5.2 Modalità comunicative: differenze tra le versioni
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Versione attuale delle 11:39, 5 feb 2016
Il linguaggio e la capacità di farsi ascoltare
La comunicazione didattica deve tendere a promuovere costantemente:
- l'attenzione e l'ascolto;
- la comprensione;
- la memorizzazione;
- l'applicazione.
Tali risultati si raggiungono quanto più la comunicazione è strutturata, ridondante, investigativa e ricca di agganci pragmatici.
Per strutturare una comunicazione efficace occorre organizzarla logicamente in modo che ci sia una introduzione, un corpo centrale e delle conclusioni.
Nell'introduzione si specificano:
- il tema ovvero di cosa tratteremo;
- l'obiettivo ovvero perché faremo questo intervento;
- i benefici attesi ovvero a cosa ci servirà, per cosa ci sarà utile.
Nel corpo centrale si metteranno in evidenza i punti focali (concetti e dati prioritari) aiutandosi con esempi e facendo ripetuti collegamenti tra gli aspetti d'insieme e quelli di dettaglio. E' importante evidenziare spesso l'applicabilità pratica di quanto si sta insegnando.
Nelle conclusioni sarà utile riepilogare l'obiettivo iniziale e le sue applicazioni pratiche, ricordare i punti focali, enfatizzare le possibili azioni future.
L’ascolto e la capacità d'attenzione
Un’efficace gestione dell’attenzione d’aula, deve tenere conto di alcuni fattori chiave che influiscono negativamente sull'audience.
Un primo elemento fondamentale è la conoscenza dell'andamento della curva d’attenzione: l’auditorio, ancora concentrato su preoccupazioni precedenti l'arrivo in aula per i primi 2/3 minuti, aumenta gradualmente il proprio interesse per la "lezione" fino a raggiungere un picco massimo di concentrazione tra l’ottavo e il decimo minuto. Passato questo momento la curva ricomincia a scendere. Questi cicli di 10/15 minuti si susseguono in continuazione fino ad arrivare ad un momento di perdita totale dell’attenzione, non recuperabile senza un’interruzione di circa una decina di minuti, attorno al novantesimo minuto.
Un altro fattore che influisce sull’attenzione è la limitata capacità del cervello di decodificare troppe parole in successione (massimo 7±2). Ciò porta al suggerimento di scegliere sempre frasi brevi e mai più lunghe di questa quantità massima.
Conviene inoltre introdurre spesso delle interruzioni, dei cambi di registro, ecc., in modo da moltiplicare i momenti di inizio e fine di un ciclo del discorso che sono quelli più facili da ricordare (break and review).
Strategie comunicative
Considerata la preferenza per la modalità laboratoriale, è indicato utilizzare un approccio comunicativo informale. Occorrerà utilizzare termini accessibili, spiegare gli inevitabili termini specialistici e interagire con gli studenti cercando di farli intervenire. La mancanza di domande o interventi da parte degli studenti è infatti un campanello d’allarme che avvisa il docente della necessità di cambiare strategia comunicativa o didattica.
L’apprendimento richiede di integrare nuove informazioni con quanto già conosciuto: è quindi utile riprendere quanto precedentemente appreso sottolineandone le differenze e/o gli aspetti simili a quanto si va invece introducendo. Si possono utilizzare anche aneddoti e narrazioni per aiutare la comprensione di ciò che si sta spiegando.
Potrebbe risultare utile porsi alcune domande per verificare il possibile interesse degli studenti al corso:
- se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse?
- quali benefici potrebbero attendersi dalla mia proposta?
- quali obiezioni potrebbero sollevare?