1.2 Gli standard dell'information literacy: differenze tra le versioni

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A partire dagli anni Novanta, sono stati creati molti documenti volti a definire la griglia concettuale entro la quale situare la competenza informativa, definendone i principi, le caratteristiche e i requisiti. Il presupposto della loro redazione consiste nella visione dell'alfabetizzazione informativa come di un'attivita' a se stante. Cio' significa che questa attivita' si svincola dalla semplice istruzione all'utilizzo delle risorse bibliografiche o all'utilizzo dei servizi bibliotecari. Per questo stesso motivo essa richiede, nei vari contesti educativi in cui si applica (principalmente scuole e università), l'elaborazione di apposite azioni educative volte a ottenere risultati qualitativamente misurabili. Nello stesso tempo, la diffusione di questi documenti aiuta a rendere esplicita una necessita' riconosciuta come fondamentale per il cittadino consapevole e partecipe: quella di documentarsi per svolgere efficacemente le proprie attivita', siano esse di studio, di lavoro o di esercizio della cittadinanza. In altre parole, la riflessione sulle attivita formative in biblioteca si e' spostata dalla visione dell'utente che frequenta i servizi bibliotecari, a quello dell'individuo calato in un ambiente informativo variabile sulla base del contesto sociale in cui l'individuo medesimo si muove. Cio' non toglie comunque che l'ottica rimanga principalmente quella dell'applicazione all'ambito scolastico e universitario.
A partire dagli anni Novanta, sono stati creati molti documenti volti a definire la griglia concettuale entro la quale situare la competenza informativa, definendone i principi, le caratteristiche e i requisiti. Il presupposto della loro redazione consiste nella visione dell'alfabetizzazione informativa come di un'attivita' a se stante. Cio' significa che questa attivita' si svincola dalla semplice istruzione all'utilizzo delle risorse bibliografiche o all'utilizzo dei servizi bibliotecari. Per questo stesso motivo essa richiede, nei vari contesti educativi in cui si applica (principalmente scuole e università), l'elaborazione di apposite azioni educative volte a ottenere risultati qualitativamente misurabili. Nello stesso tempo, la diffusione di questi documenti aiuta a rendere esplicita una necessita' riconosciuta come fondamentale per il cittadino consapevole e partecipe: quella di documentarsi per svolgere efficacemente le proprie attivita', siano esse di studio, di lavoro o di esercizio della cittadinanza. In altre parole, la riflessione sulle attivita formative in biblioteca si e' spostata dalla visione dell'utente che frequenta i servizi bibliotecari, a quello dell'individuo calato in un ambiente informativo variabile sulla base del contesto sociale in cui l'individuo medesimo si muove. Cio' non toglie comunque che l'ottica rimanga principalmente quella dell'applicazione all'ambito scolastico e universitario.
Il fatto poi che l'alfabetizzazione informativa si svincoli dalla "library instruction" non significa che non siano tuttora le biblioteche a farsene carico. Prova ne sia che i documenti di cui sopra (gli standard, appunto) sono stati in larghissima parte  creati dalle associazioni e dagli enti professionali di ambito bibliotecario, soprattutto anglosassone.
Il fatto poi che l'alfabetizzazione informativa si svincoli dalla "library instruction" non significa che non siano tuttora le biblioteche a farsene carico. Prova ne sia che i documenti di cui sopra (gli standard, appunto) sono stati in larghissima parte  creati dalle associazioni e dagli enti professionali di ambito bibliotecario, soprattutto anglosassone.
===== L'applicazione =====
I campi di applicazione degli standard nel contesto bibliotecario sono fondamentalmente due: da una parte, la griglia concettuale e teorica in essi definita supporta l'azione di promozione e negoziazione (vedi il [[La negoziazione con i docenti e con altri stakholders Capitolo 4|Capitolo 4]]) presso gli organi decisori delle attività di alfabetizzazione informativa, poiche' essa mostra come tali attivita' richiedano azioni autonome, seppure a supporto delle discipline di studio. Dall'altra, la precisa definizione dei risultati attesi rappresenta un valido aiuto nella concreta erogazione dei corsi o comunque delle attivita' formative, rendendo maggiormente efficace la valutazione delle attivita' di formazione intraprese.
I campi di applicazione degli standard nel contesto bibliotecario sono fondamentalmente due: da una parte, la griglia concettuale e teorica in essi definita supporta l'azione di promozione e negoziazione (vedi il [[La negoziazione con i docenti e con altri stakholders Capitolo 4|Capitolo 4]]) presso gli organi decisori delle attività di alfabetizzazione informativa, poiche' essa mostra come tali attivita' richiedano azioni autonome, seppure a supporto delle discipline di studio. Dall'altra, la precisa definizione dei risultati attesi rappresenta un valido aiuto nella concreta erogazione dei corsi o comunque delle attivita' formative, rendendo maggiormente efficace la valutazione delle attivita' di formazione intraprese.
===== Limiti e critiche =====
A questo proposito, va rilevato che, nel tempo, sono state mosse critiche alla visione pedagogica sottesa allache Limiti degli standard: 1) visione progressiva e non relazionale dell'apprendimento; 2) mancata considerazione dell'influenza che i vari contesti disciplinari hanno nelle modalita' di informarsi e documentarsi.
A questo proposito, va rilevato che, nel tempo, sono state mosse critiche alla visione pedagogica sottesa allache Limiti degli standard: 1) visione progressiva e non relazionale dell'apprendimento; 2) mancata considerazione dell'influenza che i vari contesti disciplinari hanno nelle modalita' di informarsi e documentarsi.
Vitalita' degli standard: SCONUL 2011  e revisione degli standard ACRL
Vitalita' degli standard: SCONUL 2011  e revisione degli standard ACRL

Versione delle 16:08, 12 mar 2014

Introduzione

L'origine

A partire dagli anni Novanta, sono stati creati molti documenti volti a definire la griglia concettuale entro la quale situare la competenza informativa, definendone i principi, le caratteristiche e i requisiti. Il presupposto della loro redazione consiste nella visione dell'alfabetizzazione informativa come di un'attivita' a se stante. Cio' significa che questa attivita' si svincola dalla semplice istruzione all'utilizzo delle risorse bibliografiche o all'utilizzo dei servizi bibliotecari. Per questo stesso motivo essa richiede, nei vari contesti educativi in cui si applica (principalmente scuole e università), l'elaborazione di apposite azioni educative volte a ottenere risultati qualitativamente misurabili. Nello stesso tempo, la diffusione di questi documenti aiuta a rendere esplicita una necessita' riconosciuta come fondamentale per il cittadino consapevole e partecipe: quella di documentarsi per svolgere efficacemente le proprie attivita', siano esse di studio, di lavoro o di esercizio della cittadinanza. In altre parole, la riflessione sulle attivita formative in biblioteca si e' spostata dalla visione dell'utente che frequenta i servizi bibliotecari, a quello dell'individuo calato in un ambiente informativo variabile sulla base del contesto sociale in cui l'individuo medesimo si muove. Cio' non toglie comunque che l'ottica rimanga principalmente quella dell'applicazione all'ambito scolastico e universitario. Il fatto poi che l'alfabetizzazione informativa si svincoli dalla "library instruction" non significa che non siano tuttora le biblioteche a farsene carico. Prova ne sia che i documenti di cui sopra (gli standard, appunto) sono stati in larghissima parte creati dalle associazioni e dagli enti professionali di ambito bibliotecario, soprattutto anglosassone.

L'applicazione

I campi di applicazione degli standard nel contesto bibliotecario sono fondamentalmente due: da una parte, la griglia concettuale e teorica in essi definita supporta l'azione di promozione e negoziazione (vedi il Capitolo 4) presso gli organi decisori delle attività di alfabetizzazione informativa, poiche' essa mostra come tali attivita' richiedano azioni autonome, seppure a supporto delle discipline di studio. Dall'altra, la precisa definizione dei risultati attesi rappresenta un valido aiuto nella concreta erogazione dei corsi o comunque delle attivita' formative, rendendo maggiormente efficace la valutazione delle attivita' di formazione intraprese.

Limiti e critiche

A questo proposito, va rilevato che, nel tempo, sono state mosse critiche alla visione pedagogica sottesa allache Limiti degli standard: 1) visione progressiva e non relazionale dell'apprendimento; 2) mancata considerazione dell'influenza che i vari contesti disciplinari hanno nelle modalita' di informarsi e documentarsi. Vitalita' degli standard: SCONUL 2011 e revisione degli standard ACRL

Gli standard

Panoramica degli standard attivi: scheda descrittica con a) titolo standard; b) nome ente produttore c) anno di introduzione. Riferimento alla elaborazione di standard "subject-specific".

Sviluppi futuri

Nuovo approccio teorico a base delle revisioni in corso: dalla visione a gradi successivi a quella relazionale, con l'introduzione del concetto di ecosistema informativo e con la visione dell'individuo information literate come produttore a sua volta di informazioni.

Bibliografia