazioni/autismo | Si possono utilizzare anche aneddoti e vicende che possono spiegare in altro modo quando si sta spiegando. <p></p>Ad esempio, si potrebbe raccontare dell’origine del nesso vaccinazioni/autismo partendo da [http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2897%2911096-0/fulltext Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children] pubblicato su ''The Lancet'' nel 1998. |
Versione attuale delle 12:16, 28 gen 2014
Considerata la preferenza per la modalità laboratoriale, è indicato utilizzare una approccio comunicativo informale. Occorrerà utilizzare termini accessibili, spiegare gli inevitabili termini specialistici e interagire con gli studenti cercando di farli intervenire secondo il principio che occorre preoccuparsi se gli studenti non interrompono o intervengono. L’apprendimento richiede di integrare nuove informazioni con quanto già conosciuto: è quindi utile riprendere quanto precedentemente appreso. Indicare le differenze di aspetti simili; usare diverse strategie per aiutare gli studenti (metafore, analogie, simboli ed immagini); indicare quando usare una strategia; essere sicuri che gli studenti abbiano effettivamente imparato la tal abilità. Il bibliotecario potrebbe utilizzare alcune frasi chiave per verificare come gli studenti stanno reagendo al proprio corso:
- Se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse?
- Quali benefici potrebbero attendersi dalla mia proposta?
- Quali obiezioni potrebbero sollevare?
- Chi non fa domande, non ha capito
Si possono utilizzare anche aneddoti e vicende che possono spiegare in altro modo quando si sta spiegando.
Ad esempio, si potrebbe raccontare dell’origine del nesso vaccinazioni/autismo partendo da Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children pubblicato su The Lancet nel 1998.