5.1 L'approccio in aula

Da AlmaIL.
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Interazione, cooperazione, problem solving

Una delle finalità principali del lavoro in aula con gli studenti sulla ricerca documentale dovrebbe consistere nell’arricchire e personalizzare il loro studio, attraverso il confronto con le fonti informative di qualità, affinché maturino un approccio critico, non superficiale e acquisiscano una maggior consapevolezza dei processi legati all'apprendimento e alla ricerca. In altri termini l'obiettivo dovrebbe essere quello di trasmettere un metodo che li metta in grado di organizzare un processo di ricerca informativa per trasformare e costruire nuove conoscenze.

La modalità didattica ideale per una proposta d'apprendimento che abbia per oggetto l'educazione al documentarsi nel senso sopra descritto, deve tener presente che non stiamo insegnando una scienza esatta, ma un metodo di ricerca che si apprende meglio attraverso la pratica diretta, sperimentando le varie possibilità e i differenti percorsi possibili in prima persona e attraverso il confronto col gruppo. Di conseguenza la modalità didattica da preferire è quella laboratoriale basata sull’”imparare-facendo”, che prevede il coinvolgimento attivo e si realizza sperimentando modalità differenti di soluzione dei problemi incontrati. I momenti di lezione frontale sono da ridurre al minimo e andrebbero utilizzati solo per dare input d’orientamento e inquadramento iniziale delle tematiche. Questo ‘inquadramento del problema’ il più delle volte risulta meno importante di quanto si possa pensare, mentre è opportuno dare sempre ampio spazio alle attività in aula, da svolgere possibilmente in gruppo per favorire l’apprendimento collaborativo.

Elementi utili per una programmazione didattica efficace sono: tecnica, ingegneria e strategia didattica.

Le tecniche, ossia le modalità pratiche per produrre apprendimento andranno selezionate e combinate attraverso l’ingegneria didattica cioè l’insieme dei criteri di analisi delle tecniche, per adattare l’intervento formativo ai diversi contesti di apprendimento, rispetto alla strategia scelta e cioè alla logica che guida la combinazione finalizzata delle tecniche stesse.

Tecniche didattiche

Le tecniche didattiche consistono principalmente nella lezione e nelle esercitazioni.

La lezione è basata sull'erogazione dei contenuti. I suoi fattori di efficacia sono la chiarezza espositiva, il livello di strutturazione e l'esaustività della trattazione.

Le esercitazioni consistono in diverse attività volte al coinvolgimento delle persone, come:

  • letture
  • discussioni
  • studi di caso
  • giochi di ruolo
  • questionari
  • ricerche tematiche
  • laboratori esperienziali
  • visione di film
  • preparazione di poster
  • sviluppo di progetti
  • attività outdoor, etc.

Ingegneria didattica

Per ingegneria didattica intendiamo l’analisi e la selezione delle tecniche didattiche che servono per adattare l’intervento formativo alle diverse e specifiche situazioni.

I cardini dell’ingegneria didattica, sono:

  • Più le esperienze che si vivono durante l'apprendimento implicano l'utilizzo di energia psicomotoria e sono gradevoli dal punto di vista emotivo, maggiormente rimarranno impresse a livello di memoria neurologica.
  • Il modo d'essere e di comportarsi del formatore rappresentano la componente fondamentale per sostenere la motivazione all'apprendimento o per indebolirla.

Strategie didattiche

Le strategie didattiche sono l’insieme di ingegneria e tecniche utilizzate in modo pianificato all’interno di un contesto pedagogico, allo scopo di favorire il conseguimento degli obiettivi di apprendimento attesi.

La logica che guida la combinazione finalizzata delle tecniche didattiche può essere:

  • Deduttiva/logocentrica (partendo da una premessa, si espongono i principi generali, in seguito si sviluppano gli argomenti e si conclude con esemplificazioni pratiche)
  • Induttiva/psicocentrica (si parte da un caso/esperienza concreta, da cui scaturiscono delle riflessioni che portano a successive concettualizzazioni, per giungere alle conclusioni e alle conseguenze di quest'ultime)
  • "Per problemi" (partendo da alcune domande significative, si spiega perché è importante parlarne, quindi si sviluppano i principali concetti e le possibili soluzioni, per giungere alle conclusioni e alle conseguenze di quest'ultime)

Tra i tre modelli sopra proposti, si consiglia di dare la prevalenza al modello induttivo e a quello per problemi, o almeno tentare un’integrazione equilibrata tra i tre approcci.

Esempi di modelli didattici induttivi

Primo modello: il ciclo a 4 stadi, o Ciclo di Kolb:

Secondo questo modello, il punto di partenza dev'essere costituito da un esperienza concreta che rende possibile lo sviluppo di un'osservazione riflessiva, che a sua volta condurrà ad una concettualizzazione astratta che verrà infine indirizzata in una sperimentazione attiva. In pratica bisogna chiedersi cosa si può fare/far fare per produrre un’esperienza concreta? Cosa si può fare/far fare per produrre l’osservazione riflessiva? Come si può impostare la concettualizzazione astratta? E infine cosa si può fare/far fare per produrre una sperimentazione attiva?

Secondo modello: la triade delle vie dell'apprendimento di Dee Fink

Secondo questo modello il processo dell'apprendimento è immaginabile come una spirale che ha come prima fase l'ottenimento di informazioni (classicamente ascoltando quel che dice il docente e prendendo appunti), per poi fare e/o osservare qualcuno che agisce per poi passare a riflettere chiedendosi:

  • quanto sto imparando?
  • cosa ho imparato?
  • quale è per me il punto più importante e perché?
  • cosa e perché ho imparato con maggior facilità?
  • cosa e perché mi ha fatto maggiormente faticare?
  • come posso rendere più efficiente ed efficace il mio apprendimento?
  • quali punti rimangono poco chiari?
  • quale utilità pratica riconosco a ciò che ho imparato?
  • come penso di applicare questo apprendimento nel mio contesto di studio o lavorativo?
  • quali difficoltà prevedo e come immagino di superarle?