Interazione e cooperazione, lavoro di gruppo Capitolo 3

Da AlmaIL.
Versione del 24 feb 2014 alle 17:03 di Elena.collina (discussione | contributi) (Inserito descrizione BilioBingo e Fearcards)
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Una delle finalità principali del lavoro in aula con gli studenti sulla ricerca documentale dovrebbe consistere nell’arricchire e personalizzare il loro studio, attraverso il confronto con le fonti informative di qualità, affinché maturino un approccio critico, non superficiale e acquisiscano una maggior cognizione di causa dei processi legati all'apprendimento e alla ricerca.

Alla fine del percorso formativo proposto gli studenti dovrebbero essere in grado di muoversi con autonomia nell'elaborazione di nuovi contenuti argomentando sulla base di quanto reperito nella letteratura disciplinare e dimostrando di aver acquisito un approccio critico e consapevole all'informazione.

In altri termini dovremmo porci l'obiettivo di trasmettere un metodo che li metta in grado di organizzare un processo di ricerca per costruire nuove conoscenze.

La modalità didattica ideale per una proposta d'apprendimento che abbia per oggetto l'educazione al documentarsi nel senso sopra descritto, non è certamente quella ‘classica’ e accademica della lezione frontale. Dobbiamo tener presente che non stiamo insegnando una scienza esatta; si tratta di capacità che si apprendono molto meglio attraverso la pratica diretta, sperimentando le varie possibilità e i differenti percorsi possibili in prima persona e attraverso il confronto con i propri pari.

Di conseguenza la modalità didattica da preferire in questo ambito è senza dubbio quella laboratoriale basata sull’”imparare-facendo”, che prevede il coinvolgimento attivo degli studenti nel processo d’apprendimento e si realizza sperimentando modalità differenti di soluzione dei problemi incontrati.

I momenti di lezione frontale perciò sono da ridurre al minimo e servono solo a dare degli input d’orientamento e inquadramento iniziale delle tematiche. Questo ‘inquadramento del problema’ il più delle volte è molto meno indispensabile di come ci possa sembrare, mentre è opportuno dare sempre largo spazio alle attività in aula, possibilmente da svolgere in gruppo per favorire l’apprendimento collaborativo.

Modello deduttivo Modello induttivo Modello per problemi
Sguardo d'insieme Analisi di un caso Presentazione del problema/quesito
Concetti organizzatori anticipati Dal particolare al generale Discussione
Soluzione e generalizzazione

Tra i tre modelli esemplificati nello schema sopra proposto, si consiglia di dare la prevalenza al modello induttivo e a quello per problemi sul deduttivo, o almeno tentare un’integrazione equilibrata tra i tre approcci.

                                         ESEMPI

Una strategia efficace e sperimentata consiste nel partire da un esempio/caso concreto di una ricerca da eseguire illustrando le varie fasi/tappe del percorso e proponendo una esercitazione ad hoc per ciascuna fase:

• delimitazione dell’argomento;

• formulazione del quesito di ricerca,

• identificazione dei termini da utilizzare,

• identificazione delle fonti,

• analisi dei risultati

I gruppi dovrebbero essere piccoli, massimo quattro/cinque studenti, per favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti. Ad ogni gruppo andrà assegnato un argomento di ricerca.

Si possono fornire delle proposte (lista di possibili argomenti ovviamente collegati alla disciplina di riferimento) o far proporre gli argomenti/temi dagli stessi studenti. Molto utile è la collaborazione con i docenti per trovare degli esempi effettivamente attinenti da un punto di vista tematico.

Dal momento che la messa a fuoco del tema di ricerca e la formulazione del quesito relativo è una delle fasi più delicate e quella in cui gli studenti incontrano maggiori difficoltà, è consigliabile lavorare molto in aula su questo.

E’ bene fornire per le esercitazioni in aula o a casa un modello/schema di “diario della ricerca” in modo che gli studenti possano tenere traccia delle tappe del percorso. Lo schema da proporre per tale diario potrebbe essere il seguente:

1) Quesito di ricerca da svolgere: _______________________________________________________________________________

2) Individuazione delle parole chiave e dei limiti (cronologici, linguistici, geografici, ecc.) con cui si è definita la ricerca: ___________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________

3) Elenco delle fonti consultate. Per ciascuna fonte indicare il tipo di ricerca svolto (es. per campi, per liste, thesaurus, ecc.):

1. Fonte n. 1 : ________________________________________________

2. Fonte n. 2 : ________________________________________________

3. Fonte n. 3 : ________________________________________________

4. Fonte n. 4 : ________________________________________________

5. Fonte n. 5 : ________________________________________________

6. Fonte n. 6 : ________________________________________________

7. ecc., ecc.


4) Descrizione dell’attività di ricerca (spiegare in massimo due pagine qual è stata praticamente la propria strategia di ricerca, i motivi delle proprie scelte ed eventuali difficoltà incontrate):________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________

5) Selezione e citazione completa dei documenti ritenuti più pertinenti (massimo 10): ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________

6) Redigere un abstract di massimo x caratteri dei primi tre documenti più pertinenti__________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________

All’interno di ciascun gruppo è bene far nominare un portavoce che al termine dell’esercitazione esporrà in aula il percorso seguito, le principali difficoltà incontrate e i risultati ottenuti.

E’ importante fissare in anticipo dei tempi precisi per la durata sia dell’esercitazione che dell’esposizione successiva e farli rispettare.

Questo modo di procedere è molto efficace perché permette agli studenti di confrontarsi tra loro imparando gli uni dagli altri e allo stesso tempo consente al docente d’intervenire integrando con un supplemento di spiegazioni mirate su quanto ancora non risulta chiaro o ben assimilato. Inoltre per il docente rappresenta anche l’occasione di ricevere un ottimo ed immediato feed back di quanto è stato compreso e di quanto invece ancora non è stato ben recepito.

Particolarmente utile a tal fine e’ la rilettura dei diari della ricerca dalla quale si può evincere cosa, come e in che misura sono stati realmente compresi e fatti propri i concetti e i metodi di ricerca proposti in aula.

Una simile esercitazione comunque può essere proposta anche a livello individuale, ma condotta in gruppo risulta più efficace in quanto stimola l’apprendimento collaborativo e il confronto.

                                             ALTRO ESEMPIO

Caccia al tesoro a cura di Rita Patregnani

Questa esercitazione la si fa dopo 6 ore di corso in cui abbiamo presentato il corso, l’opac (Ruffilli – Ubo – Saffi ), ACNP e presentati i moduli CIL di cui si consiglia vivamente l’esercitazione. La Saffi è la biblioteca comunale situata dietro l’angolo della Ruffilli ma il cui catalogo è presente nel polo RAV e solo dall’anno scorso abbiamo una pagina che consente la consultazione simultanea dei due cataloghi.

Ci troviamo al laboratorio e distribuisco dei fogli (es. la pagina seguente) in cui devono scrivere le collocazioni dei documenti che trovano citati al massimo in mezzora. Chiedo che la localizzazione venga fatta da soli anche se, di fatto, li divido in gruppi da 5 o 6 a seconda dei partecipanti.

La selezione dei documenti in ogni prova viene fatta con libri, saggi, riviste (che non devono essere disponibili in formato elettronico), settimanali e quotidiani nelle varie sezioni della Ruffilli (es. i libri di testo sono in una stanza a parte, le riviste rilegate alcuni anni sono insieme alle correnti altre in magazzino, i quotidiani sono in un angolo di una sala riviste, ecc.).

In alcuni corsi specifici che ho fatto per la SSLMIT questa cosa veniva adattata con materiali di consultazione specifica per loro.

Sembra una sciocchezza ma ci siamo accorte negli anni che alcuni non capiscono che esponiamo l’ultimo numero e per i precedenti basta alzare il cassetto…. Ovviamente tutto questo è assolutamente da personalizzare a seconda della struttura e della conformazione della biblioteca.

Completata la localizzazione li porto fisicamente in biblioteca e li ‘abbandono’: si organizzino come meglio credono ma il gruppo deve portare i materiali in un’apposita sala in cui verifichiamo l’esatta corrispondenza tra quanto richiesto e quanto recuperato.

Mentre loro sono a ‘caccia’ io, le altre due colleghe che seguono stabilmente l’avventura con me, e altre eventualmente disponibili siamo in giro per i corridoi e interveniamo nei casi più disperati di sguardo perso nel vuoto… Nel punto di ritrovo con ogni gruppo si fa la verifica e si parla delle difficoltà, problemi, dubbi.

Sono ormai 4 anni che la organizzo e devo dire che sono sempre molto contenti, sia per la ‘diversità’ rispetto allo stare davanti al computer che per il collegamento tra collocazione e scaffale, sala.


PROVA 1

Adinolfi, Goffredo (2007), Ai confini del fascismo: propaganda e consenso nel Portogallo salazarista, 1932-194, Milano, F. Angeli.

Collocazione ____________________________________________________


Bazzanella, Carla (1994), Le facce del parlare: un approccio pragmatico all'italiano parlato, Scandicci, La nuova Italia.

Collocazione ____________________________________________________


Castiglione, Dario (2009), Political identity in a “community of strangers”, in Jeffrey T. Checkel and Peter J. Katzenstein (eds), European Identity, Cambridge, Cambridge University Press, pp. 29-54.

Collocazione ____________________________________________________


Guélaude, Claire (2012), L’économie française toujours àl’arrête, in «Le Monde», 6 octobre, p. 12.

Collocazione ____________________________________________________

Hahnel, Robin (2005), Economic justice and democracy: from competition to cooperation, New York, Routledge.

Collocazione ____________________________________________________


Lavanda, Italo e Giorgio Rampa (2004), Microeconomia. Scelte individuali e benessere sociale, Roma, Carocci.

Collocazione ____________________________________________________


Prato, Paolo (2012), Musica e politica all’italiana: la lezione del Risorgimento, in «Musica Realtà», vol. 97, fasc. 1, pp.91-98.

Collocazione ____________________________________________________


                                             ALTRO ESEMPIO

Di seguito proponiamo un ulteriore esempio di una sequenza di esercizi proposta da Laura Ballestra nel suo libro L’information literacy in biblioteca(2011):

1)Argomento X Chiedere ad ogni allievo di scrivere una breve analisi dell’argomento e condividerla con il gruppo. Chiedere al gruppo di discuterne, guidando il gruppo ad elaborare un’analisi complessiva unitaria. Mostrare che il confronto di più opinioni consente di arricchire la visione dell’argomento'

2)“Proporre di approfondire ed analizzare l’argomento X. Devono essere utilizzate le fonti di reference più utili per capire il suo contesto. Una volta accertato che gli allievi sanno individuare correttamente le fonti di reference, chiedere di trovare in biblioteca quelle più adatte a produrre una descrizione dell’argomento in cui si evidenziano gli aspetti e le articolazioni più rilevanti, gli agenti coinvolti, le condizioni, gli strumenti, cause, conseguenze. Riproporre al gruppo di approfondire l’analisi dell’argomento sulla scorta di quanto compreso dalla lettura delle fonti di reference. Mostrare che attraverso il confronto con fonti autorevoli il risultato ottenuto è molto più complesso e articolato di quello che aveva prodotto il semplice confronto all’interno del gruppo. 3)Chiedere di estrarre dalla descrizione prodotta nell’esercizio precedente i termini utili per rappresentare l’argomento

4)Partendo dalla descrizione dell’esercizio precedente gli allievi devono individuare un aspetto ritenuto più rilevante cui dedicare il proprio lavoro di ricerca

5) L’aspetto scelto va confrontato con la letteratura per capire se il taglio dato sia adeguato al numero e al tipo di risorse recuperabili. Nel caso questo non si verifichi l’argomento va ampliato o ristretto o modificato.

6) Partendo dall’aspetto di ricerca per come definito dell’esercizio precedente si chieda agli allievi di sviluppare una o più domande di ricerca. Chiedere di individuarne una come la prescelta.

7)Richiedere la verifica dei termini di ricerca elaborati nell’esercizio3 per controllare che corrispondano tutti alla domanda di ricerca prescelta. Indicare di integrare l’elenco con ulteriori termini ritenuti significativi sulla base di ciò che è stato fatto negli esercizi 4,5 e 6.

8) Proporre di analizzare i documenti trovati per redigere la propria relazione finale sulla base delle ipotesi contenute nella o nelle domande di ricerca '

                           ALTRE PROPOSTE DI ESERCITAZIONI


1) Proporre un quesito di ricerca;

2) Formare piccoli gruppi di 4/5 studenti al massimo;

3) Ogni studente all’interno del gruppo inizia a cercare documentazione pertinente, avendo cura di annotare le tappe principali del percorso seguito (fonti consultate; parole chiave e tipo di ricerca attuati, principali risultati recuperati);

4) Gli studenti confrontano tra di loro percorsi e risultati recuperati; discutono tra loro al fine di selezionare le strategie e i risultati migliori;

5) Il portavoce prepara una sintesi scritta dei punti salienti della discussione e la illustra in aula eventualmente ripetendo alcuni passaggi significativi della ricerca;

6) Discussione finale in aula e scelta del gruppo che ha ottenuto i risultati ‘migliori’.

Naturalmente quanto detto finora vale per un corso avanzato, rivolto cioè a studenti delle lauree magistrali, o per i dottorandi.

Per un corso di base invece le esercitazioni verteranno ad esempio sulle varie modalità di ricerca nei cataloghi (per autore, titolo, soggetto, ecc.) e sul salvataggio dei risultati, preferibilmente anche in questo caso attraverso esercitazioni in aula organizzate a piccoli gruppi, con la successiva discussione in aula sui risultati, eventuali difficoltà incontrate, ecc..

Un’esercitazione molto utile per apprendere a distinguere i diversi tipi di documenti (monografia, articolo di rivista, saggio contenuto in un’opera antologica, ecc.) in base a come vengono citati, consiste nel fornire delle bibliografie stampate invitando gli studenti a ricercare e localizzare i record in queste contenuti.

ESEMPIO Giochi

BIBLIO bingo: esempio di semplice gioco rompighiaccio da proporre per iniziare, con un dialogo vivace, la parte relativa alla presentazione dei servizi/risorse e verificarne la dis/informazione pregressa . Si consegna a ogni studente (o coppia se si ha un gruppo numeroso) una cartella vuota del BilioBingo e si chiede di riempirla scrivendo nelle sei caselle previste altrettanti servizi/risorse fondamentali della biblioteca. Il bibliotecario inizia ad “estrarre” da una busta i servizi/risorse che avrà preparato prima e chiede agli studenti di spuntare le caselle quando c’è corrispondenza. Vince chi ne ha “centrati” di più. Premio possibile un libro dal Bookcrossing.

FEAR Cards: attività utile per farsi un’idea di ciò che gli studenti conoscono già (rispetto alle risorse e i servizi) e soprattutto per sbloccare e provocare eventuali domande che altrimenti potrebbero restare inespresse. Si consegna a ogni studente una carta della paura chiedendogli di indicare in forma anonima ciò che temono di più rispetto alla ricerca/richiesta delle informazioni. Si raccolgono le carte (se si usano post-it si chiede di attaccarli alla lavagna) e dopo averle mescolate si inizia a leggerle a voce alta.