4.1 I tempi
1 Tempi di erogazione
- 1.1 Durata
La durata dei moduli formativi è strettamente commisurata ai seguenti fattori:
- la natura e tipologia degli interventi
- target di riferimento
- livello di avanzamento/complessità del corso
- livello di formalizzazione del corso dal pdv del suo riconoscimento da parte degli organi
Le tipologie applicabili ai vari contesti (con riferimento alla formazione per gli studenti) sono sintetizzabili come segue:
- attività stand-alone, svincolate dai curricula, organizzate come supporto ai bisogni informativi dell’utenza. La durata può variare da uno spazio all’interno di una lezione, (quindi di norma non più di 30 minuti) a moduli formati da più unità didattiche tenute in più giornate a cadenza regolare all’interno dell’a.a.
- attività incorporate (embedded) nei curricula, formalmente riconosciute per il carattere di propedeuticità (anche con il connotato di requisito obbligatorio) per la conclusione del corso di studi
- attività integrate in corsi di studio seppur non inserite nell’ordinamento didattico, oppure integrate in altre tipologie come, a titolo di esempio, cicli di dottorato o master, con la connotazione di attività seminariali incluse nella serie di attività didattiche previste dal corso.
In tutti i casi è fondamentale la scelta e il confronto con i referenti appropriati sulla base della natura del corso: dal singolo docente agli organi decisori in merito alla didattica (coordinatori e consigli dei corso di studio, coordinatori delle scuole di dottorato, direttori dei dipartimenti, presidenti/vicepresidenti delle scuole, commissione paritetica docenti/studenti all’interno della scuola). Naturalmente è obbligatorio anche il coinvolgimento (e il supporto) degli organi della biblioteca (comitato scientifico e suo presidente). Nel caso si preveda l’assegnazione di CFU (crediti formativi universitari) ricordare che 1 CFU prevede un impegno di studio da parte dello studente di 25 ore (compreso lo studio individuale).
- 1.2 Periodi
Soprattutto nei casi di corsi tenuti in più giornate (e con l’esclusione delle presentazioni fatte all’interno di lezioni) è fondamentale riferirsi alle seguenti fonti di informazione:
- calendario didattico del corso di studi
- tabella degli orari delle lezioni dei singoli semestri.
Bisogna infatti evitare di scegliere periodi di sovraffollamento di impegni da parte degli studenti. Il problema si pone in particolare per gli studenti dei primi anni (il target dei corsi di base) che hanno molte lezioni da seguire (e molti esami da sostenere).
Gli studenti dell’ultimo anno di norma hanno meno lezioni e meno esami ma, in determinati contesti, vanno tenute in considerazione le attività di tirocinio. In ogni caso, anche da questo punto di vista il confronto con gli organi e con il comitato scientifico della biblioteca è decisivo.
In generale, un periodo consigliabile può essere la settimana immediatamente antecedente la ripresa dei cicli delle lezioni, poiché si presume che larga parte degli studenti (compresi i c.d. fuorisede) sia rientrata. Per opposto motivo, è consigliabile evitare di tenere i corsi a ridosso del fine settimana (venerdì).
In sede di valutazione del gradimento, è opportuno inserire esplicitamente una domanda relativa alla idoneità del periodo prescelto.
Nel caso di corsi da replicarsi nel corso degli anni, una volta valutato il riscontro positivo nelle adesioni e nel gradimento, è buona norma cercare di mantenere i medesimi periodi all’interno dell’anno accademico. Questo facilita l’adesione anche in virtù del passa-parola tra gli studenti.
2 Tempi di organizzazione (pianificazione)
- 2.1 Materiali
Nella preparazione dei materiali didattici (presentazioni, esercizi, test di ingresso/uscita) ricordarsi della regola empirica secondo cui il tempo necessario è doppio rispetto a quello della durata del corso (corso di 4 ore= 8 ore lavorative di preparazione della documentazione).
- 2.2 Erogazione
Il monitoraggio dei tempi è fondamentale al fine della riuscita del corso. Per questo motivo è opportuno applicare i seguenti accorgimenti:
- ripetere più volte le presentazioni per controllare i propri tempi
- schematizzare la scansione degli argomenti e misurarne le singole durate, aiutandosi con la redazione di un documento apposito (syllabus)
- usare la funzione delle note a corredo delle diapositive, per elencare le argomentazioni che commentano la presentazione
- lasciare spazio per esemplificazioni pratiche da inframezzare alla presentazione e per esercitazioni pratiche. Di regola, riservare non meno del 25% della durata della singola lezione agli esercizi
- se la quantità di argomenti rischia di sopravanzare il tempo a disposizione, rinunciare a qualche argomento. È meglio riservarsi di riprogettare il corso per l’edizione successiva, aumentandone le ore, piuttosto che sovraffollare la presentazione con argomenti appena accennati che difficilmente aggiungerebbero qualcosa alle competenze già in possesso dello studente
- per converso, sforzarsi di accorpare gli argomenti sulla base delle affinità (p.es.: una sola unità didattica dedicata ai cataloghi) e in modo che sia coerente la scansione degli argomenti (p.es.: presentare ACNP prima dei periodici elettronici)