Materiali didattici/Tecniche di presentazione Capitolo 3: differenze tra le versioni
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Partire dall’assunto che ''raccontare'' non è ''insegnare''. | Partire dall’assunto che ''raccontare'' non è ''insegnare''. | ||
Versione delle 12:39, 21 feb 2014
Partire dall’assunto che raccontare non è insegnare.
Pianificare il corso per dare continuità all’esposizione delle premesse, dei problemi posti e alla discussione delle soluzioni proposte.
Scandire i tempi del proprio intervento (introduzione; casi proposti; soluzioni individuate, discussione relativa e considerazioni).
La richiesta del corso di Studi cui si è iscritti, la precedente esperienza con le biblioteche può essere utile non solo per familiarizzare con gli studenti ma anche per capire gli studenti che si hanno davanti e orientare di conseguenza il proprio intervento. Successivamente può essere utile invitare un dottorando o assegnista che fa ancora riferimento e che abbia a suo tempo frequentato un corso di ricerca bibliografica, per raccontare brevemente perché ritiene utile un corso di questo tipo.
È preferibile lavorare su casi concreti per far sì che gli studenti afferrino immediatamente il ritorno positivo che può avere un corso di Information Literacy. Per aumentare l’interazione è sconsigliabile l’uso di materiali didattici statici come i power point che se da una parte danno un filo conduttore al bibliotecario, dall’altra impediscono al bibliotecario stesso di seguire invece il percorso che vorrebbero dare gli studenti. Meglio utilizzare le risorse digitali di Ateneo e introdurle in base alla direzione che prende l’aula. Si potrebbero utilizzare spezzoni di film o documentari, dalla durata di pochi minuti, per mostrare quali esiti può avere una buona ricerca oppure giochi sull’Information Literacy. Sottolineare la possibilità di non perdere memoria dei contenuti del corso anche attraverso l’uso del Tutorial disponibile nel sito Unibo.