Discussioni utente:Alina.renditiso: differenze tra le versioni
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Dove c'è l'idea di bene comune. Ne sono uscita felice di farne e parte e ancora più corroborata nell'intento di portare avanti la nostra idea di consapevolezza informativa garantita a tutti i nostri studenti. | |||
Ho fatto quindi anch'io (!!!) un po' di esercizio di elementari operazioni aritmetiche ma, non essendo poi così pronta ad accettare fischi e pomodori, proverei ancora qualche simulazione nel mio "teatro interno". | |||
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'''William Antonio Giovanni Faeti''' | '''William Antonio Giovanni Faeti''' |
Versione delle 10:21, 31 mar 2014
Discussione sulla proposta di Cammarano:
Rita Patregnani 31 marzo
Car* collegh*,
intervengo anche io con le mie riflessioni a proposito de “IL gruppo”... Siamo sul primo binario con biglietto di prima classe e un fantastico frecciarossa in arrivo …. Proprio mentre l’altoparlante avvisa di non oltrepassare la linea gialla per evitare di essere travolti Abbiamo un piede nella porta…. E speriamo che dall’altra parte non ci sia un campione di tiro alla fune!!!
Passando a qualcosa di semi-serio: - I numeri sono impietosi: 13.000 matricole circa sono un’enormità… nei Campus forse anche peggio perché o siamo una sola biblioteca (… e non ci credo a squadre di formatori in discesa verso la periferia dell’Impero….) o ce ne sono di sotto-dimensionate oppure se ognuno può andare dove vuole: perché non restare a casa un giorno in più e fare il minicorso in Romagna? Ergo le attuali matricole romagnole potrebbero addirittura aumentare in virtù del ‘vado dove mi pare e piace’ ; - Non tutte le biblioteche dispongono di locali adeguati: es. noi ricorriamo al Laboratorio informatico di Campus … - Questa nuova modalità va ad aggiungersi a quanto si sta già facendo: per chi ora non ne fa magari può essere tanto entusiasmante la novità ma chi ne sta già facendo e, magari a un livello diverso, (es. dottorandi, etc.) il peso potrebbe diventare veramente insostenibile - È vero che il corso di Muzzarelli è entusiasmante ma non esiste un “effetto endovena” neanche per i formatori (almeno io l’ho capita così…) - Dobbiamo assolutamente evitare che qualcuno ci chieda di nuovo: perché finora non avete fatto niente se è tutto così fattibile? - Non è mai stata imposta una nuova attività/progetto (es. deposito materiali didattici, archivio tesi in formato digitale, ecc….) quindi perché dovremmo farlo ora con l’IL? Tanto più che il peso sarebbe ‘solo’ delle biblioteche…. - Pensate veramente che avremo risorse aggiuntive fin da subito? Io no …..
Tutto ciò premesso credo che dovremmo convincere Cammarano che l’unica proposta SOSTENIBILE (ovviamente IMHO) è quella di partire NON A TAPPETO (quando l’ho accennato di fronte a lui l’ho percepito molto scettico) ma a tendere verso tutti in tempi ragionevoli (3-5 anni ? ……)
Come scegliere chi fa parte del campione? A partire da chi ha fatto il corso-Muzzarelli cui si aggiunge: + la voglia di provare dei colleghi più motivati + la disponibilità dei membri del gruppo a fornire supporto + la promessa che chi è in ‘alto’ ne terrà conto sia a livello SBA che a livello di singola biblioteca (ovvero il direttore o chi per lui non mi guarda come se stessi perdendo tempo perché preparo le lezioni, ne tiene conto nel redistribuire i carichi di lavoro, ……) + si fa un incontro in presenza di ‘solo’ 3 ore + se ci sono difficoltà se ne parla e non si viene ‘obbligati’ + ……..
Se si insiste sulla formazione a tappeto vedo proponibile solo formazione a distanza per tutti e in presenza nelle biblioteche per ‘qualcuno’: una volta al mese in ogni biblioteca? Questa strada però non mi pare ci valorizzi granché…..
A me piacerebbe tanto partire da subito con Formazione Per Tutti MA: non faccio l’insegnante, mi devo occupare di varie cose e mi piace pure, ho già avviato alcuni percorsi che intendo mantenere finché posso e di tempo attualmente non impegnato ne ho ben poco…..
Scusate la lunghezza e buona settimana a tutti,
Elena Collina sabato 29 marzo
Caro IL gruppo,
"sono appena uscita dalla lettura di un" carteggio intenso di un gruppo di colleghi dove la cooperazione è incoraggiata e la competizione evitata, dove chi sostiene le proprie tesi accetta che vengano messe in discussione. Dove c'è l'idea di bene comune. Ne sono uscita felice di farne e parte e ancora più corroborata nell'intento di portare avanti la nostra idea di consapevolezza informativa garantita a tutti i nostri studenti. Ho fatto quindi anch'io (!!!) un po' di esercizio di elementari operazioni aritmetiche ma, non essendo poi così pronta ad accettare fischi e pomodori, proverei ancora qualche simulazione nel mio "teatro interno". Nell'attesa di leggere altri episodi del carteggio invio abbraccio globale. C'è il sole, usciamo dalla lettura, usciamo davvero! lacollins
William Antonio Giovanni Faeti
venerdì 28 marzo 2014 12:56
Sono appena uscito dalla lettura di un romanzo (non il migliore in verità) di Israel J. Singer in cui si tratteggiava la figura del piazzista di successo… c’era la solita immagine dell’infilare il piede fra lo stipite e la porta per impedire che il cliente te la sbatta in faccia e la considerazione del fatto che comunque un piazzista non può scegliere in genere la merce ma deve riuscire comunque a venderla senza farsi prendere dallo sconforto. Lungi da me avvicinare la nostra figura professionale a quella del piazzista ma ora che il piede l’abbiamo infilato dobbiamo sfruttare la cosa al meglio, magari cercando di declinare in positivo le giustissime criticità espresse da Christian e Massimo. Ovviamente dobbiamo anche cercare di non farcelo schiacciare il piede… dovremo quindi cercare di coinvolgere i colleghi nel modo più attivo possibile non facendogli vivere il progetto come calato dall’alto ma come un ‘opportunità vera di riconoscimento del loro lavoro e delle biblioteche. Poi ovviamente c’è il problema della sostenibilità e di una valutazione dei dati quantitativi che abbiamo non astratta ma calata nelle realtà delle strutture in modo da evitare soluzioni apparentemente ”perfette” ma che potrebbero rivelarsi sostanzialmente non praticabili. Ma non mi pare che questo gruppo manchi di fantasia e sano realismo per cui sono veramente ottimista rispetto alle soluzioni che si troveranno. Sapete come in genere caratterialmente io non sia facile agli entusiasmi ma mi pare che questa sia finalmente una bella opportunità per i colleghi (ancorché sempre più attempati come dice Christian) di far vedere quanto valgono i bibliotecari e che valore hanno le biblioteche. E non è cattiva cosa in questi periodi non proprio pieni di luce. E forse, coltivando i nostri utenti sin da piccolo (come dice Silvia) forse riusciremo anche ad avere a che fare in futuro con Docenti diversamente sensibili rispetto a questi temi…
Buon fine settimana a tutti
William
Alina Renditiso
venerdì 28 marzo 2014 11:29
Intervengo nuovamente per ribadire che pur condividendo molto i dubbi di Massimo (che sono simili a quelli di Christian e di altri), non possiamo non tentare di raccogliere la proposta di Cammarano e provare a trasformarla in qualcosa di sensato e praticabile. Certo le resistenze dei colleghi sono da mettere in conto, ma quelli che hanno voluto fare il corso di Muzzarelli cosa lo han fatto a fare se poi non sono disposti ad impegnarsi in quest'attivita'? E soprattutto se riuscissimo davvero ad ottenere il consenso dei vertici politici dell'ateneo dopo sarebbe piu' semplice coinvolgerli anche attarverso il dirigente. Buon fine settimana Alina
Silvia Tecchio venerdì 28 marzo 2014 10.59
Promuovere le biblioteche e i bibliotecari e far sapere (non è così scontato) a che cosa servono e cosa offrono biblioteche e bibliotecari. Di fatto le matricole non solo spesso non conoscono i vari corsi strutturati a loro offerti in materia di ricerca bibliografica e di strumenti ad essa utili, ma non sanno nemmeno che cosa si può fare e trovare in biblioteca limitandosi ad usarla come luogo studio o supermercato gratuito di libri. DI reference, assistenza alla ricerca e tutto il resto non ne sanno molto e non è raro che si scusino di farvi perdere tempo quando vi chiedono informazioni e consulenza. Coltiviamoci gli utenti “fin da piccoli”
Secondo me questa proposta del Professor Cammarano va intesa come primo passo verso, con tutti i limiti ma anche i vantaggi che offre. Insomma da qualche parte bisognerà pur iniziare a istituzionalizzare l’IL. Ora, viste le dimensioni del progetto iniziale e l’alternativa con i progetti pilota si tratta di concentrarsi sulla scelta più opportuna con dati anche numerici significativi che giustifichino il ridimensionamento dell’ipotesi iniziale. In primis: quale sarà il criterio di scelta per i corsi di studio del progetto pilota? Un’ultima perplessità: secondo voi, troveremo delle resistenze tra i colleghi?
Buona giornata
Massimo Caravita
venerdì 28 marzo 2014 10.38
Rispondo solo ora, ma tra vari impegni al cicu e le grane della contrattazione integrativa, ho avuto bisogno di un po' di tempo per leggere tutti i contributi. Mi sembra che la sintesi proposta sia pienamente condivisibile, come mi pare chiaro che quando il presidente sba propone un corso per tutti gli studenti, stia esprimendo una intenzione politica, da spendere appunto politicamente presso le istituzioni dell'ateneo, al di là delle considerazioni riguardanti la sua fattibilità, quindi la scelta del progetto pilota mi sembra oltre che fattibile anche saggia, se vogliamo sfruttare l'occasione politica per promuovere l'IL e conseguentemente anche le biblioteche in un periodo così critico, non solo è bene accogliere l'invito di Cammarano, ma declinarlo in una versione realistica. Sono però perplesso sul carattere generico del corso base, credo che siamo tutti consapevoli della relativa utilità di un corso erogato alle matricole in un contesto didattico in cui non dovranno fare esercitazioni, tesi, ricerche ecc. se non al momento della laurea, ovvero anni dopo, privarlo anche dell'aggancio disciplinare mi sembra controproducente. Oltre all'aspetto politico a cui accennavo sopra, il corso è un'occasione per promuovere le biblioteche e la leva disciplinare è una delle pochissime armi che abbiamo.
Buona giornata a tutti/e
Alina Renditiso
Carissim*, m'inserisco anch'io a questo punto nella fantastica 'tempesta di cervelli' che si e' scatenata dopo l'incontro con Cammarano. Confesso che sono molto in sintonia (come alcuni di voi sanno perche' ne abbiamo parlato) con le perplessita' di Christian e i dubbi sugli impatti quantitativi espressi da Claudio ironicamente nello stile a cui ormai ci ha abituato e manifestati anche da Enrica. Ma direi che sia la mail di Silvia che quella di Fabio davvero ci indicano la strada verso cui secondo me bisogna che andiamo se vogliamo mettere a frutto questo risultato che il gruppo ha ottenuto (formalizzazione da parte del Dirigente dell'attivita' del gruppo e incontro con il Presidente che ha manifestato la sua intenzione di metterci la faccia su questa faccenda dell'IL). L'idea di partire con un progetto pilota se ricordate era stata formulata anche da Rita quando abbiamo discusso prima dell'arrivo di Cammarano ed e' forse l'unica che ci mette al riparo dal rischio di un impatto oggettivamente insostenibile di una proposta di corsi a TUTTE le metricole unibo. L'accortezza secondo me deve consistere nel presentarlo come potenzialmente estendibile a tutte le matricole in tempi non biblici. Altra accortezza indicata da diversi di voi e' puntare anche sull'autoformazione via web sia con il tutorial che gia' abbiamo (e che gia' contiene test di autovalutazione alla fine di ogni unita') che potenziando questo tipo di apparati/strumenti ad esempio con dei video tutorial, in modo da ridurre il piu' possibile i contenuti da illustrare in presenza. Anzi in presenza si potrebbero fare semplicemente delle esercitazioni di gruppo giocose sul genere delle diavolerie didattiche muzzarelliane (mi perdonino i colleghi che ancora non hanno fatto il corso). Per adesso mi fermo qui e che il brainstorming continui…ci sono alcun* che ancora non si sono espressi! Alina
Fabio Zauli
mercoledì 26 marzo 2014 11.44
Dell’incontro dello scorso giovedi’ io ho avuto questa impressione. Il nostro Presidente in sostanza ci ha detto: “intendo proporre un corso a tappeto per tutte le 13.291 matricole dell’UniBo e chiedo a voi se siete in grado di concretizzare questa idea”.
Alfabetizzare a tappeto le matricole e’ un obiettivo che condivido molto ma mi sembra allo stesso tempo anche piuttosto complicato da raggiungere per i motivi che gia’ sono stati richiamati (demotivazione generalizzata, logistica, tempi della didattica). Si potrebbe pero’ mediare e lavorare su numeri limitati – un progetto pilota - cui indirizzare un corso base, comune a tutte le matricole di determinati Corsi di Laurea. In questo modo l’impegno dei bibliotecari sarebbe circoscritto, sicuramente piu’ motivato, e si potrebbe tarare meglio un successivo intervento generalizzato. Se ci fosse la volonta’ politica, un progetto pilota potrebbe gia’ partire con l’a.a. 2014-’15 e Cammarano potrebbe terminare il proprio mandato alla fine del 2015 avendo conseguito un primo risultato concreto oggettivamente spendibile da chi lo sostituira’.
D’altra parte, dopo 10 anni di lavoro dal basso e continuativo di questo gruppo il parziale risultato positivo e’ la proposta del Presidente dello SBA. Secondo me vale la pena di trattare ad un progetto per noi sostenibile che possa essere poi pubblicizzato come riferimento a livello nazionale e che quindi abbia un valore aggiunto rispetto a quel sono i corsi di Padova. Sarebbe un bene per l’UniBo ma anche per i bibliotecari dell’UniBo. Ad esempio: l’UniBo riconosce valore positivo non solo alle competenze linguistiche ed introduce obbligatoriamente – quindi con deliberazione formale - l’Information Literacy per le matricole.
[Come biblioteca partecipiamo alla giornata di presentazione alle matricole ma e’ un’occasione caotica perche’ intervengono tutti i servizi: segreteria didattica, internazionalizzazione, CUSB, fondazione locale di sostengo … e alla fine le matricole sono travolte da una massa di informazioni.]
Enrica Zani mercoledì 26 marzo 2014 10.11
Aggiungo solo un dato quantitativo, cioè il numero di partecipanti a corso.. Vero ciò che dice Silvia ma vero anche ciò che dice Christian…
13.000 matricole/30 partecipanti a corso = 433 corsi /11 mesi = 39 corsi al mese.. è più di uno al giorno.. 13.000 matricole/50 partecipanti a corso = 260 corsi /11 mesi = 23 corsi al mese.. è quasi uno al giorno.. E questo considerando una suddivisione perfetta cioè con tutte le edizioni piene; se andassero considerate edizioni di recupero il numero di discenti per corso deve giocoforza salire ancora …
O, anche pensata al contrario, cioè 80 formatori x 1 corso al mese x 11 mesi = 880 corsi l’anno -> 14 discenti per corso Ciò significa che ogni giorno saranno contemporaneamente offerti circa 4 corsi su 4 sedi diverse? E’ pensabile un’operazione organizzativa di questo tipo? Ed eventualmente in che tempi? Difficile immaginare il prossimo a.a…
Ok non perdere il treno d’accordissimo, ma forse occorre riproporre l’opzione “pilota” o la progettazione del modulo obbligatorio in e-learning più che le lezioni frontali. Vero è anche che questa immersione di massa nell’IL consentirebbe di avere utenti più attenti ai servizi e alla successiva formazione supplementare..
Un paio di proposte: • è pensabile per esempio, attualizzare CIL con moduli di autocorrezione magari sulla nuova piattaforma moodle? • possiamo proporre l’obbligatorietà del coinvolgimento dei bibliotecari negli open day di presentazione delle scuole/corsi di laurea/ giornate arrivo erasmus (loro in realtà sono i più information literated dei nostri studenti, vengono anche da soli in biblioteca) così almeno da potersi presentare e dire dove è la biblioteca e cosa può offrire?
Intanto una buona giornata a tutti. enrica
Silvia Tecchio mercoledì 26 marzo 2014 09:47
Carrro Christian,
quello che dici è assolutamente condivisibile ed è un dato certo, ma vi sono delle leggi di ...marketing a cui, nolente o volente, bisogna sottostare per non perdere un'occasione.
Poniamoci delle domande:
- qual è la politica dell'Ateneo nell'erogazione di servizi? ovvero, per l'Ateneo è meglio puntare su un servizio aggiuntivo da offrire alle matricole che gli permetta anche di salire su ipotetiche piattaforme internazionali di valutazione della qualità? o è meglio puntare sui laureandi e sulla qualità del conseguimento della laurea? Ovvero, sugli studenti in entrata o su quelli in uscita?
- se il prof. Cammarano ha fatto questa proposta e non l'altra, lo avrà fatto a ragion veduta perchè conosce i suoi polli?
- ci conviene davvero metterci a rinegoziare la proposta rischiando di perdere il treno (e i pendolari sanno bene cosa significhi;) o ci conviene invece studiare bene un progetto fattibile per le matricole?
- non rischiamo di fare la figura: si, vogliamo il giusto riconoscimento del valore di IL, ma, però, tuttavia, e ma così non si può ecc.?
- possiamo sempre considerare le varie possibilità di erogazione del modulo, p.es. e-learning fortemente interattivo con quiz
e probabilmente ci sono altri punti da tenere in considerazione, ma, come insegna il Dr Frankenstein: SI PUO' FARE
Secondo il mio modestissimo parere, prima di tutto dovremmo cercare di elaborare un progetto secondo la proposta del Prof. e verificare come e quanto sia fattibile. In effetti, sulla gestione del progetto mi pare ci abbia dato carta bianca, possiamo ridimensionarlo in base ai dati oggettivi e alle reali possibilità.
Ogni siluro alla mia proposta è sempre gradito.
Buona giornata
Christian Giardini
mercoledì 26 marzo 2014 9.24
Car* collegh*
ci sono degli aspetti nella proposta del prof. Cammarano che non mi convincono:
il primo è legato al target (le matricole). Secondo me la richiesta maggiore di formazione arriva dai laureandi che si trovano con poco tempo per preparare le tesi e dover utilizzare a fondo le collezioni delle biblioteche, sapere citare correttamente, utilizzare banche dati... e non l'hanno mai fatto in precedenza. Sarebbe forse più utile la proposta di legare la possibilità di deposito della tesi alla frequentazione di un corso in biblio. Uno spostamento massiccio dell'intervento formativo sulle matricole come impatterà sull'attività delle biblioteche che già hanno in agenda 4 corsi al mese rivolti prevalentemente ai laureandi?
Il secondo è legato ai tempi. Poichè è realistico pensare che la platea dei bibliotecari coinvolti dovrà allargarsi e che il fatto che tutti i colleghi conoscano l'OPAC non significa che possano dall'oggi al domani travasare senza esperienze di formazione le loro conoscenze a classi di matricole, bisogna pensare a una fase di transizione di almeno due anni per potere governare l'impatto sui carichi di lavoro nelle biblioteche. Chi, inoltre, gestirà l'organizzazione e la logistica dei corsi? Le singole biblioteche o le scuole? Sarà necessario attivare forme di collaborazione tra biblioteche che hanno tra i potenziali utenti matricole delle stesse scuole.
Aggiungo una considerazione di "fase": sarà sempre più difficile aumentare la qualità e la quantità dei servizi delle biblioteche in una fase segnata da una popolazione bibliotecaria sempre più ridotta, anziana e demotivata (non si assume più nelle biblioteche da anni). In prospettiva si dovrà dire prima o poi: per aumentare i servizi servono anche più risorse non solo la buona volontà!
Alina Renditiso
martedì 25 marzo 2014 12.59
mi avete bruciato sui tempi…stavo appunto per scrivere che sarebbe meglio ragionare per bibliotecari e si andrebbe secondo me sugli 80/90 max.(considerando che oltre 70 seguono il corso di Muzzarelli e sono rimasti fuori almeno una decina di colleghi). Comunque cosi' come non tutti gli iscritti frequentano analogamente secondo me dobbiamo ipotizzare che non tutti parteciperanno a questi corsi…
Silvia Tecchio martedì 25 marzo 2014 12.55
Diviso biblioteche o diviso numero di bibliotecari? La cosa cambia e di molto, secondo me è meglio ragionare per numero di teste. Dobbiamo però trovare un modo meno caotico delle mail per osservazioni e suggerimenti.
Claudio Fabbri martedì 25 marzo 2014 12.33
Conto della serva: 13291 matricole diviso 107 biblioteche (ma saranno di meno credo) uguale 124. 5 giornate di corso per biblioteca e la sfanghiamo. Claudio
Alina Renditiso martedì 25 marzo 2014 12:30
Grazie Silvia, e' un'ottima traccia per partire e grazie anche a Claudio. Effettivamente perche' la proposta progettuale abbia credibilita' ed efficacia occorre supportarla con un'analisi di fattibilita' che contenga dati 'reali'. Intanto ho provato ad estrarre i dati sugli immatricolati unibo 2013-14 dal sito del ministero (in allegato). Un saluto a tutt*
Claudio Fabbri
martedì 25 marzo 2014 11.54
Dobbiamo conoscere: numero di studenti che saranno coinvolti nei corsi; numero (reale) di colleghi e biblioteche che sono in grado (spazi, attrezzature, tempo disponibile) di erogare i corsi.
Silvia Tecchio martedì 25 marzo 2014 11:34 A: Alina Renditiso; Rita Patregnani; Elena Collina; Massimo Urbini; Fabio Zauli; Massimo Caravita; Christian Giardini; Claudio Fabbri; Rosalia Miceli; Serena Marchionni; Enrica Zani; William Antonio Giovanni Faeti Oggetto: R: dopo l'incontro con il Presidente....
Carissim*
Io avevo buttato giù due pensieri all’alba di venerdì the day after:
1. Oggetto del progetto: corsi per matricole ecc. 2. Destinatari: matricole 3. Modalità: corso obbligatorio per tutte le matricole da fare entro p.es. III anno di iscrizione 4. Dove: tutte le biblioteche di ateneo: TUTTI GLI STUDENTI POSSONO ISCRIVERSI al corso in QUALSIASI BIBLIOTECA 5. Quando: una o due edizioni al mese con calendario generale di ateneo (quindi con aule già prenotate all’inizio dell’anno) e distribuite su tutte le biblioteche di ateneo (p.es. nel mese di aprile il corso sarà a Scienze politiche e ad arti visive ecc., nel mese di giugno ecc.) 6. Quanti: max 25 studenti a corso 7. Come. Iscrizione online 8. Verifica finale 9. Chi: tutti i bibliotecari sono tenuti ad erogare il pacchetto minimo UNIVERSALMENTE VALIDO NON SPECIFICO PER BIBLIOTECA e ad entrare nel calendario di ateneo 10. Il nostro gruppo fornisce supporto, ausilio, formazione ecc.
1. definire l’obiettivo del corso per matricole (MACROBIETTIVO): perché è importante che le matricole
i. frequentino il corso oppure ii. conoscano servizi delle biblioteche e strumenti/tecniche di ricerca bibliografica
1. definire l’obiettivo specifico del corso (microbiettivo): vedi obiettivi e contenuti di un corso base 2. indicare la durata in termini di tempo (3 ore?) 3. stakeholders 4. costi 5. verifica semestrale dei risultati in termini di affluenza ecc. 6. verifica sul lungo termine dell’efficacia nella formazione degli studenti
Allego slides sulla formulazione di un progetto Se serve PERT e diagramma di Gantt eventualmente posso collaborare (ci sono comunque dei programmini free)
Buona giornata
Alina Renditiso lunedì 24 marzo 2014 14.43
Carissim*, scusate se questa volta sono stata meno tempestiva del solito. A seguito dell'incontro e del confronto con il Prof. Cammarano direi che adesso occorra impegnarsi nella redazione di un'ipotesi progettuale sulla proposta di un corso di base per gli studenti delle triennali; lui ci ha chiesto di preparare questo documento possibilmente entro maggio. Se siete d'accordo potremmo procedere in questo modo: inizio a preparare io una ipotesi di bozza che poi vi giro (depositandola sugli spazi condivisi) in una nuova cartella che nomineremo 'Progetto IL per tutti", o qualcuno di voi preso dall'entusiasmo ha gia' provato a scrivere qualcosa?
Per Massimo Caravita che era assente ecco un' estrema sintesi dell'incontro:
Nella prima parte prima che arrivasse il Prof. abbiamo ulteriormente rivisto e corretto il documento sui 'risultati d'apprendimento attesi'. La versione finale e' depositata nella solita cartella delle Linee Guida. Dopo l'arrivo del Prof. Cammarano l'incontro e' iniziato con un giro di tavolo durante il quale tutti i colleghi si sono presentati dicendo dove lavorano e che tipo di attivita' di formazione degli utenti svolgono abitualmente. Successivamente gli sono stati illustrati i due documenti che avevamo preparato (quello sugli output e quello sulle tipologie di formalizzazione dei corsi praticabili, preparato da Elena Collina). Ne e' seguita una discussione al termine della quale lui ci ha chiesto di preparargli per l'inizio di maggio una proposta operativa di erogazione di corsi di base potenzialmente indirizzata a tutti gli studenti che s'iscrivono ad Unibo. Infatti ci ha manifestato la sua intenzione di portare ad un livello istituzionale 'alto' di governance dell'ateneo un progetto di fattibilita' dedicato a quest'attivita' di formazione concepita principalmente come supporto allo studio che dovrebbe essere organizzata e gestita in modo tale da raggiungere la platea piu' ampia possibile di studenti. Si e' ipotizzato che tutte le biblioteche si debbano impegnare ad offrire un " modulo di base" (con le caratteristiche che definiremo nel dettaglio) trasversale disciplinarmente in modo da proporre potenzialmente a tutti gli studenti che s'iscrivono a Unibo un'offerta di corsi il piu' ampia possibile in termini di giorni, orari e sedi.
Un caro saluto a tutt*
Alina Renditiso