Discussioni utente:Alina.renditiso: differenze tra le versioni

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                                   '''Discussione sulla proposta di Cammarano:'''
                                   '''Discussione sulla proposta di Cammarano:'''
Punti d'attenzione secondo Cammarano:
"un aspetto importante del lavoro di preparazione del progetto: nella costruzione del modello ipotetico è importante dimostrare la fattibilità (in termini d'insegnanti e di aule in particolar modo) di quanto si propone e dunque per questo è necessario lavorare su un numero ipotetico, diciamo una proiezione, di matricole. L'idea è quella di presentarsi ai vertici facendo vedere loro '''che la cosa non comporta esborsi, forzature, lesione di diritti, problemi di vario genere, quindi mostrare dati sulla non traumatica spalmabilità nel tempo e nello spazio dei mini-corsi'''. Il suggerimento è dunque presentare molti numeri riconoscibili come attendibili.''
'''Rita'''
23 Aprile
Gli aspetti logistici di Forlì coincidono con quelli di Rimini: un’aula da 42 da prenotare il prima possibile.
Quanto agli orari, in caso di obbligatorietà, credo andrebbero concordati anche con le scuole per evitare le sovrapposizioni, tanto più che i partecipanti non devono/possono essere molti per singola data.
Ciao,Rita
         
'''Claudio Fabbri'''
23 Aprile
Carissime e carissimi,
superata credo la querelle tra contenuto generale vs disciplinare dei corsi interevengo sulla questione sollevata da Massimo, questione che, in questo caso, deve essere attentamente da noi considerata, perche' effettivamente non eludibile. In specie parlo dell'opzione corso obbligatorio da subito / sperimentazione pilota su numeri circoscritti o corso non obbligatorio da subito.
Faccio due conti, grossolani ma questi sono.
Al polo di Rimini ci sono state, all'incirca, un migliaio di matricole. 1000 diviso 35 persone per corso fa 35 incontri con le matricole da erogare durante un normale anno accademico (da ottobre a maggio?).
Questa mattina mi sono interessato, in via del tutto informale, alla disponibilita' delle nostre aule informatiche. Abbiamo 3/4 aule, ma soltanto una ha la capienza (40 posti) adatta a quello che dovremmo fare. Durante l'anno accademico questa e le altre aule sono occupate dalle lezioni e da un certo numero di ore in cui devono rimanere libere a disposizione degli studenti. Nonostante questo, la collega a cui mi sono rivolto pensa che si dovrebbe poter trovare del posto per un paio di corsi alla settimana (ha usato il condizionale), ma queste prenotazioni devono essere messe in agenda entro il mese di giugno dell'anno accademico in cui si intende attivare l'insegnamento e deve essere coinvolto preventivamente il dirigente del campus.
Questo per quanto riguarda uno degli aspetti logistici del progetto.
Non credo sia realistico pensare di consigliare a questi studenti di andare a Cesena o altrove per frequentare il corso, almeno per due motivi: non penso che gli altri poli siamo messi meglio di noi; congetturo che una simile proposta sarebbe quanto meno "irrituale".
Altro aspetto: il personale. Quello che mi preoccupa non e' tanto il carico di lavoro consistente nel preparare e condurre i corsi in presenza (cioe', mi preoccupa, ma vorrei sottoporre alla vostra attenzione un altro aspetto) quanto il fatto che questa massa di studenti deve essere seguita: se dovranno fare esercitazioni, verifiche, esami veri e propri, queste verifiche/esercitazioni/esami dovranno essere visionate e corrette.
Si prevedera' l'aiuto di colleghi o colleghe provenienti da altre strutture meno oberate? E su quale base? Volontaristica, con atto di imperio?
Un'ultima osservazione, la piu' spinosa e volgare. Mi assumo la responsabilita' del mio mal pensare. Renzi ci vuole dare 80 euro in piu' al mese (magari); un articolo di Repubblica di ieri dice che la burokrazia fara' muro di gomma e boicottaggio per rendere vano il progetto. La domanda che pongo e' la seguente: siamo sicuri che tutti i nostri colleghi e colleghe accoglieranno con simpatia e benevolenza l'onere di organizzare corsi a tappeto alle loro matricole, oppure potremmo prevedere una risposta non proprio entusiastica con effetti di resistenza/sabotaggio/rancori, se non addirittura aperta insurrezione?
Forse sto esagerando le difficolta', e probablmente la distanza geografica (isolamento) del Polo di Rimini rispetto all'augusto corpo dell'Alma Mater falsa le corrette prospettive del problema, ma fino ad ora abbiamo sempre suonato con la nostra orchestrina alla festa parrocchiale, e adesso ci chiedono di organizzare Woodstock.
Si puo' fare, ma consideriamo in anticipo tutte le variabili, anche le piu' sgradevoli.
Claudio
'''Massimo Caravita'''
23 Aprile
Ho riletto l'ultima bozza e quanto Alina ha scritto del feedback di Cammarano e vi propongo alcune osservazioni.
Nella discussione all'interno del gruppo di lavoro, i nodi "numero dei destinatari" e progetto pilota/progetto a regime oscillano tra posizioni opposte. E' evidente che proporre a tutte le matricole un'occasione formativa non vuol dire che tutte le matricole partecipino a tale formazione, anche ipotizzando una promozione
massiccia da parte dell'ateneo, possiamo prevedere facilmente numeri gestibili di utenti, nondimeno si è offerta la possibilità di partecipare a tutti gli studenti del primo anno. Un'ipotesi di questo tipo si regge e si può inserire nelle nostre tradizionali attività formative, senza avere un impatto devastante, occorre però una accurata pianificazione di varie attività: predisporre la necessaria campagna di comunicazione e coinvolgere gli uffici per la disponibilità delle aule, la predisposizione del calendario, le modalità di iscrizione ecc.
Altro discorso è chiedere ai nostri referenti accademici che tale formazione sia resa obbligatoria. Ci troveremmo ad affrontare una tale massa critica che
logisticamente non potremmo gestire.
Non potremmo gestire per tutta quella serie di motivazioni che altri colleghi hanno ben esposto: siamo sotto organico, facciamo fatica a garantire gli orari dei servizi, indisponibilità delle aule, chi e come provvedere a garantire la logistica adeguata, disponibilità dei direttori a chiudere servizi e/o strutture per fare queste attività
formative ecc.
Senza contare che tale ipotesi richiederebbe soluzioni logistiche straordinarie ed una enorme mole di lavoro relativa alla pianificazione delle iscrizioni e della predisposizione del calendario che noi non siamo in grado di assicurare e non credo che gli uffici centrali vogliano sobbarcarsi.
A questo proposito credo che dobbiamo essere molto chiari su chi fa cosa e quale tipo di collaborazione richiediamo, altrimenti ci troveremmo ad affrontare tutto da soli.
Prima di essere accusato di villipendio delle istituzioni, disfattismo, tradimento della patria, relativismo agnostico e apostasia, :-D vi inviterei a formulare soluzioni su come suddividere 13.500 studenti nelle varie date proposte?  ;-)
buona giornata a tutti/e
Massimo
'''Elena Collina'''
At 11.22 11/04/2014
Ciao gruppo,
Fabio pone due domande che esprimono le mie stesse perplessità riguardo alla caratterizzazione disciplinare dei progettati interventi di alfabetizzazione.
Mi limito quindi a sottolineare come la difficoltà a recuperare dati certi dimostri come la via interdisciplinare sia, a mio avviso, tortuosa e diseconomica.
Per ora, consapevoli della parziale rispondenza dei dati, il senso di lavorarli comunque, risiede esclusivamente nel tentativo di una prima simulazione nell'ottica del disciplinare.
Invito pertanto tutti i colleghi che come Christian o Rossella ravvedano delle migliorie e/o correzioni da apportare al file di procedere direttamente con la massima tranquillità e salvare poi il file in area comune: Z:\Iniziative_e_progetti\Progetto Cammarano
Aggiungo che nell'articolo L'industria del quiz segnalato da Fabio si legge:
Una soluzione potrebbe essere quella di convertire i quiz dal loro attuale profilo di misuratori di competenze (in questa fase peraltro non dovute e quindi da non richiedere) in quello d’indicatori di attitudini. Come? A settembre (o prima) tutti gli interessati ai corsi di laurea a numero chiuso dovranno dimostrare la loro attitudine allo studio (perché è questo che si chiede loro di saper fare dopo l’immatricolazione) affrontando una prova, la stessa per tutti i corsi, di comprensione di un testo dalle diverse chiavi di lettura.
Inoltre, sempre a sostegno della via interdisciplinare, riporto quanto ben sintetizzato da Claudio e ribadito da Silvia:
Dobbiamo presentare un progetto per un corso di base per le matricole, abbiamo identificato, producendo un documento frutto del lavoro del gruppo, un certo numero di risultati d’apprendimento attesi per un corso di base, obiettivi d’apprendimento su cui pensavo fossimo tutti d’accordo, li abbiamo discussi e scritti noi. Ora: un catalogo è un catalogo, un libro è un libro, una notizia inaffidabile è il contrario di una affidabile, dove sta la criticità? Nel momento in cui pensiamo a qualcosa che dovrà (attualmente in teoria) essere sottoposto a una decina di migliaia di studenti al primo anno di corso è inevitabile concentrarci su ciò che è comune a questi ragazzi e ragazze e che ci siano, almeno in parte, contenuti ed anche modalità didattiche “tutte uguali”.
D'altra parte, come dice Alina, questo primo set ce lo giochiamo fra noi per avere un eventuale vantaggio nel caso qualcuno ci inviti a uscire dal cortile ed entrare davvero in campo, in terra battuta erba o cemento che sia.
A presto
lacollins
'''Fabio'''
10 aprile
Ciaotutt*,
provo a dichiarare due miei dubbi circa l’individuazione di una relazione tra Corsi di Laurea/biblioteche e relativi corsi, in modo che i bibliotecari possano svolgere corsi nella propria area disciplinare di pertinenza.
1.  Da file elaborato dalla Collins, basatasi sulla associazione Scuole<-- --> biblioteche come reperite nel sito UniBo mi sembra ci sia qualche elemento macroscopico di perplessita’. Ad esempio, nessuna biblioteca associata alla Scuola di Lettere e Beni Culturali, eppure a Ravenna il nucleo principale della biblioteca centrale e’ dato dall’ex biblioteca di Beni Culturali. Ha senso lavorare su dati non rispondenti a quel che si intende come vero?;
2.  Sulle biblioteche centrali (almeno Ravenna, Forlì e Rimini) cui afferiscono diverse Scuole quindi Corsi di Laurea, come regolarsi? A Ravenna abbiamo almeno 5 scuole quindi, quale carico individuare per i bibliotecari considerato che vi fanno riferimento Corsi di Laurea con caratteristiche didattiche variegate (vedi legenda di Christian), numeri di matricole molto diversi e cosi’ eterogenei?
ciao
'''Fabio'''
10 Aprile
Ciaotutt*,
provo a dichiarare due miei dubbi circa l’individuazione di una relazione tra Corsi di Laurea/biblioteche e relativi corsi, in modo che i bibliotecari possano svolgere corsi nella propria area disciplinare di pertinenza.
1. Da file elaborato dalla Collins, basatasi sulla associazione Scuole  biblioteche come reperite nel sito UniBo mi sembra ci sia qualche elemento macroscopico di perplessita’. Ad esempio, nessuna biblioteca associata alla Scuola di Lettere e Beni Culturali, eppure a Ravenna il nucleo principale della biblioteca centrale e’ dato dall’ex biblioteca di Beni Culturali. Ha senso lavorare su dati non rispondenti a quel che si intende come vero?;
2. Sulle biblioteche centrali (almeno Ravenna, Forlì e Rimini) cui afferiscono diverse Scuole quindi Corsi di Laurea, come regolarsi? A Ravenna abbiamo almeno 5 scuole quindi, quale carico individuare per i bibliotecari considerato che vi fanno riferimento Corsi di Laurea con caratteristiche didattiche variegate (vedi legenda di Christian), numeri di matricole molto diversi e cosi’ eterogenei?
ciao
f
'''Massimo Caravita'''
7 aprile
sono convinto che facciamo un po' fatica a capirci :-)  e che su tanti contenuti non ci sia disaccordo, stiamo passando da questioni organizzative ad altro confondendo un po' le cose, ma è fisiologico in questo nostro flusso di osservazioni.
Decidiamo prima come erogare o cosa erogare? Nei nostri interventi abbiamo spesso invertito i termini e ciò ha creato confusione.
Se gli studenti potranno scegliere liberamente il corso che vorranno è evidente che non vi sarà alcuna connotazione disciplinare, ognuno di noi sarà intercambiabile e offriremo date intercambiabili con contenuti standardizzati: con una platea di 3 studenti di chimica, 2 di veterinaria, 4 di scienze politiche e 3 di lettere non si potrà che fare l'esempio di ricerca dei promessi sposi....o no? ... io opterei per crowley ma tant'è! >:-}
Siamo tutti consapevoli che dare una connotazione disciplinare non vuol dire solo quali esempi fare in opac, ma impostare un percorso di IL dove affrontare il discorso delle fonti e delle strategie di ricerca proprie di quell'ambito disciplinare, in cui troveranno posto contenuti come il plagio, la citazione ecc. (quelli che ci siamo dati nella bozza). 
Una connotazione neutra si concentrerà su tali punti scevri da ogni riferimento particolare (ciò non esclude la possibilità di fare esempi, è chiaro) e non potrà affrontare un discorso di fonti/risorse/strategie se non in astratto.
Faccio queste considerazioni lapalissiane non tanto per fare il Massimo Catalano della situazione, ma per ribadire che dobbiamo decidere preliminarmente che orientamento vogliamo dare al nostro corso e su questo impostare le necessarie scelte di erogazione/organizzazione.
Posso anche aggiungere provocatoriamente: la nostra controparte politica cosa ci ha chiesto?
- di formare le matricole in modo che siano in grado di padroneggiare le competenze di base di IL
- di erogare un corso di IL a tutte le matricole
Le differenze sono sostanziali ;-) ed è quanto ho cercato di esprimere nella mia precedente mail quando parlavo degli aspetti politici del progetto.
Massimo C
'''Silvia Tecchio'''
7 aprile
Concordo pienamente con quello che dice Claudio e, ancora una volta, la mia sensazione è quella che stiamo cercando di ritirare la mano dopo aver lanciato il sasso.
E' un corso base e come tale non può essere esaustivo: ogni bibliotecario sceglierà gli esempi che ritiene più adatti per raggiungere gli obiettivi, ogni realtà svilupperà poi eventuali approfondimenti.
Partiamo con un progetto di ampio respiro, forse ridimensionando gli obiettivi e puntando invece alla massima diffusione, o no? Magari invece che dalle brioches, cominciamo dalla distribuzione di pan biscotto...
Una domanda: come funziona per l'idoneità informatica e quella linguistica? non sono forse "praticamente" obbligatori per tutti gli studenti?
buona giornata
Silvia Tecchio
'''Claudio Fabbri'''
venerdì 4 aprile 2014 18.33
Cari/e,
mi riallaccio all’ultima email di Christian, quella che inizia con “Si ho letto la bozza”. Specifico perche’ questa mia email e’ un finto replay alla email di Christan che ho sul mio indirizzo privato.
Forse non ho capito bene il punto della questione. Dobbiamo presentare un progetto per un corso di base per le matricole, abbiamo identificato, producendo un documento frutto del lavoro del gruppo, un certo numero di risultati d’apprendimento attesi per un corso di base, obiettivi d’apprendimento su cui pensavo fossimo tutti d’accordo, li abbiamo discussi e scritti noi. Ora: un catalogo e’ un catalogo, un libro e’ un libro, una notizia inaffidabile e’ il contrario di una affidabile, dove sta la criticita’? Nel momento in cui pensiamo a qualcosa che dovra’ (attualmente in teoria) essere sottoposto a una decina di migliaia di studenti al primo anno di corso e’ inevitabile concentrarci su cio’ che e’ comune a questi ragazzi e ragazze e che ci siano, almeno in parte, contenuti ed anche modalita’ didattiche “tutte uguali”. Poi se io voglio fare un esempio di ricerca per autore in opac con Susanna Tamaro, bibliotecaria x con Aleister Crowley e bibliotecario y con Ignazio di Loyola, nessuno ci tagliera’ le mani credo, dato che tutte e tre le ricerche hanno l’identico fine di insegnare a usare questi stramaledettissimi opac, che dio strafulmini chi li ha inventati.
Una ultima nota, che devo smontare dal lavoro e andare a bere la Ceres al bar detta stazione: presumo che alla fine, questi corsi, di 3, 3 e mezzo, 5 ore, in elearning, blended learning, blended learning no perche’ ho proprio ieri escogitato il fantastico modulo instant learning ecc. ecc., abbiano due obiettivi STRATEGICI che non dobbiamo mai perdere di vista a pena dello sfacelo: spezzare il muro dell’indifferenza istituzionale alla sfida IL, e questa opportunita’, incredibilmente, fosse anche per astrale coniugazione, in questo momento l’abbiamo tra le mani; rendere i ragazzi coscienti dell’ESISTENZA delle questioni sollevate dall’information literacy e che queste cose possono essere molto importanti per loro, cosi’ come l’aria pura e’ diversa dall’aria sporca, ma te ne accorgi solo quando respiri la seconda. Poi ognuno si regoli di conseguenza.
A lunedi’.
Claudio
'''Alina'''
4 Aprile
Arri-Buongiorno!
Dunque chiariamo subito alcuni aspetti fondamentali. Avete letto la bozza del progetto? C'e' un INTERO paragrafo dedicato alle altre aree da coinvolgere. E' evidente che una proposta cosi' ambiziosa che si ripromette di coinvolgere almeno potenzialmente TUTTE le matricole di unibo non va da nessuna parte senza il coinvolgimento e la collaborazione attiva dei colleghi che lavorano all'orientamento, alla didattica (AFORM) e e-learnig!
Non possiamo pensare di fare tutto da soli!!!
Quanto alle ultime osservazioni di Christian, sono d'accordo che bisogna investire in video promozionali (a questo riguardo vi metto in calce la mail che ho mandato ieri a Cammarano!!!). Quanto pero' alla sua contrareita' alla standardizzazione tayloristica, faccio presente che questo ci ha chiesto Cammarano in realta' e questo dobbiamo proporgli secondo me, salvo poi in sede di discussione della proposta (la sede sara' in primis il Comitato d'indirizzo sba) confrontarsi con proposte alternative che potrebbero venire dai componenti del comuitato (ci saranno 5 bibliotecari in rappresentanza delle maroaree disciplinari e 5 docenti sempre in rappresentanza delle macroaree e gli studenti anche!).
E' chiaro poi che in concomitanza con questa iniziativa se dovesse davvero partire andrebbero rimodulati di conseguenza gli attuali corsi!
Faccio un esempio: i corsi del cicu. I colleghi potrebbero condizionare l'iscrizione dei loro studenti al fatto di aver gia' seguito il corso di base e nel loro corso trattare solo le risorse disciplinari saltando la parte su opac e acnp o ritrattandola in maniera 'avanzata'e  mirata disciplinarmente.
Ciao ciao
Alina
Dimenticavo, il computo dei colleghi che hanno seguito il corso di Muzzarelli e' stato fatto 'scontando' i colleghi ASDD e infatti ho parlato di 45 e non di 90 colleghi
'''Christian'''
4 aprile 10.41
Buon giorno a tutt*
i singoli contenuti in dettaglio dovranno essere oggetto di valutazione da parte dei colleghi che andranno a tenere i corsi (confrontandosi con i tutor e le scuole) e adattandoli in base alla loro esperienza di formazione. Non credo sia utile standardizzare i contenuti in stile taylorista. E' invece necessario fissare degli obbiettivi generali in termini di abilità da acquisire che possano essere chiari e universali.
Anche l'idea che si debba stabilire in partenza per tutti i contesti la stessa metodologia e le proporzioni (blended, elearning, etc). Non stiamo progettando un prodotto seriale e industriale che i colleghi come operai in catena di montaggio devono applicare. Se io predispongo in accordo con la scuola un corso in Moodle in autoformazione, con alcuni moduli e dei tutorial in video, con un sistema di valutazione in automatico. Se questo sistema funziona deve poter funzionare.
Se al Cicu fanno già 4 corsi al mese e li vogliono spezzare in un modulo base per le matricole e un modulo avanzato fruibili separatamente perchè dobbiamo imporre loro un altro modello prefissato?
Il problema nel gestire 15mila persone non sono comunque i contenuti. I problemi maggiori saranno logistici, organizzativi e promozionali. E' chiaro che ora non abbiamo gli strumenti per 1) iscrivere migliaia di persone, 2) fissare aule di dimensioni adatte varie volte al mese in concorrenza con le altre iniziative didattiche 3) promuovere i corsi presso le matricole. Quali strumenti di promozione abbiamo a parte i siti della biblioteca e i volantini artigianali? Chi scrive agli studenti, chi li contatta? Abbiamo dei centralini in biblioteca per rispondere alle richieste di informazioni? Abbiamo qualche soldino da investire in video promozionali?
Bisogna esplicitare che questi oneri non dovranno essere a carico delle biblioteche integralmente ma delle scuole. Ho passato intere mattine al telefono per avere i nominativi di 30 dottorandi da un tutor e non do per scontato nessuna collaborazione che non sia fissata negli oneri rispettivi dei vari uffici.
Il computo dei possibili bibliotecari attivi, basati sulla iscrizione al corso di Muzzarelli, non è affidabile: Vincenzo e Orietta verranno a fare i corsi alle matricole? E i colleghi che si occupano di altri servizi li abbandoneranno in massa per dedicarsi alla formazione? Il conto potrebbe funzionare se tutti i colleghi fossero neo assunti da destinare a qualche incarico e senza alcuna mansione lavorativa. Ma dato che molti di noi hanno già cose da fare, il problema è quanto tempo possiamo dedicare a questa attività compatibilmente con tutte le altre (che plausibilmente non cesseranno). Se è un corso al mese non c'è problema, se sono 4 corsi a settimana ( e ribadisco il problema non è solamente quelle ore che passi in aula ma quelle che passi a rispondere alle mail, alle telefonate per fissare le aule, prenotare gli studenti, dare informazioni, fare volantini, aggiornare la pagina del sito, organizzare riunione con i colleghi per turnarsi... non ultimo ripassare i contenuti e prepararsi)
La maggiore attenzione dovremmo + prosaicamente dedicarla agli aspetti organizzativi piuttosto che alla standardizzazione dei singoli contenuti e alla scelta del nome. Per esempio, cerchiamo che i corsi siano inseriti nell'attività di programmazione delle scuole per quanto riguarda gli aspetti logistici e delle segreterie per quanto riguarda gli aspetti informativi. La collaborazione di queste realtà non deve essere data per scontata. Chiediamo inoltre risorse da investire nella promozione e in risorse multimediali (video, tutorial da inserire in vimeo o youtube).
scusate la tirata
chris
'''Massimo'''
se non erro era una ipotesi, ne stiamo infatti discutendo, d'altra parte si era anche detto che questa iniziativa non andrebbe ad aggiungersi a quello che già nelle biblioteche si fa per non creare un sovraccarico di lavoro. Mantenere i corsi tradizionali ed aggiungere questa nuova iniziativa presenta diversi aspetti problematici come cercavo di illustrare e che vanno pianificati per evitare appunto storture o risultati inferiori alle aspettative.
Oltre a creare un po' di confusione negli studenti che si vedono offrire un corso generalista e corsi disciplinari, ci troveremmo una matricola che viene al corso istituzionale sotto l'egida asdd e poi magari la settimana dopo viene in biblioteca per il corso disciplinare e magari continuerà a scrivere cass pen nel campo titolo dell'opac perchè nel corso istituzionale gli ho parlato della differenza tra romanzo e saggio, ma mi sono guardato bene dal dirgli che le sentenze non si cercano nell'opac, risultato: doppio lavoro, doppia fatica, poca efficacia.... oppure lo studente ritiene di essere già formato e in biblioteca non ci viene più, salvo scontrarsi casualmente in quache difficoltà di ricerca... o ancora, uno studente di farmacologia dirà: ma che ci vado a fare al corso generale, mi parlano delle differenze delle varie edizioni di un libro... io ho a che fare con isotopi e culture in vitro mica con I promessi sposi :-)
E poi se tutti facciamo tutto, ci troveremmo ad affrontare anche altri paradossi, ad es. noi che abbiamo tante matricole, faremo dei corsi frequentati da studenti di chimica ed ingegneria, ma non dai nostri? E come ci comporteremo?  facciamo degli esempi su come ricercare i promessi sposi? Inoltre, se vogliamo usare questa occasione anche come leva promozionale qualche aggancio pratico dovremo pur darlo,come diceva anche Muzzarelli al corso, occorre far capire che quello che si fa ha una utilità immediata e non solo in un remoto futuro.
Giustamente come osserva Claudio, l'organizzazione va pianificata, o abbandoniamo per un anno i corsi disciplinari e ci dedichiamo tutti ai soli corsi generali, limitandoci eventualmente ad offrire solo corsi di approfondimento strettamente riservati ai laureandi oppure sotto la cornice del progetto che presentiamo a Cammarano, ogni biblioteca offrirà la sua disponibilità (possiamo basarci sull'ipotesi formulata da Alina, un corso al mese per ogni bibliotecario che partecipa) saranno poi gli utenti a smistarsi autonomamente in base all'ambito disciplinare,  possiamo anche pensare ad aggregazioni disciplinari affini sia per quanto riguarda i formatori che gli studenti.
Mi rendo conto che la situazione nei campus è differente, ma con i dovuti adattamenti si può declinare anche nei campus il modello che ho esposto sopra.
Massimo C
'''Alina'''
4 aprile
Carissim*,
a seguito di tutte le vostre interessanti e sensatissime osservazioni e argomentazioni propongo di procedere in questo modo. Faremo due ipotesi progettuali distinte:
a) corso di base interdisciplinare da offrire a tutti gli studenti che s'iscrivono per la prima volta all'Ateneo di bologna
b) corso di base con caratterizzazione disciplinare da offrire a tutti gli studenti che s'iscrivono per la prima volta all'Ateneo di bologna
evidenziando vantaggi e svantaggi di entrambe le soluzioni.
Il vantaggio ad esempio della soluzione'intedisciplinare' e' la possibilita' di alternare un cospicuo numero di bibliotecari sui corsi. Gli svantaggi sono quelli argomentati da Massimo e da altri nelle mail precedenti.
Lo svantaggio della soluzione del corso caratterizzato disciplinarmente e' che ci sarebbero alcune aree disciplinari che si troverebbero ad avere un carico di corsi molto piu' elevato di altre (ma si potrebbe ovviare ipotizzando anche in questo caso un 'aiuto' dalle aree meno sovraccariche). A questo riguardo allego un file nel quale William ha suddiviso le matricole in base ai campus (e vedrete che anche qui si evidenzia un carico piu' elevato per rimini e forli che pero' potrebbe essere riequilibrato ipotizzando che i colleghi di cesena e ravenna o anche di bologna possano intervenire aiutando). Chiederei a qualcono di voi (Claudio? Fabio? Altri?) di utilizzare il file di william per fare delle proiezioni di numero di corsi da fare alle matricole raggruppate in base alle scuole (utilizzando il file che avevo estratto anch'io dal MIUR) cosi' possiamo sostanziare entrambe le proposte con calcoli abbastanza precisi. Chi si offre?
Che ve ne pare?
Buona giornata e buon week end!
'''Massimo Urbini'''
4 aprile
L’osservazione di Claudio mi sembra ineccepibile. Capisco i modi diversi di usare le fonti comuni ma secondo me un corso di base potrebbe anche accontetntarsi di rimanere al di qua della soglia disciplinare. Cio’ detto, mi intrometto a mia volta per un chiarimento sui calcoli dei carichi. Per quanto riguarda i destinatari, abbiamo preso a riferimento gli immatricolati, ovvero coloro che si iscrivono per la prima volta a un corso universitario (13.500 studenti). Se prendiamo a riferimento gli iscritti al primo anno di corso di un CdL triennale oppure magistrale a ciclo unico, il numero cresce a poco piu' di 16.100. Se poi ci mettiamo anche gli iscritti al primo anno di una specialistica, arriviamo a 22.000 studenti. La fonte e' l'anagrafe nazionale studentio del MIUR. L'a.a. di riferimento e' il 2012/13, non essendo disponibile a oggi la.a. corrente. Allego i dati.
A parita' degli altri valori (numero studenti per edizione, numero mesi di erogazione di corsi all'anno), arriviamo a 54 edizioni/mese (nel caso delle solo lauree triennali o a ciclo unico) oppure a 74 edizioni/mese (includendo le specialistiche).
Data la varia provenienza degli iscritti (non tutti gli iscritti a una laurea specialistica hanno fatto la triennale a Unibo) dovrebbe essere presa in considerazione l'inclusione anche ti questa fetta di stidenti ai corsi di base. Anche escludendo dall'"obbligo di frequenza" coloro che hanno gia' frequentato il corso in un CdL precedente a Unibo, il numero dei destinatari cresce di qualche migliaio.
Insomma: se quanto precede e' sensato, terrei buono il principio del blended learning come modalita' di erogazione ma interpretato nel senso di puntare decisamente a un modulo e-learning, con test di verifica, forum etc. (tutte cose che si possono organizzare in tempi accettabili), passando contemporaneamente alla estensione progressiva delle lezioni frontali, in un arco di tempo ragionevole, e qui mi collego alle considerazioni fatte da Rita e altre colleghe.
Se invece vogliamo tenere ferma l'ipotesi iniziale (destinatari=immatricolati e blended learning nel senso di tutorial online e lezione frontale di 3 ore obbligatoria per tutti da subito) lo specificherei piu' chiaramente nel testo del progetto alla pagina 2, par. "Obiettivo generale del corso": “Offrire a tutti gli studenti che s’iscrivono per la prima volta all’Ateneo di Bologna un corso di formazione sulla ricerca documentale”.
Buona giornata
Massimo
'''Claudio Fabbri'''
venerdì 4 aprile 2014 08:43
Scusate mi intrometto nella discussione disciplinare/generale.Se abbiamo detto che una matricola potra' iscriversi a qualsiasi data di qualsiasi corso organizzato da qualsiasi biblioteca, come facciamo a mettere nei corsi dei contenuti disciplinari?
Claudio
'''Fabio Zauli'''
Sostanzialmente siamo d'accordo, stiamo solo discutendo su comeraggiungere l'obiettivo, cioe' sul come essere efficaci ;-)
In un'ottica di idoneita' generalizzata io la immagino cosi':formazione a distanza con il CIL e poi aula per tre ore in cui
declinare piu' o meno esplicitamente su un'area disciplinare ma restando sull'ordinario.
Esemplificando, a giurisprudenza cercare la definizione di rifiuto solido urbano; ad agraria verificare quali varieta' di frumento OGM sono coltivate in Italia; a medicina indagare la notizia che correla autismo/vaccini. Per capirci, far capire ad un giovinotto di 19 anni che la formazione universitaria non e' utile solo per superare gli esami ma serve avere maggiore consapevolezza di quel che si legge quotidianamente.
A margine, un aneddoto capitato lo scorso mercoledi', all'aggiornamento del corso antincendio. L'ingegnere dei Vigili del
Fuoco, capace nel tenere per un paio d'ore l'aula, a un certo punto ha accennato a "come calcolare il carico di incendio di una stanza". Come si fa? Si cerca su Google, secondo lui. Si', si puo' cercare anche su Google ma con molti ma ;-)ciao
Fabio
'''Massimo Caravita'''
giovedì 3 aprile 2014 17.08
Chiarisco, non intendevo dire che ad una matricola gli somministriamo 2 ore di lexis nexis ;-) , ma i contenuti di base potremmo contestualizzarli nell'ambito disciplinare. il mio sarà un adattamento all'ambiente in cui lavoro, ma troverei più utile indicargli come e dove trovare le sentenze, piuttosto che parlargli genericamente della distinzione tra saggio, articolo, romanzo.... in questo modo si smusserebbe anche la distinzione tra la matricola che verrebbe a fare
il nuovo corso istituzionale e quella che verrebbe in biblioteca. No?
Massimo C
'''Fabio Zauli'''
Ciaotutt*,
vorrei fare da contraltare a Massimo perche', al contrario, io sono convinto che questi corsi debbano [solo] fare intravadere la complessita' della ricerca bibliografica di qualita'. Corsi cosi'massivi penso debbano essere obbligatoriamente standardizzati, a maggior ragione quando destinati a matricole. Piu' che spiegare ad una matricola di psicologia che PsycInfo e' una risorsa disciplinare dedicata mentre ASFA per i biologi marini, io
penso che sia piu' importante insegnare come riconoscere ed
interpretare una risorsa utile quindi affidabile, aggiornata. Il resto
verra' al momento della tesi.
Per farla breve, a me interesserebbe piu' che indicare la tal banca
dati in un'ottica contingente, dare conto della complessita',
trattando argomenti non necessariamente legati al curriculum del corso di
studi proprio perche'
il lifelong learning funziona se lo scinde dall'esperienza
strettamente accademica.
Quindi, non solo Information Literacy per tutti ma Information
Literacy sempre :-)
Gia' che ci sono, segnalo l'intervento di Cammarano sul Corriere di
Bologna di ieri: L'industria del quiz
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/opinioni/2014/2-aprile-2014/industria-quiz-2236399025.shtml
in particolare sui test, il loro valore e l'uso che ne viene fatto.
Per la bozza, penso che "Offrire a tutti gli studenti che s'iscrivono all'Ateneo di Bologna un corso di formazione sulla ricerca documentale" debba essere rafforzato se l'obiettivo e' ambizioso. Il corso di formazione dovrebbe essere presentato come un'idoneita' (non ricordo piu' in quale Corso di Laurea, c'era un'idoneita' informatica ed una di inglese): cosi'l'UniBo potrebbe senz'altro dire di avere qualificato la propria offerta formativa.
Fabio
'''Massimo Caravita'''
giovedì 3 aprile 2014 12.28
allego il file con un paio di modifiche.
Per quanto riguarda il titolo, non sono molto fantasioso: La ricerca
documentale in biblioteca.
Nel paragrafo sulle fasi del progetto manca l'erogazione. Quando facciamo i corsi e per quanto tempo? Se ne parla nel paragrafo
dedicato alle risorse umane, ma credo che sia necessario inserirlo anche tra le fasi del progetto.
Come vi ho accennato, sono un po' perplesso su un corso "generico", svincolato da un aggancio disciplinare, credo che sia molto difficile motivare e/o formare una matricola parlandogli della differenza tra una rivista accademica ed una divulgativa, per questo propongo di lasciare ad ogni biblioteca la scelta dei contenuti disciplinari da veicolare in queste attività formative, che per forza di cosa saranno limitati e di base, si potrebbe inserire almeno un punto nel paragrafo
dei risultati dell'apprendimento del genere:gli studenti siano in grado di orientarsi efficacemente tra le risorse disciplinari di riferimento
Questa considerazione mi porta ad aggiungere un altro aspetto che penso sia comune ad altre biblioteche, al Cicu facciamo ormai un corso a settimana dedicato a tutti gli studenti, matricole e laureandi, come si inserisce questa nuova offerta nel contesto dei nostri corsi? o come ci dobbiamo riorganizzare alla luce di questa offerta? ad es. una matricola che viene al corso "tradizionale" del Cicu, non sono tante ma ci sono, oltre all'opac, acnp ecc. ha un orientamento di base su
banche dati, strategie di ricerca giuridica ecc., una matricola che verrà al corso istituzionale avrà una formazione generale non focalizzata sulla ricerca giuridica. Come gestire questa situazione?
Nel paragrafo Rischi, eventuali vincoli ecc.
a mio avviso è data molta enfasi allo sviluppo delle abilità trasversali e lo sviluppo di competenze spendibili nel proprio ambito disciplinare è dato per scontato, credo che il messaggio giunga più facilmente alla nostra controparte politica se esplicitiamo che le ricadute in ambito disciplinare sono significative e al contempo asciugherei la parte delle competenze trasversali, ad es.:
"Teniamo conto che quest'attività delle biblioteche a sostegno dello studio, non solo non interferirebbe con la didattica curriculare, ma verrebbe a costituire un notevole rafforzamento delle competenze disciplinari ed un potenziamento delle competenze trasversali."
Buona giornata a tutti/e
Massimo C
Alina Renditiso
Caro Claudio,
intanto ti faccio mille auguri di pronta e veloce guarigione! Venendo alle tue osservazioni giustamente dubbiose sul periodo luglio-settembre sono piu'che sensate; del resto se ipotizziamo di partire con il prossimo anno come fare diversamente? Vuol dire che se non ci dovessimo riuscire il progetto partira' concretamente l'anno successivo. La mia sensazione
pero' e' che se- grazie anche alla forte motivazione di Cammarano - riuscissimo a convincere davvero le 'alte sfere' (in primis Fiorentini) dopo la strada sarebbe in discesa e anche le aree da convolgere andrebbero a passo di lepre inseguita dai cacciatori...
Chiedo al resto del gruppo di leggere la bozza e mandare un feed back
(anche negativo, non mi offendo!!!!) perche' entro venerdi' vorrei
mandarla a Leonardo e a Cammarano (ovviamente specificando che e' una
primissima bozza per l'appunto!) Buona e bella giornata a voi tutt*
Alina
'''
Claudio Fabbri'''
1 aprile 2014 15.56
Rispondo dal divano di casa mia in quanto malato. Ho un dubbio sul periodo luglio-settembre 2014. Quanto possiamo confidare
realisticamente nei tempi di risposta delle varie strutture unibo coinvolte? Un esempio stupido: il sistema di prenotazione
centralizzato. Chi ce lo fa? Quanto tempo può essere necessario? Sapete come è l'estate a Bologna. Crolla persino la vendita del tavernello.
Claudio
'''Alina Renditiso'''
Carissim*,
sperando di non stressarvi eccessivamente vi mando una nuova bozza del progetto in seguito anche al alcune modifiche che mi sono pervenute. Cercate di dirmi entro un paio di gg. cosa ve ne sembra perche' anche se occorre ancora lavorarci la mia intenzione e' di spedirla a breve a Cammarano per verificare al piu' presto se ci stiamomuovendo nella
direzione giusta (dal punto di vista di quello che lui ci ha chiesto).
Grazie!
Alina
'''Fabio'''
luendi 31 marzo
Ciao tutt*,
della bozza di progetto, cambierei nome al corso standard. “L’ABC della ricerca documentale” mi sembra richiami chiaramente l’”ABC della ricerca", il corso IL dell’UniPd. Bisognerebbe differenziarlo, altrimenti sembra che replichiamo un’altra esperienza e diamo meno valore al progetto, in particolare in sede di presentazione. (Piaccia o no, potere dire di presentare qualcosa di nuovo rende il progetto piu’ accattivante agli occhi dei decisori).
Io andrei avanti con la bozza e la presenterei al nostro presidente Cammarano sottolineando che per rendere effettivo il progetto e’ bene partire con una politica del “poco ma bene” quindi su un numero limitato di studenti. Altrimenti il rischio e’ impantanarsi in problemi logistici e risultati inefficaci.
Sono vagamente e moderatamente ottimista 
ciao
fabio


'''Rita Patregnani'''
'''Rita Patregnani'''
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Alina Renditiso
Alina Renditiso
Buongiorno a tutti
18 settembre Claudia Cavicchi
Sono appena entrata nel gruppo di lavoro.
Non intendo sconvolgere il percorso del progetto, ma  ho letto la proposta del format del corso e avrei qualche perplessità da esporre.
Mi sento un po’ a disagio perché forse sollevo questioni che voi avete già affrontato e risolto  insieme in precedenti discussioni e questa mia mail  suonerà inopportuna.
Parto considerando che  i destinatari del corso saranno matricole: è  il caso di riempirli di tante informazioni delle quali ai più sfuggirà l’importanza visto che non seguirà l’utilizzo immediato nella loro vita quotidiana?
Mi chiedo se davvero uno studente al primo anno di corso, invitato a conoscere i servizi bibliotecari dell’università alla quale si è iscritto, possa spingere il suo interesse oltre la consultazione del catalogo e l’utilizzo del servizio di prestito del libro consigliato dal docente. Stili citazionali, plagio, fonti sono  argomenti certamente importanti  ma  verranno affrontati molto più in là.Il mio dubbio è il rischio di fare un lavoro inutile ed allontanare invece che avvicinare i nostri studenti,  a meno che non lo si scomponga per step in base all’anno di corso frequentato.
Mi appello alla clemenza della corte.
Claudia
Risposta di Alina del 18 settembre
Cara Claudia,
nessun problema!! Hai fatto benissimo a dire la tua. Questo e’ un gruppo molto libero, anzi e’ una piccola oasi di libero pensiero…ma cio’ non toglie che anche da liberi pensatori dobbiamo fare i conti con la parte politica e manageriale dell’ateneo e mediare strenuamente con questa.
Giustamente tu non avendo partecipato alle fasi precedenti della proposta progettuale non potevi sapere che i dubbi che esprimi sono stati espressi anche da altri colleghi (e infatti manifesti giustamente tu stessa questo timore!) ma l’input di rivolgersi alle matricole ci e’ arrivato dal Presidente Sba e ci siamo dovuti attenere alla sua proposta.
Nella pagina discussioni del Wiki trovi riprodotto il lunghissimo brainstorm che il gruppo ha fatto (e adesso ci copincollero’ anche il tuo pensiero!) mentre concepivamo il progetto. Non so se hai la pazienza e il tempo di leggerlo, ma e’ interessante per capire la genesi, i dubbi e i vincoli.
Resta il fatto che io ho dovuto mettere tutta una serie di ‘contenuti’ nella proposta perche’ sapevo che Fiorentini era sensibile a questi temi anche se concordo totalmente con te che sono troppo avanzati per delle matricole.
Diciamo che rifacendoci alla distinzione ‘muzzarelliana’ tra obiettivi di ‘stimolo’ e obiettivi di ‘sviluppo’ gli obiettivi formativi del nostro corso sarebbero ESCLUSIVAMENTE di stimolo!
Rispondo anche a Claudio per dirgli che accolgo la sua proposta che mi sembra oltremodo sensata.
W i Claudi!
Alina

Versione attuale delle 15:30, 2 ott 2014

                                  Discussione sulla proposta di Cammarano:

Punti d'attenzione secondo Cammarano: "un aspetto importante del lavoro di preparazione del progetto: nella costruzione del modello ipotetico è importante dimostrare la fattibilità (in termini d'insegnanti e di aule in particolar modo) di quanto si propone e dunque per questo è necessario lavorare su un numero ipotetico, diciamo una proiezione, di matricole. L'idea è quella di presentarsi ai vertici facendo vedere loro che la cosa non comporta esborsi, forzature, lesione di diritti, problemi di vario genere, quindi mostrare dati sulla non traumatica spalmabilità nel tempo e nello spazio dei mini-corsi. Il suggerimento è dunque presentare molti numeri riconoscibili come attendibili.


Rita 23 Aprile

Gli aspetti logistici di Forlì coincidono con quelli di Rimini: un’aula da 42 da prenotare il prima possibile.

Quanto agli orari, in caso di obbligatorietà, credo andrebbero concordati anche con le scuole per evitare le sovrapposizioni, tanto più che i partecipanti non devono/possono essere molti per singola data. Ciao,Rita



Claudio Fabbri 23 Aprile

Carissime e carissimi, superata credo la querelle tra contenuto generale vs disciplinare dei corsi interevengo sulla questione sollevata da Massimo, questione che, in questo caso, deve essere attentamente da noi considerata, perche' effettivamente non eludibile. In specie parlo dell'opzione corso obbligatorio da subito / sperimentazione pilota su numeri circoscritti o corso non obbligatorio da subito. Faccio due conti, grossolani ma questi sono. Al polo di Rimini ci sono state, all'incirca, un migliaio di matricole. 1000 diviso 35 persone per corso fa 35 incontri con le matricole da erogare durante un normale anno accademico (da ottobre a maggio?). Questa mattina mi sono interessato, in via del tutto informale, alla disponibilita' delle nostre aule informatiche. Abbiamo 3/4 aule, ma soltanto una ha la capienza (40 posti) adatta a quello che dovremmo fare. Durante l'anno accademico questa e le altre aule sono occupate dalle lezioni e da un certo numero di ore in cui devono rimanere libere a disposizione degli studenti. Nonostante questo, la collega a cui mi sono rivolto pensa che si dovrebbe poter trovare del posto per un paio di corsi alla settimana (ha usato il condizionale), ma queste prenotazioni devono essere messe in agenda entro il mese di giugno dell'anno accademico in cui si intende attivare l'insegnamento e deve essere coinvolto preventivamente il dirigente del campus. Questo per quanto riguarda uno degli aspetti logistici del progetto. Non credo sia realistico pensare di consigliare a questi studenti di andare a Cesena o altrove per frequentare il corso, almeno per due motivi: non penso che gli altri poli siamo messi meglio di noi; congetturo che una simile proposta sarebbe quanto meno "irrituale". Altro aspetto: il personale. Quello che mi preoccupa non e' tanto il carico di lavoro consistente nel preparare e condurre i corsi in presenza (cioe', mi preoccupa, ma vorrei sottoporre alla vostra attenzione un altro aspetto) quanto il fatto che questa massa di studenti deve essere seguita: se dovranno fare esercitazioni, verifiche, esami veri e propri, queste verifiche/esercitazioni/esami dovranno essere visionate e corrette. Si prevedera' l'aiuto di colleghi o colleghe provenienti da altre strutture meno oberate? E su quale base? Volontaristica, con atto di imperio? Un'ultima osservazione, la piu' spinosa e volgare. Mi assumo la responsabilita' del mio mal pensare. Renzi ci vuole dare 80 euro in piu' al mese (magari); un articolo di Repubblica di ieri dice che la burokrazia fara' muro di gomma e boicottaggio per rendere vano il progetto. La domanda che pongo e' la seguente: siamo sicuri che tutti i nostri colleghi e colleghe accoglieranno con simpatia e benevolenza l'onere di organizzare corsi a tappeto alle loro matricole, oppure potremmo prevedere una risposta non proprio entusiastica con effetti di resistenza/sabotaggio/rancori, se non addirittura aperta insurrezione? Forse sto esagerando le difficolta', e probablmente la distanza geografica (isolamento) del Polo di Rimini rispetto all'augusto corpo dell'Alma Mater falsa le corrette prospettive del problema, ma fino ad ora abbiamo sempre suonato con la nostra orchestrina alla festa parrocchiale, e adesso ci chiedono di organizzare Woodstock. Si puo' fare, ma consideriamo in anticipo tutte le variabili, anche le piu' sgradevoli. Claudio




Massimo Caravita 23 Aprile

Ho riletto l'ultima bozza e quanto Alina ha scritto del feedback di Cammarano e vi propongo alcune osservazioni.

Nella discussione all'interno del gruppo di lavoro, i nodi "numero dei destinatari" e progetto pilota/progetto a regime oscillano tra posizioni opposte. E' evidente che proporre a tutte le matricole un'occasione formativa non vuol dire che tutte le matricole partecipino a tale formazione, anche ipotizzando una promozione massiccia da parte dell'ateneo, possiamo prevedere facilmente numeri gestibili di utenti, nondimeno si è offerta la possibilità di partecipare a tutti gli studenti del primo anno. Un'ipotesi di questo tipo si regge e si può inserire nelle nostre tradizionali attività formative, senza avere un impatto devastante, occorre però una accurata pianificazione di varie attività: predisporre la necessaria campagna di comunicazione e coinvolgere gli uffici per la disponibilità delle aule, la predisposizione del calendario, le modalità di iscrizione ecc. Altro discorso è chiedere ai nostri referenti accademici che tale formazione sia resa obbligatoria. Ci troveremmo ad affrontare una tale massa critica che logisticamente non potremmo gestire. Non potremmo gestire per tutta quella serie di motivazioni che altri colleghi hanno ben esposto: siamo sotto organico, facciamo fatica a garantire gli orari dei servizi, indisponibilità delle aule, chi e come provvedere a garantire la logistica adeguata, disponibilità dei direttori a chiudere servizi e/o strutture per fare queste attività formative ecc. Senza contare che tale ipotesi richiederebbe soluzioni logistiche straordinarie ed una enorme mole di lavoro relativa alla pianificazione delle iscrizioni e della predisposizione del calendario che noi non siamo in grado di assicurare e non credo che gli uffici centrali vogliano sobbarcarsi. A questo proposito credo che dobbiamo essere molto chiari su chi fa cosa e quale tipo di collaborazione richiediamo, altrimenti ci troveremmo ad affrontare tutto da soli. Prima di essere accusato di villipendio delle istituzioni, disfattismo, tradimento della patria, relativismo agnostico e apostasia, :-D vi inviterei a formulare soluzioni su come suddividere 13.500 studenti nelle varie date proposte?  ;-)

buona giornata a tutti/e

Massimo



Elena Collina At 11.22 11/04/2014

Ciao gruppo, Fabio pone due domande che esprimono le mie stesse perplessità riguardo alla caratterizzazione disciplinare dei progettati interventi di alfabetizzazione. Mi limito quindi a sottolineare come la difficoltà a recuperare dati certi dimostri come la via interdisciplinare sia, a mio avviso, tortuosa e diseconomica. Per ora, consapevoli della parziale rispondenza dei dati, il senso di lavorarli comunque, risiede esclusivamente nel tentativo di una prima simulazione nell'ottica del disciplinare. Invito pertanto tutti i colleghi che come Christian o Rossella ravvedano delle migliorie e/o correzioni da apportare al file di procedere direttamente con la massima tranquillità e salvare poi il file in area comune: Z:\Iniziative_e_progetti\Progetto Cammarano


Aggiungo che nell'articolo L'industria del quiz segnalato da Fabio si legge: Una soluzione potrebbe essere quella di convertire i quiz dal loro attuale profilo di misuratori di competenze (in questa fase peraltro non dovute e quindi da non richiedere) in quello d’indicatori di attitudini. Come? A settembre (o prima) tutti gli interessati ai corsi di laurea a numero chiuso dovranno dimostrare la loro attitudine allo studio (perché è questo che si chiede loro di saper fare dopo l’immatricolazione) affrontando una prova, la stessa per tutti i corsi, di comprensione di un testo dalle diverse chiavi di lettura.

Inoltre, sempre a sostegno della via interdisciplinare, riporto quanto ben sintetizzato da Claudio e ribadito da Silvia: Dobbiamo presentare un progetto per un corso di base per le matricole, abbiamo identificato, producendo un documento frutto del lavoro del gruppo, un certo numero di risultati d’apprendimento attesi per un corso di base, obiettivi d’apprendimento su cui pensavo fossimo tutti d’accordo, li abbiamo discussi e scritti noi. Ora: un catalogo è un catalogo, un libro è un libro, una notizia inaffidabile è il contrario di una affidabile, dove sta la criticità? Nel momento in cui pensiamo a qualcosa che dovrà (attualmente in teoria) essere sottoposto a una decina di migliaia di studenti al primo anno di corso è inevitabile concentrarci su ciò che è comune a questi ragazzi e ragazze e che ci siano, almeno in parte, contenuti ed anche modalità didattiche “tutte uguali”.

D'altra parte, come dice Alina, questo primo set ce lo giochiamo fra noi per avere un eventuale vantaggio nel caso qualcuno ci inviti a uscire dal cortile ed entrare davvero in campo, in terra battuta erba o cemento che sia. A presto lacollins




Fabio

10 aprile

Ciaotutt*, provo a dichiarare due miei dubbi circa l’individuazione di una relazione tra Corsi di Laurea/biblioteche e relativi corsi, in modo che i bibliotecari possano svolgere corsi nella propria area disciplinare di pertinenza.


1. Da file elaborato dalla Collins, basatasi sulla associazione Scuole<-- --> biblioteche come reperite nel sito UniBo mi sembra ci sia qualche elemento macroscopico di perplessita’. Ad esempio, nessuna biblioteca associata alla Scuola di Lettere e Beni Culturali, eppure a Ravenna il nucleo principale della biblioteca centrale e’ dato dall’ex biblioteca di Beni Culturali. Ha senso lavorare su dati non rispondenti a quel che si intende come vero?;

2. Sulle biblioteche centrali (almeno Ravenna, Forlì e Rimini) cui afferiscono diverse Scuole quindi Corsi di Laurea, come regolarsi? A Ravenna abbiamo almeno 5 scuole quindi, quale carico individuare per i bibliotecari considerato che vi fanno riferimento Corsi di Laurea con caratteristiche didattiche variegate (vedi legenda di Christian), numeri di matricole molto diversi e cosi’ eterogenei?

ciao



Fabio 10 Aprile

Ciaotutt*, provo a dichiarare due miei dubbi circa l’individuazione di una relazione tra Corsi di Laurea/biblioteche e relativi corsi, in modo che i bibliotecari possano svolgere corsi nella propria area disciplinare di pertinenza.

1. Da file elaborato dalla Collins, basatasi sulla associazione Scuole  biblioteche come reperite nel sito UniBo mi sembra ci sia qualche elemento macroscopico di perplessita’. Ad esempio, nessuna biblioteca associata alla Scuola di Lettere e Beni Culturali, eppure a Ravenna il nucleo principale della biblioteca centrale e’ dato dall’ex biblioteca di Beni Culturali. Ha senso lavorare su dati non rispondenti a quel che si intende come vero?; 2. Sulle biblioteche centrali (almeno Ravenna, Forlì e Rimini) cui afferiscono diverse Scuole quindi Corsi di Laurea, come regolarsi? A Ravenna abbiamo almeno 5 scuole quindi, quale carico individuare per i bibliotecari considerato che vi fanno riferimento Corsi di Laurea con caratteristiche didattiche variegate (vedi legenda di Christian), numeri di matricole molto diversi e cosi’ eterogenei?

ciao f



Massimo Caravita 7 aprile

sono convinto che facciamo un po' fatica a capirci :-) e che su tanti contenuti non ci sia disaccordo, stiamo passando da questioni organizzative ad altro confondendo un po' le cose, ma è fisiologico in questo nostro flusso di osservazioni. Decidiamo prima come erogare o cosa erogare? Nei nostri interventi abbiamo spesso invertito i termini e ciò ha creato confusione. Se gli studenti potranno scegliere liberamente il corso che vorranno è evidente che non vi sarà alcuna connotazione disciplinare, ognuno di noi sarà intercambiabile e offriremo date intercambiabili con contenuti standardizzati: con una platea di 3 studenti di chimica, 2 di veterinaria, 4 di scienze politiche e 3 di lettere non si potrà che fare l'esempio di ricerca dei promessi sposi....o no? ... io opterei per crowley ma tant'è! >:-} Siamo tutti consapevoli che dare una connotazione disciplinare non vuol dire solo quali esempi fare in opac, ma impostare un percorso di IL dove affrontare il discorso delle fonti e delle strategie di ricerca proprie di quell'ambito disciplinare, in cui troveranno posto contenuti come il plagio, la citazione ecc. (quelli che ci siamo dati nella bozza). Una connotazione neutra si concentrerà su tali punti scevri da ogni riferimento particolare (ciò non esclude la possibilità di fare esempi, è chiaro) e non potrà affrontare un discorso di fonti/risorse/strategie se non in astratto. Faccio queste considerazioni lapalissiane non tanto per fare il Massimo Catalano della situazione, ma per ribadire che dobbiamo decidere preliminarmente che orientamento vogliamo dare al nostro corso e su questo impostare le necessarie scelte di erogazione/organizzazione. Posso anche aggiungere provocatoriamente: la nostra controparte politica cosa ci ha chiesto? - di formare le matricole in modo che siano in grado di padroneggiare le competenze di base di IL - di erogare un corso di IL a tutte le matricole

Le differenze sono sostanziali ;-) ed è quanto ho cercato di esprimere nella mia precedente mail quando parlavo degli aspetti politici del progetto.


Massimo C


Silvia Tecchio 7 aprile

Concordo pienamente con quello che dice Claudio e, ancora una volta, la mia sensazione è quella che stiamo cercando di ritirare la mano dopo aver lanciato il sasso.

E' un corso base e come tale non può essere esaustivo: ogni bibliotecario sceglierà gli esempi che ritiene più adatti per raggiungere gli obiettivi, ogni realtà svilupperà poi eventuali approfondimenti.

Partiamo con un progetto di ampio respiro, forse ridimensionando gli obiettivi e puntando invece alla massima diffusione, o no? Magari invece che dalle brioches, cominciamo dalla distribuzione di pan biscotto...

Una domanda: come funziona per l'idoneità informatica e quella linguistica? non sono forse "praticamente" obbligatori per tutti gli studenti?

buona giornata


Silvia Tecchio

Claudio Fabbri venerdì 4 aprile 2014 18.33

Cari/e,

mi riallaccio all’ultima email di Christian, quella che inizia con “Si ho letto la bozza”. Specifico perche’ questa mia email e’ un finto replay alla email di Christan che ho sul mio indirizzo privato.

Forse non ho capito bene il punto della questione. Dobbiamo presentare un progetto per un corso di base per le matricole, abbiamo identificato, producendo un documento frutto del lavoro del gruppo, un certo numero di risultati d’apprendimento attesi per un corso di base, obiettivi d’apprendimento su cui pensavo fossimo tutti d’accordo, li abbiamo discussi e scritti noi. Ora: un catalogo e’ un catalogo, un libro e’ un libro, una notizia inaffidabile e’ il contrario di una affidabile, dove sta la criticita’? Nel momento in cui pensiamo a qualcosa che dovra’ (attualmente in teoria) essere sottoposto a una decina di migliaia di studenti al primo anno di corso e’ inevitabile concentrarci su cio’ che e’ comune a questi ragazzi e ragazze e che ci siano, almeno in parte, contenuti ed anche modalita’ didattiche “tutte uguali”. Poi se io voglio fare un esempio di ricerca per autore in opac con Susanna Tamaro, bibliotecaria x con Aleister Crowley e bibliotecario y con Ignazio di Loyola, nessuno ci tagliera’ le mani credo, dato che tutte e tre le ricerche hanno l’identico fine di insegnare a usare questi stramaledettissimi opac, che dio strafulmini chi li ha inventati.

Una ultima nota, che devo smontare dal lavoro e andare a bere la Ceres al bar detta stazione: presumo che alla fine, questi corsi, di 3, 3 e mezzo, 5 ore, in elearning, blended learning, blended learning no perche’ ho proprio ieri escogitato il fantastico modulo instant learning ecc. ecc., abbiano due obiettivi STRATEGICI che non dobbiamo mai perdere di vista a pena dello sfacelo: spezzare il muro dell’indifferenza istituzionale alla sfida IL, e questa opportunita’, incredibilmente, fosse anche per astrale coniugazione, in questo momento l’abbiamo tra le mani; rendere i ragazzi coscienti dell’ESISTENZA delle questioni sollevate dall’information literacy e che queste cose possono essere molto importanti per loro, cosi’ come l’aria pura e’ diversa dall’aria sporca, ma te ne accorgi solo quando respiri la seconda. Poi ognuno si regoli di conseguenza.

A lunedi’.

Claudio

Alina 4 Aprile

Arri-Buongiorno! Dunque chiariamo subito alcuni aspetti fondamentali. Avete letto la bozza del progetto? C'e' un INTERO paragrafo dedicato alle altre aree da coinvolgere. E' evidente che una proposta cosi' ambiziosa che si ripromette di coinvolgere almeno potenzialmente TUTTE le matricole di unibo non va da nessuna parte senza il coinvolgimento e la collaborazione attiva dei colleghi che lavorano all'orientamento, alla didattica (AFORM) e e-learnig! Non possiamo pensare di fare tutto da soli!!! Quanto alle ultime osservazioni di Christian, sono d'accordo che bisogna investire in video promozionali (a questo riguardo vi metto in calce la mail che ho mandato ieri a Cammarano!!!). Quanto pero' alla sua contrareita' alla standardizzazione tayloristica, faccio presente che questo ci ha chiesto Cammarano in realta' e questo dobbiamo proporgli secondo me, salvo poi in sede di discussione della proposta (la sede sara' in primis il Comitato d'indirizzo sba) confrontarsi con proposte alternative che potrebbero venire dai componenti del comuitato (ci saranno 5 bibliotecari in rappresentanza delle maroaree disciplinari e 5 docenti sempre in rappresentanza delle macroaree e gli studenti anche!). E' chiaro poi che in concomitanza con questa iniziativa se dovesse davvero partire andrebbero rimodulati di conseguenza gli attuali corsi! Faccio un esempio: i corsi del cicu. I colleghi potrebbero condizionare l'iscrizione dei loro studenti al fatto di aver gia' seguito il corso di base e nel loro corso trattare solo le risorse disciplinari saltando la parte su opac e acnp o ritrattandola in maniera 'avanzata'e mirata disciplinarmente. Ciao ciao Alina

Dimenticavo, il computo dei colleghi che hanno seguito il corso di Muzzarelli e' stato fatto 'scontando' i colleghi ASDD e infatti ho parlato di 45 e non di 90 colleghi



Christian 4 aprile 10.41

Buon giorno a tutt*

i singoli contenuti in dettaglio dovranno essere oggetto di valutazione da parte dei colleghi che andranno a tenere i corsi (confrontandosi con i tutor e le scuole) e adattandoli in base alla loro esperienza di formazione. Non credo sia utile standardizzare i contenuti in stile taylorista. E' invece necessario fissare degli obbiettivi generali in termini di abilità da acquisire che possano essere chiari e universali.

Anche l'idea che si debba stabilire in partenza per tutti i contesti la stessa metodologia e le proporzioni (blended, elearning, etc). Non stiamo progettando un prodotto seriale e industriale che i colleghi come operai in catena di montaggio devono applicare. Se io predispongo in accordo con la scuola un corso in Moodle in autoformazione, con alcuni moduli e dei tutorial in video, con un sistema di valutazione in automatico. Se questo sistema funziona deve poter funzionare. Se al Cicu fanno già 4 corsi al mese e li vogliono spezzare in un modulo base per le matricole e un modulo avanzato fruibili separatamente perchè dobbiamo imporre loro un altro modello prefissato?

Il problema nel gestire 15mila persone non sono comunque i contenuti. I problemi maggiori saranno logistici, organizzativi e promozionali. E' chiaro che ora non abbiamo gli strumenti per 1) iscrivere migliaia di persone, 2) fissare aule di dimensioni adatte varie volte al mese in concorrenza con le altre iniziative didattiche 3) promuovere i corsi presso le matricole. Quali strumenti di promozione abbiamo a parte i siti della biblioteca e i volantini artigianali? Chi scrive agli studenti, chi li contatta? Abbiamo dei centralini in biblioteca per rispondere alle richieste di informazioni? Abbiamo qualche soldino da investire in video promozionali? Bisogna esplicitare che questi oneri non dovranno essere a carico delle biblioteche integralmente ma delle scuole. Ho passato intere mattine al telefono per avere i nominativi di 30 dottorandi da un tutor e non do per scontato nessuna collaborazione che non sia fissata negli oneri rispettivi dei vari uffici.

Il computo dei possibili bibliotecari attivi, basati sulla iscrizione al corso di Muzzarelli, non è affidabile: Vincenzo e Orietta verranno a fare i corsi alle matricole? E i colleghi che si occupano di altri servizi li abbandoneranno in massa per dedicarsi alla formazione? Il conto potrebbe funzionare se tutti i colleghi fossero neo assunti da destinare a qualche incarico e senza alcuna mansione lavorativa. Ma dato che molti di noi hanno già cose da fare, il problema è quanto tempo possiamo dedicare a questa attività compatibilmente con tutte le altre (che plausibilmente non cesseranno). Se è un corso al mese non c'è problema, se sono 4 corsi a settimana ( e ribadisco il problema non è solamente quelle ore che passi in aula ma quelle che passi a rispondere alle mail, alle telefonate per fissare le aule, prenotare gli studenti, dare informazioni, fare volantini, aggiornare la pagina del sito, organizzare riunione con i colleghi per turnarsi... non ultimo ripassare i contenuti e prepararsi)

La maggiore attenzione dovremmo + prosaicamente dedicarla agli aspetti organizzativi piuttosto che alla standardizzazione dei singoli contenuti e alla scelta del nome. Per esempio, cerchiamo che i corsi siano inseriti nell'attività di programmazione delle scuole per quanto riguarda gli aspetti logistici e delle segreterie per quanto riguarda gli aspetti informativi. La collaborazione di queste realtà non deve essere data per scontata. Chiediamo inoltre risorse da investire nella promozione e in risorse multimediali (video, tutorial da inserire in vimeo o youtube).

scusate la tirata

chris


Massimo

se non erro era una ipotesi, ne stiamo infatti discutendo, d'altra parte si era anche detto che questa iniziativa non andrebbe ad aggiungersi a quello che già nelle biblioteche si fa per non creare un sovraccarico di lavoro. Mantenere i corsi tradizionali ed aggiungere questa nuova iniziativa presenta diversi aspetti problematici come cercavo di illustrare e che vanno pianificati per evitare appunto storture o risultati inferiori alle aspettative. Oltre a creare un po' di confusione negli studenti che si vedono offrire un corso generalista e corsi disciplinari, ci troveremmo una matricola che viene al corso istituzionale sotto l'egida asdd e poi magari la settimana dopo viene in biblioteca per il corso disciplinare e magari continuerà a scrivere cass pen nel campo titolo dell'opac perchè nel corso istituzionale gli ho parlato della differenza tra romanzo e saggio, ma mi sono guardato bene dal dirgli che le sentenze non si cercano nell'opac, risultato: doppio lavoro, doppia fatica, poca efficacia.... oppure lo studente ritiene di essere già formato e in biblioteca non ci viene più, salvo scontrarsi casualmente in quache difficoltà di ricerca... o ancora, uno studente di farmacologia dirà: ma che ci vado a fare al corso generale, mi parlano delle differenze delle varie edizioni di un libro... io ho a che fare con isotopi e culture in vitro mica con I promessi sposi :-) E poi se tutti facciamo tutto, ci troveremmo ad affrontare anche altri paradossi, ad es. noi che abbiamo tante matricole, faremo dei corsi frequentati da studenti di chimica ed ingegneria, ma non dai nostri? E come ci comporteremo? facciamo degli esempi su come ricercare i promessi sposi? Inoltre, se vogliamo usare questa occasione anche come leva promozionale qualche aggancio pratico dovremo pur darlo,come diceva anche Muzzarelli al corso, occorre far capire che quello che si fa ha una utilità immediata e non solo in un remoto futuro. Giustamente come osserva Claudio, l'organizzazione va pianificata, o abbandoniamo per un anno i corsi disciplinari e ci dedichiamo tutti ai soli corsi generali, limitandoci eventualmente ad offrire solo corsi di approfondimento strettamente riservati ai laureandi oppure sotto la cornice del progetto che presentiamo a Cammarano, ogni biblioteca offrirà la sua disponibilità (possiamo basarci sull'ipotesi formulata da Alina, un corso al mese per ogni bibliotecario che partecipa) saranno poi gli utenti a smistarsi autonomamente in base all'ambito disciplinare, possiamo anche pensare ad aggregazioni disciplinari affini sia per quanto riguarda i formatori che gli studenti. Mi rendo conto che la situazione nei campus è differente, ma con i dovuti adattamenti si può declinare anche nei campus il modello che ho esposto sopra.

Massimo C

Alina 4 aprile

Carissim*,

a seguito di tutte le vostre interessanti e sensatissime osservazioni e argomentazioni propongo di procedere in questo modo. Faremo due ipotesi progettuali distinte: a) corso di base interdisciplinare da offrire a tutti gli studenti che s'iscrivono per la prima volta all'Ateneo di bologna b) corso di base con caratterizzazione disciplinare da offrire a tutti gli studenti che s'iscrivono per la prima volta all'Ateneo di bologna evidenziando vantaggi e svantaggi di entrambe le soluzioni.

Il vantaggio ad esempio della soluzione'intedisciplinare' e' la possibilita' di alternare un cospicuo numero di bibliotecari sui corsi. Gli svantaggi sono quelli argomentati da Massimo e da altri nelle mail precedenti. Lo svantaggio della soluzione del corso caratterizzato disciplinarmente e' che ci sarebbero alcune aree disciplinari che si troverebbero ad avere un carico di corsi molto piu' elevato di altre (ma si potrebbe ovviare ipotizzando anche in questo caso un 'aiuto' dalle aree meno sovraccariche). A questo riguardo allego un file nel quale William ha suddiviso le matricole in base ai campus (e vedrete che anche qui si evidenzia un carico piu' elevato per rimini e forli che pero' potrebbe essere riequilibrato ipotizzando che i colleghi di cesena e ravenna o anche di bologna possano intervenire aiutando). Chiederei a qualcono di voi (Claudio? Fabio? Altri?) di utilizzare il file di william per fare delle proiezioni di numero di corsi da fare alle matricole raggruppate in base alle scuole (utilizzando il file che avevo estratto anch'io dal MIUR) cosi' possiamo sostanziare entrambe le proposte con calcoli abbastanza precisi. Chi si offre? Che ve ne pare? Buona giornata e buon week end!


Massimo Urbini 4 aprile

L’osservazione di Claudio mi sembra ineccepibile. Capisco i modi diversi di usare le fonti comuni ma secondo me un corso di base potrebbe anche accontetntarsi di rimanere al di qua della soglia disciplinare. Cio’ detto, mi intrometto a mia volta per un chiarimento sui calcoli dei carichi. Per quanto riguarda i destinatari, abbiamo preso a riferimento gli immatricolati, ovvero coloro che si iscrivono per la prima volta a un corso universitario (13.500 studenti). Se prendiamo a riferimento gli iscritti al primo anno di corso di un CdL triennale oppure magistrale a ciclo unico, il numero cresce a poco piu' di 16.100. Se poi ci mettiamo anche gli iscritti al primo anno di una specialistica, arriviamo a 22.000 studenti. La fonte e' l'anagrafe nazionale studentio del MIUR. L'a.a. di riferimento e' il 2012/13, non essendo disponibile a oggi la.a. corrente. Allego i dati. A parita' degli altri valori (numero studenti per edizione, numero mesi di erogazione di corsi all'anno), arriviamo a 54 edizioni/mese (nel caso delle solo lauree triennali o a ciclo unico) oppure a 74 edizioni/mese (includendo le specialistiche). Data la varia provenienza degli iscritti (non tutti gli iscritti a una laurea specialistica hanno fatto la triennale a Unibo) dovrebbe essere presa in considerazione l'inclusione anche ti questa fetta di stidenti ai corsi di base. Anche escludendo dall'"obbligo di frequenza" coloro che hanno gia' frequentato il corso in un CdL precedente a Unibo, il numero dei destinatari cresce di qualche migliaio. Insomma: se quanto precede e' sensato, terrei buono il principio del blended learning come modalita' di erogazione ma interpretato nel senso di puntare decisamente a un modulo e-learning, con test di verifica, forum etc. (tutte cose che si possono organizzare in tempi accettabili), passando contemporaneamente alla estensione progressiva delle lezioni frontali, in un arco di tempo ragionevole, e qui mi collego alle considerazioni fatte da Rita e altre colleghe. Se invece vogliamo tenere ferma l'ipotesi iniziale (destinatari=immatricolati e blended learning nel senso di tutorial online e lezione frontale di 3 ore obbligatoria per tutti da subito) lo specificherei piu' chiaramente nel testo del progetto alla pagina 2, par. "Obiettivo generale del corso": “Offrire a tutti gli studenti che s’iscrivono per la prima volta all’Ateneo di Bologna un corso di formazione sulla ricerca documentale”. Buona giornata Massimo

Claudio Fabbri venerdì 4 aprile 2014 08:43

Scusate mi intrometto nella discussione disciplinare/generale.Se abbiamo detto che una matricola potra' iscriversi a qualsiasi data di qualsiasi corso organizzato da qualsiasi biblioteca, come facciamo a mettere nei corsi dei contenuti disciplinari? Claudio

Fabio Zauli

Sostanzialmente siamo d'accordo, stiamo solo discutendo su comeraggiungere l'obiettivo, cioe' sul come essere efficaci ;-) In un'ottica di idoneita' generalizzata io la immagino cosi':formazione a distanza con il CIL e poi aula per tre ore in cui declinare piu' o meno esplicitamente su un'area disciplinare ma restando sull'ordinario. Esemplificando, a giurisprudenza cercare la definizione di rifiuto solido urbano; ad agraria verificare quali varieta' di frumento OGM sono coltivate in Italia; a medicina indagare la notizia che correla autismo/vaccini. Per capirci, far capire ad un giovinotto di 19 anni che la formazione universitaria non e' utile solo per superare gli esami ma serve avere maggiore consapevolezza di quel che si legge quotidianamente. A margine, un aneddoto capitato lo scorso mercoledi', all'aggiornamento del corso antincendio. L'ingegnere dei Vigili del Fuoco, capace nel tenere per un paio d'ore l'aula, a un certo punto ha accennato a "come calcolare il carico di incendio di una stanza". Come si fa? Si cerca su Google, secondo lui. Si', si puo' cercare anche su Google ma con molti ma ;-)ciao Fabio

Massimo Caravita giovedì 3 aprile 2014 17.08

Chiarisco, non intendevo dire che ad una matricola gli somministriamo 2 ore di lexis nexis ;-) , ma i contenuti di base potremmo contestualizzarli nell'ambito disciplinare. il mio sarà un adattamento all'ambiente in cui lavoro, ma troverei più utile indicargli come e dove trovare le sentenze, piuttosto che parlargli genericamente della distinzione tra saggio, articolo, romanzo.... in questo modo si smusserebbe anche la distinzione tra la matricola che verrebbe a fare il nuovo corso istituzionale e quella che verrebbe in biblioteca. No? Massimo C

Fabio Zauli

Ciaotutt*, vorrei fare da contraltare a Massimo perche', al contrario, io sono convinto che questi corsi debbano [solo] fare intravadere la complessita' della ricerca bibliografica di qualita'. Corsi cosi'massivi penso debbano essere obbligatoriamente standardizzati, a maggior ragione quando destinati a matricole. Piu' che spiegare ad una matricola di psicologia che PsycInfo e' una risorsa disciplinare dedicata mentre ASFA per i biologi marini, io penso che sia piu' importante insegnare come riconoscere ed interpretare una risorsa utile quindi affidabile, aggiornata. Il resto verra' al momento della tesi. Per farla breve, a me interesserebbe piu' che indicare la tal banca dati in un'ottica contingente, dare conto della complessita', trattando argomenti non necessariamente legati al curriculum del corso di studi proprio perche' il lifelong learning funziona se lo scinde dall'esperienza strettamente accademica. Quindi, non solo Information Literacy per tutti ma Information

Literacy sempre :-)

Gia' che ci sono, segnalo l'intervento di Cammarano sul Corriere di Bologna di ieri: L'industria del quiz

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/opinioni/2014/2-aprile-2014/industria-quiz-2236399025.shtml

in particolare sui test, il loro valore e l'uso che ne viene fatto. Per la bozza, penso che "Offrire a tutti gli studenti che s'iscrivono all'Ateneo di Bologna un corso di formazione sulla ricerca documentale" debba essere rafforzato se l'obiettivo e' ambizioso. Il corso di formazione dovrebbe essere presentato come un'idoneita' (non ricordo piu' in quale Corso di Laurea, c'era un'idoneita' informatica ed una di inglese): cosi'l'UniBo potrebbe senz'altro dire di avere qualificato la propria offerta formativa. Fabio

Massimo Caravita giovedì 3 aprile 2014 12.28

allego il file con un paio di modifiche. Per quanto riguarda il titolo, non sono molto fantasioso: La ricerca documentale in biblioteca.

Nel paragrafo sulle fasi del progetto manca l'erogazione. Quando facciamo i corsi e per quanto tempo? Se ne parla nel paragrafo dedicato alle risorse umane, ma credo che sia necessario inserirlo anche tra le fasi del progetto.

Come vi ho accennato, sono un po' perplesso su un corso "generico", svincolato da un aggancio disciplinare, credo che sia molto difficile motivare e/o formare una matricola parlandogli della differenza tra una rivista accademica ed una divulgativa, per questo propongo di lasciare ad ogni biblioteca la scelta dei contenuti disciplinari da veicolare in queste attività formative, che per forza di cosa saranno limitati e di base, si potrebbe inserire almeno un punto nel paragrafo dei risultati dell'apprendimento del genere:gli studenti siano in grado di orientarsi efficacemente tra le risorse disciplinari di riferimento Questa considerazione mi porta ad aggiungere un altro aspetto che penso sia comune ad altre biblioteche, al Cicu facciamo ormai un corso a settimana dedicato a tutti gli studenti, matricole e laureandi, come si inserisce questa nuova offerta nel contesto dei nostri corsi? o come ci dobbiamo riorganizzare alla luce di questa offerta? ad es. una matricola che viene al corso "tradizionale" del Cicu, non sono tante ma ci sono, oltre all'opac, acnp ecc. ha un orientamento di base su banche dati, strategie di ricerca giuridica ecc., una matricola che verrà al corso istituzionale avrà una formazione generale non focalizzata sulla ricerca giuridica. Come gestire questa situazione?

Nel paragrafo Rischi, eventuali vincoli ecc. a mio avviso è data molta enfasi allo sviluppo delle abilità trasversali e lo sviluppo di competenze spendibili nel proprio ambito disciplinare è dato per scontato, credo che il messaggio giunga più facilmente alla nostra controparte politica se esplicitiamo che le ricadute in ambito disciplinare sono significative e al contempo asciugherei la parte delle competenze trasversali, ad es.:

"Teniamo conto che quest'attività delle biblioteche a sostegno dello studio, non solo non interferirebbe con la didattica curriculare, ma verrebbe a costituire un notevole rafforzamento delle competenze disciplinari ed un potenziamento delle competenze trasversali."

Buona giornata a tutti/e Massimo C

Alina Renditiso

Caro Claudio, intanto ti faccio mille auguri di pronta e veloce guarigione! Venendo alle tue osservazioni giustamente dubbiose sul periodo luglio-settembre sono piu'che sensate; del resto se ipotizziamo di partire con il prossimo anno come fare diversamente? Vuol dire che se non ci dovessimo riuscire il progetto partira' concretamente l'anno successivo. La mia sensazione pero' e' che se- grazie anche alla forte motivazione di Cammarano - riuscissimo a convincere davvero le 'alte sfere' (in primis Fiorentini) dopo la strada sarebbe in discesa e anche le aree da convolgere andrebbero a passo di lepre inseguita dai cacciatori... Chiedo al resto del gruppo di leggere la bozza e mandare un feed back (anche negativo, non mi offendo!!!!) perche' entro venerdi' vorrei

mandarla a Leonardo e a Cammarano (ovviamente specificando che e' una

primissima bozza per l'appunto!) Buona e bella giornata a voi tutt* Alina Claudio Fabbri 1 aprile 2014 15.56

Rispondo dal divano di casa mia in quanto malato. Ho un dubbio sul periodo luglio-settembre 2014. Quanto possiamo confidare realisticamente nei tempi di risposta delle varie strutture unibo coinvolte? Un esempio stupido: il sistema di prenotazione centralizzato. Chi ce lo fa? Quanto tempo può essere necessario? Sapete come è l'estate a Bologna. Crolla persino la vendita del tavernello.

Claudio

Alina Renditiso

Carissim*, sperando di non stressarvi eccessivamente vi mando una nuova bozza del progetto in seguito anche al alcune modifiche che mi sono pervenute. Cercate di dirmi entro un paio di gg. cosa ve ne sembra perche' anche se occorre ancora lavorarci la mia intenzione e' di spedirla a breve a Cammarano per verificare al piu' presto se ci stiamomuovendo nella direzione giusta (dal punto di vista di quello che lui ci ha chiesto). Grazie! Alina


Fabio luendi 31 marzo Ciao tutt*, della bozza di progetto, cambierei nome al corso standard. “L’ABC della ricerca documentale” mi sembra richiami chiaramente l’”ABC della ricerca", il corso IL dell’UniPd. Bisognerebbe differenziarlo, altrimenti sembra che replichiamo un’altra esperienza e diamo meno valore al progetto, in particolare in sede di presentazione. (Piaccia o no, potere dire di presentare qualcosa di nuovo rende il progetto piu’ accattivante agli occhi dei decisori).

Io andrei avanti con la bozza e la presenterei al nostro presidente Cammarano sottolineando che per rendere effettivo il progetto e’ bene partire con una politica del “poco ma bene” quindi su un numero limitato di studenti. Altrimenti il rischio e’ impantanarsi in problemi logistici e risultati inefficaci. Sono vagamente e moderatamente ottimista 

ciao fabio


Rita Patregnani 31 marzo

Car* collegh*,

intervengo anche io con le mie riflessioni a proposito de “IL gruppo”... Siamo sul primo binario con biglietto di prima classe e un fantastico frecciarossa in arrivo …. Proprio mentre l’altoparlante avvisa di non oltrepassare la linea gialla per evitare di essere travolti Abbiamo un piede nella porta…. E speriamo che dall’altra parte non ci sia un campione di tiro alla fune!!!

Passando a qualcosa di semi-serio: - I numeri sono impietosi: 13.000 matricole circa sono un’enormità… nei Campus forse anche peggio perché o siamo una sola biblioteca (… e non ci credo a squadre di formatori in discesa verso la periferia dell’Impero….) o ce ne sono di sotto-dimensionate oppure se ognuno può andare dove vuole: perché non restare a casa un giorno in più e fare il minicorso in Romagna? Ergo le attuali matricole romagnole potrebbero addirittura aumentare in virtù del ‘vado dove mi pare e piace’ ; - Non tutte le biblioteche dispongono di locali adeguati: es. noi ricorriamo al Laboratorio informatico di Campus … - Questa nuova modalità va ad aggiungersi a quanto si sta già facendo: per chi ora non ne fa magari può essere tanto entusiasmante la novità ma chi ne sta già facendo e, magari a un livello diverso, (es. dottorandi, etc.) il peso potrebbe diventare veramente insostenibile - È vero che il corso di Muzzarelli è entusiasmante ma non esiste un “effetto endovena” neanche per i formatori (almeno io l’ho capita così…) - Dobbiamo assolutamente evitare che qualcuno ci chieda di nuovo: perché finora non avete fatto niente se è tutto così fattibile? - Non è mai stata imposta una nuova attività/progetto (es. deposito materiali didattici, archivio tesi in formato digitale, ecc….) quindi perché dovremmo farlo ora con l’IL? Tanto più che il peso sarebbe ‘solo’ delle biblioteche…. - Pensate veramente che avremo risorse aggiuntive fin da subito? Io no …..

Tutto ciò premesso credo che dovremmo convincere Cammarano che l’unica proposta SOSTENIBILE (ovviamente IMHO) è quella di partire NON A TAPPETO (quando l’ho accennato di fronte a lui l’ho percepito molto scettico) ma a tendere verso tutti in tempi ragionevoli (3-5 anni ? ……)

Come scegliere chi fa parte del campione? A partire da chi ha fatto il corso-Muzzarelli cui si aggiunge: + la voglia di provare dei colleghi più motivati + la disponibilità dei membri del gruppo a fornire supporto + la promessa che chi è in ‘alto’ ne terrà conto sia a livello SBA che a livello di singola biblioteca (ovvero il direttore o chi per lui non mi guarda come se stessi perdendo tempo perché preparo le lezioni, ne tiene conto nel redistribuire i carichi di lavoro, ……) + si fa un incontro in presenza di ‘solo’ 3 ore + se ci sono difficoltà se ne parla e non si viene ‘obbligati’ + ……..

Se si insiste sulla formazione a tappeto vedo proponibile solo formazione a distanza per tutti e in presenza nelle biblioteche per ‘qualcuno’: una volta al mese in ogni biblioteca? Questa strada però non mi pare ci valorizzi granché…..

A me piacerebbe tanto partire da subito con Formazione Per Tutti MA: non faccio l’insegnante, mi devo occupare di varie cose e mi piace pure, ho già avviato alcuni percorsi che intendo mantenere finché posso e di tempo attualmente non impegnato ne ho ben poco…..

Scusate la lunghezza e buona settimana a tutti,

Elena Collina sabato 29 marzo

Caro IL gruppo,

"sono appena uscita dalla lettura di un" carteggio intenso di un gruppo di colleghi dove la cooperazione è incoraggiata e la competizione evitata, dove chi sostiene le proprie tesi accetta che vengano messe in discussione. Dove c'è l'idea di bene comune. Ne sono uscita felice di farne e parte e ancora più corroborata nell'intento di portare avanti la nostra idea di consapevolezza informativa garantita a tutti i nostri studenti. Ho fatto quindi anch'io (!!!) un po' di esercizio di elementari operazioni aritmetiche ma, non essendo poi così pronta ad accettare fischi e pomodori, proverei ancora qualche simulazione nel mio "teatro interno". Nell'attesa di leggere altri episodi del carteggio invio abbraccio globale. C'è il sole, usciamo dalla lettura, usciamo davvero! lacollins


William Antonio Giovanni Faeti venerdì 28 marzo 2014 12:56

Sono appena uscito dalla lettura di un romanzo (non il migliore in verità) di Israel J. Singer in cui si tratteggiava la figura del piazzista di successo… c’era la solita immagine dell’infilare il piede fra lo stipite e la porta per impedire che il cliente te la sbatta in faccia e la considerazione del fatto che comunque un piazzista non può scegliere in genere la merce ma deve riuscire comunque a venderla senza farsi prendere dallo sconforto. Lungi da me avvicinare la nostra figura professionale a quella del piazzista ma ora che il piede l’abbiamo infilato dobbiamo sfruttare la cosa al meglio, magari cercando di declinare in positivo le giustissime criticità espresse da Christian e Massimo. Ovviamente dobbiamo anche cercare di non farcelo schiacciare il piede… dovremo quindi cercare di coinvolgere i colleghi nel modo più attivo possibile non facendogli vivere il progetto come calato dall’alto ma come un ‘opportunità vera di riconoscimento del loro lavoro e delle biblioteche. Poi ovviamente c’è il problema della sostenibilità e di una valutazione dei dati quantitativi che abbiamo non astratta ma calata nelle realtà delle strutture in modo da evitare soluzioni apparentemente ”perfette” ma che potrebbero rivelarsi sostanzialmente non praticabili. Ma non mi pare che questo gruppo manchi di fantasia e sano realismo per cui sono veramente ottimista rispetto alle soluzioni che si troveranno. Sapete come in genere caratterialmente io non sia facile agli entusiasmi ma mi pare che questa sia finalmente una bella opportunità per i colleghi (ancorché sempre più attempati come dice Christian) di far vedere quanto valgono i bibliotecari e che valore hanno le biblioteche. E non è cattiva cosa in questi periodi non proprio pieni di luce. E forse, coltivando i nostri utenti sin da piccolo (come dice Silvia) forse riusciremo anche ad avere a che fare in futuro con Docenti diversamente sensibili rispetto a questi temi…

Buon fine settimana a tutti

William


Alina Renditiso venerdì 28 marzo 2014 11:29

Intervengo nuovamente per ribadire che pur condividendo molto i dubbi di Massimo (che sono simili a quelli di Christian e di altri), non possiamo non tentare di raccogliere la proposta di Cammarano e provare a trasformarla in qualcosa di sensato e praticabile. Certo le resistenze dei colleghi sono da mettere in conto, ma quelli che hanno voluto fare il corso di Muzzarelli cosa lo han fatto a fare se poi non sono disposti ad impegnarsi in quest'attivita'? E soprattutto se riuscissimo davvero ad ottenere il consenso dei vertici politici dell'ateneo dopo sarebbe piu' semplice coinvolgerli anche attarverso il dirigente. Buon fine settimana Alina


Silvia Tecchio venerdì 28 marzo 2014 10.59

Promuovere le biblioteche e i bibliotecari e far sapere (non è così scontato) a che cosa servono e cosa offrono biblioteche e bibliotecari. Di fatto le matricole non solo spesso non conoscono i vari corsi strutturati a loro offerti in materia di ricerca bibliografica e di strumenti ad essa utili, ma non sanno nemmeno che cosa si può fare e trovare in biblioteca limitandosi ad usarla come luogo studio o supermercato gratuito di libri. DI reference, assistenza alla ricerca e tutto il resto non ne sanno molto e non è raro che si scusino di farvi perdere tempo quando vi chiedono informazioni e consulenza. Coltiviamoci gli utenti “fin da piccoli”

Secondo me questa proposta del Professor Cammarano va intesa come primo passo verso, con tutti i limiti ma anche i vantaggi che offre. Insomma da qualche parte bisognerà pur iniziare a istituzionalizzare l’IL. Ora, viste le dimensioni del progetto iniziale e l’alternativa con i progetti pilota si tratta di concentrarsi sulla scelta più opportuna con dati anche numerici significativi che giustifichino il ridimensionamento dell’ipotesi iniziale. In primis: quale sarà il criterio di scelta per i corsi di studio del progetto pilota? Un’ultima perplessità: secondo voi, troveremo delle resistenze tra i colleghi?

Buona giornata


Massimo Caravita venerdì 28 marzo 2014 10.38

Rispondo solo ora, ma tra vari impegni al cicu e le grane della contrattazione integrativa, ho avuto bisogno di un po' di tempo per leggere tutti i contributi. Mi sembra che la sintesi proposta sia pienamente condivisibile, come mi pare chiaro che quando il presidente sba propone un corso per tutti gli studenti, stia esprimendo una intenzione politica, da spendere appunto politicamente presso le istituzioni dell'ateneo, al di là delle considerazioni riguardanti la sua fattibilità, quindi la scelta del progetto pilota mi sembra oltre che fattibile anche saggia, se vogliamo sfruttare l'occasione politica per promuovere l'IL e conseguentemente anche le biblioteche in un periodo così critico, non solo è bene accogliere l'invito di Cammarano, ma declinarlo in una versione realistica. Sono però perplesso sul carattere generico del corso base, credo che siamo tutti consapevoli della relativa utilità di un corso erogato alle matricole in un contesto didattico in cui non dovranno fare esercitazioni, tesi, ricerche ecc. se non al momento della laurea, ovvero anni dopo, privarlo anche dell'aggancio disciplinare mi sembra controproducente. Oltre all'aspetto politico a cui accennavo sopra, il corso è un'occasione per promuovere le biblioteche e la leva disciplinare è una delle pochissime armi che abbiamo.

Buona giornata a tutti/e


Alina Renditiso

Carissim*, m'inserisco anch'io a questo punto nella fantastica 'tempesta di cervelli' che si e' scatenata dopo l'incontro con Cammarano. Confesso che sono molto in sintonia (come alcuni di voi sanno perche' ne abbiamo parlato) con le perplessita' di Christian e i dubbi sugli impatti quantitativi espressi da Claudio ironicamente nello stile a cui ormai ci ha abituato e manifestati anche da Enrica. Ma direi che sia la mail di Silvia che quella di Fabio davvero ci indicano la strada verso cui secondo me bisogna che andiamo se vogliamo mettere a frutto questo risultato che il gruppo ha ottenuto (formalizzazione da parte del Dirigente dell'attivita' del gruppo e incontro con il Presidente che ha manifestato la sua intenzione di metterci la faccia su questa faccenda dell'IL). L'idea di partire con un progetto pilota se ricordate era stata formulata anche da Rita quando abbiamo discusso prima dell'arrivo di Cammarano ed e' forse l'unica che ci mette al riparo dal rischio di un impatto oggettivamente insostenibile di una proposta di corsi a TUTTE le metricole unibo. L'accortezza secondo me deve consistere nel presentarlo come potenzialmente estendibile a tutte le matricole in tempi non biblici. Altra accortezza indicata da diversi di voi e' puntare anche sull'autoformazione via web sia con il tutorial che gia' abbiamo (e che gia' contiene test di autovalutazione alla fine di ogni unita') che potenziando questo tipo di apparati/strumenti ad esempio con dei video tutorial, in modo da ridurre il piu' possibile i contenuti da illustrare in presenza. Anzi in presenza si potrebbero fare semplicemente delle esercitazioni di gruppo giocose sul genere delle diavolerie didattiche muzzarelliane (mi perdonino i colleghi che ancora non hanno fatto il corso). Per adesso mi fermo qui e che il brainstorming continui…ci sono alcun* che ancora non si sono espressi! Alina


Fabio Zauli mercoledì 26 marzo 2014 11.44

Dell’incontro dello scorso giovedi’ io ho avuto questa impressione. Il nostro Presidente in sostanza ci ha detto: “intendo proporre un corso a tappeto per tutte le 13.291 matricole dell’UniBo e chiedo a voi se siete in grado di concretizzare questa idea”.

Alfabetizzare a tappeto le matricole e’ un obiettivo che condivido molto ma mi sembra allo stesso tempo anche piuttosto complicato da raggiungere per i motivi che gia’ sono stati richiamati (demotivazione generalizzata, logistica, tempi della didattica). Si potrebbe pero’ mediare e lavorare su numeri limitati – un progetto pilota - cui indirizzare un corso base, comune a tutte le matricole di determinati Corsi di Laurea. In questo modo l’impegno dei bibliotecari sarebbe circoscritto, sicuramente piu’ motivato, e si potrebbe tarare meglio un successivo intervento generalizzato. Se ci fosse la volonta’ politica, un progetto pilota potrebbe gia’ partire con l’a.a. 2014-’15 e Cammarano potrebbe terminare il proprio mandato alla fine del 2015 avendo conseguito un primo risultato concreto oggettivamente spendibile da chi lo sostituira’.

D’altra parte, dopo 10 anni di lavoro dal basso e continuativo di questo gruppo il parziale risultato positivo e’ la proposta del Presidente dello SBA. Secondo me vale la pena di trattare ad un progetto per noi sostenibile che possa essere poi pubblicizzato come riferimento a livello nazionale e che quindi abbia un valore aggiunto rispetto a quel sono i corsi di Padova. Sarebbe un bene per l’UniBo ma anche per i bibliotecari dell’UniBo. Ad esempio: l’UniBo riconosce valore positivo non solo alle competenze linguistiche ed introduce obbligatoriamente – quindi con deliberazione formale - l’Information Literacy per le matricole.

[Come biblioteca partecipiamo alla giornata di presentazione alle matricole ma e’ un’occasione caotica perche’ intervengono tutti i servizi: segreteria didattica, internazionalizzazione, CUSB, fondazione locale di sostengo … e alla fine le matricole sono travolte da una massa di informazioni.]


Enrica Zani mercoledì 26 marzo 2014 10.11

Aggiungo solo un dato quantitativo, cioè il numero di partecipanti a corso.. Vero ciò che dice Silvia ma vero anche ciò che dice Christian…

13.000 matricole/30 partecipanti a corso = 433 corsi /11 mesi = 39 corsi al mese.. è più di uno al giorno.. 13.000 matricole/50 partecipanti a corso = 260 corsi /11 mesi = 23 corsi al mese.. è quasi uno al giorno.. E questo considerando una suddivisione perfetta cioè con tutte le edizioni piene; se andassero considerate edizioni di recupero il numero di discenti per corso deve giocoforza salire ancora …

O, anche pensata al contrario, cioè 80 formatori x 1 corso al mese x 11 mesi = 880 corsi l’anno -> 14 discenti per corso Ciò significa che ogni giorno saranno contemporaneamente offerti circa 4 corsi su 4 sedi diverse? E’ pensabile un’operazione organizzativa di questo tipo? Ed eventualmente in che tempi? Difficile immaginare il prossimo a.a…

Ok non perdere il treno d’accordissimo, ma forse occorre riproporre l’opzione “pilota” o la progettazione del modulo obbligatorio in e-learning più che le lezioni frontali. Vero è anche che questa immersione di massa nell’IL consentirebbe di avere utenti più attenti ai servizi e alla successiva formazione supplementare..

Un paio di proposte: • è pensabile per esempio, attualizzare CIL con moduli di autocorrezione magari sulla nuova piattaforma moodle? • possiamo proporre l’obbligatorietà del coinvolgimento dei bibliotecari negli open day di presentazione delle scuole/corsi di laurea/ giornate arrivo erasmus (loro in realtà sono i più information literated dei nostri studenti, vengono anche da soli in biblioteca) così almeno da potersi presentare e dire dove è la biblioteca e cosa può offrire?

Intanto una buona giornata a tutti. enrica


Silvia Tecchio mercoledì 26 marzo 2014 09:47


Carrro Christian, quello che dici è assolutamente condivisibile ed è un dato certo, ma vi sono delle leggi di ...marketing a cui, nolente o volente, bisogna sottostare per non perdere un'occasione.

Poniamoci delle domande:


- qual è la politica dell'Ateneo nell'erogazione di servizi? ovvero, per l'Ateneo è meglio puntare su un servizio aggiuntivo da offrire alle matricole che gli permetta anche di salire su ipotetiche piattaforme internazionali di valutazione della qualità? o è meglio puntare sui laureandi e sulla qualità del conseguimento della laurea? Ovvero, sugli studenti in entrata o su quelli in uscita?


- se il prof. Cammarano ha fatto questa proposta e non l'altra, lo avrà fatto a ragion veduta perchè conosce i suoi polli?


- ci conviene davvero metterci a rinegoziare la proposta rischiando di perdere il treno (e i pendolari sanno bene cosa significhi;) o ci conviene invece studiare bene un progetto fattibile per le matricole?


- non rischiamo di fare la figura: si, vogliamo il giusto riconoscimento del valore di IL, ma, però, tuttavia, e ma così non si può ecc.?


- possiamo sempre considerare le varie possibilità di erogazione del modulo, p.es. e-learning fortemente interattivo con quiz


e probabilmente ci sono altri punti da tenere in considerazione, ma, come insegna il Dr Frankenstein: SI PUO' FARE

Secondo il mio modestissimo parere, prima di tutto dovremmo cercare di elaborare un progetto secondo la proposta del Prof. e verificare come e quanto sia fattibile. In effetti, sulla gestione del progetto mi pare ci abbia dato carta bianca, possiamo ridimensionarlo in base ai dati oggettivi e alle reali possibilità.


Ogni siluro alla mia proposta è sempre gradito.

Buona giornata


Christian Giardini

mercoledì 26 marzo 2014 9.24

Car* collegh*

ci sono degli aspetti nella proposta del prof. Cammarano che non mi convincono:

il primo è legato al target (le matricole). Secondo me la richiesta maggiore di formazione arriva dai laureandi che si trovano con poco tempo per preparare le tesi e dover utilizzare a fondo le collezioni delle biblioteche, sapere citare correttamente, utilizzare banche dati... e non l'hanno mai fatto in precedenza. Sarebbe forse più utile la proposta di legare la possibilità di deposito della tesi alla frequentazione di un corso in biblio. Uno spostamento massiccio dell'intervento formativo sulle matricole come impatterà sull'attività delle biblioteche che già hanno in agenda 4 corsi al mese rivolti prevalentemente ai laureandi?

Il secondo è legato ai tempi. Poichè è realistico pensare che la platea dei bibliotecari coinvolti dovrà allargarsi e che il fatto che tutti i colleghi conoscano l'OPAC non significa che possano dall'oggi al domani travasare senza esperienze di formazione le loro conoscenze a classi di matricole, bisogna pensare a una fase di transizione di almeno due anni per potere governare l'impatto sui carichi di lavoro nelle biblioteche. Chi, inoltre, gestirà l'organizzazione e la logistica dei corsi? Le singole biblioteche o le scuole? Sarà necessario attivare forme di collaborazione tra biblioteche che hanno tra i potenziali utenti matricole delle stesse scuole.

Aggiungo una considerazione di "fase": sarà sempre più difficile aumentare la qualità e la quantità dei servizi delle biblioteche in una fase segnata da una popolazione bibliotecaria sempre più ridotta, anziana e demotivata (non si assume più nelle biblioteche da anni). In prospettiva si dovrà dire prima o poi: per aumentare i servizi servono anche più risorse non solo la buona volontà!


Alina Renditiso martedì 25 marzo 2014 12.59

mi avete bruciato sui tempi…stavo appunto per scrivere che sarebbe meglio ragionare per bibliotecari e si andrebbe secondo me sugli 80/90 max.(considerando che oltre 70 seguono il corso di Muzzarelli e sono rimasti fuori almeno una decina di colleghi). Comunque cosi' come non tutti gli iscritti frequentano analogamente secondo me dobbiamo ipotizzare che non tutti parteciperanno a questi corsi…

Silvia Tecchio martedì 25 marzo 2014 12.55

Diviso biblioteche o diviso numero di bibliotecari? La cosa cambia e di molto, secondo me è meglio ragionare per numero di teste. Dobbiamo però trovare un modo meno caotico delle mail per osservazioni e suggerimenti.


Claudio Fabbri martedì 25 marzo 2014 12.33

Conto della serva: 13291 matricole diviso 107 biblioteche (ma saranno di meno credo) uguale 124. 5 giornate di corso per biblioteca e la sfanghiamo. Claudio

Alina Renditiso martedì 25 marzo 2014 12:30

Grazie Silvia, e' un'ottima traccia per partire e grazie anche a Claudio. Effettivamente perche' la proposta progettuale abbia credibilita' ed efficacia occorre supportarla con un'analisi di fattibilita' che contenga dati 'reali'. Intanto ho provato ad estrarre i dati sugli immatricolati unibo 2013-14 dal sito del ministero (in allegato). Un saluto a tutt*


Claudio Fabbri martedì 25 marzo 2014 11.54

Dobbiamo conoscere: numero di studenti che saranno coinvolti nei corsi; numero (reale) di colleghi e biblioteche che sono in grado (spazi, attrezzature, tempo disponibile) di erogare i corsi.

Silvia Tecchio martedì 25 marzo 2014 11:34 A: Alina Renditiso; Rita Patregnani; Elena Collina; Massimo Urbini; Fabio Zauli; Massimo Caravita; Christian Giardini; Claudio Fabbri; Rosalia Miceli; Serena Marchionni; Enrica Zani; William Antonio Giovanni Faeti Oggetto: R: dopo l'incontro con il Presidente....

Carissim*

Io avevo buttato giù due pensieri all’alba di venerdì the day after:

1. Oggetto del progetto: corsi per matricole ecc. 2. Destinatari: matricole 3. Modalità: corso obbligatorio per tutte le matricole da fare entro p.es. III anno di iscrizione 4. Dove: tutte le biblioteche di ateneo: TUTTI GLI STUDENTI POSSONO ISCRIVERSI al corso in QUALSIASI BIBLIOTECA 5. Quando: una o due edizioni al mese con calendario generale di ateneo (quindi con aule già prenotate all’inizio dell’anno) e distribuite su tutte le biblioteche di ateneo (p.es. nel mese di aprile il corso sarà a Scienze politiche e ad arti visive ecc., nel mese di giugno ecc.) 6. Quanti: max 25 studenti a corso 7. Come. Iscrizione online 8. Verifica finale 9. Chi: tutti i bibliotecari sono tenuti ad erogare il pacchetto minimo UNIVERSALMENTE VALIDO NON SPECIFICO PER BIBLIOTECA e ad entrare nel calendario di ateneo 10. Il nostro gruppo fornisce supporto, ausilio, formazione ecc.

1. definire l’obiettivo del corso per matricole (MACROBIETTIVO): perché è importante che le matricole

                                                                                                                                         i.    frequentino il corso oppure 
                                                                                                                                        ii.    conoscano servizi delle biblioteche e strumenti/tecniche di ricerca bibliografica
 

1. definire l’obiettivo specifico del corso (microbiettivo): vedi obiettivi e contenuti di un corso base 2. indicare la durata in termini di tempo (3 ore?) 3. stakeholders 4. costi 5. verifica semestrale dei risultati in termini di affluenza ecc. 6. verifica sul lungo termine dell’efficacia nella formazione degli studenti

Allego slides sulla formulazione di un progetto Se serve PERT e diagramma di Gantt eventualmente posso collaborare (ci sono comunque dei programmini free)

Buona giornata

Alina Renditiso lunedì 24 marzo 2014 14.43

Carissim*, scusate se questa volta sono stata meno tempestiva del solito. A seguito dell'incontro e del confronto con il Prof. Cammarano direi che adesso occorra impegnarsi nella redazione di un'ipotesi progettuale sulla proposta di un corso di base per gli studenti delle triennali; lui ci ha chiesto di preparare questo documento possibilmente entro maggio. Se siete d'accordo potremmo procedere in questo modo: inizio a preparare io una ipotesi di bozza che poi vi giro (depositandola sugli spazi condivisi) in una nuova cartella che nomineremo 'Progetto IL per tutti", o qualcuno di voi preso dall'entusiasmo ha gia' provato a scrivere qualcosa?

Per Massimo Caravita che era assente ecco un' estrema sintesi dell'incontro:

Nella prima parte prima che arrivasse il Prof. abbiamo ulteriormente rivisto e corretto il documento sui 'risultati d'apprendimento attesi'. La versione finale e' depositata nella solita cartella delle Linee Guida. Dopo l'arrivo del Prof. Cammarano l'incontro e' iniziato con un giro di tavolo durante il quale tutti i colleghi si sono presentati dicendo dove lavorano e che tipo di attivita' di formazione degli utenti svolgono abitualmente. Successivamente gli sono stati illustrati i due documenti che avevamo preparato (quello sugli output e quello sulle tipologie di formalizzazione dei corsi praticabili, preparato da Elena Collina). Ne e' seguita una discussione al termine della quale lui ci ha chiesto di preparargli per l'inizio di maggio una proposta operativa di erogazione di corsi di base potenzialmente indirizzata a tutti gli studenti che s'iscrivono ad Unibo. Infatti ci ha manifestato la sua intenzione di portare ad un livello istituzionale 'alto' di governance dell'ateneo un progetto di fattibilita' dedicato a quest'attivita' di formazione concepita principalmente come supporto allo studio che dovrebbe essere organizzata e gestita in modo tale da raggiungere la platea piu' ampia possibile di studenti. Si e' ipotizzato che tutte le biblioteche si debbano impegnare ad offrire un " modulo di base" (con le caratteristiche che definiremo nel dettaglio) trasversale disciplinarmente in modo da proporre potenzialmente a tutti gli studenti che s'iscrivono a Unibo un'offerta di corsi il piu' ampia possibile in termini di giorni, orari e sedi.

Un caro saluto a tutt*

Alina Renditiso

Buongiorno a tutti

18 settembre Claudia Cavicchi

Sono appena entrata nel gruppo di lavoro. Non intendo sconvolgere il percorso del progetto, ma ho letto la proposta del format del corso e avrei qualche perplessità da esporre. Mi sento un po’ a disagio perché forse sollevo questioni che voi avete già affrontato e risolto insieme in precedenti discussioni e questa mia mail suonerà inopportuna. Parto considerando che i destinatari del corso saranno matricole: è il caso di riempirli di tante informazioni delle quali ai più sfuggirà l’importanza visto che non seguirà l’utilizzo immediato nella loro vita quotidiana? Mi chiedo se davvero uno studente al primo anno di corso, invitato a conoscere i servizi bibliotecari dell’università alla quale si è iscritto, possa spingere il suo interesse oltre la consultazione del catalogo e l’utilizzo del servizio di prestito del libro consigliato dal docente. Stili citazionali, plagio, fonti sono argomenti certamente importanti ma verranno affrontati molto più in là.Il mio dubbio è il rischio di fare un lavoro inutile ed allontanare invece che avvicinare i nostri studenti, a meno che non lo si scomponga per step in base all’anno di corso frequentato. Mi appello alla clemenza della corte. Claudia

Risposta di Alina del 18 settembre

Cara Claudia, nessun problema!! Hai fatto benissimo a dire la tua. Questo e’ un gruppo molto libero, anzi e’ una piccola oasi di libero pensiero…ma cio’ non toglie che anche da liberi pensatori dobbiamo fare i conti con la parte politica e manageriale dell’ateneo e mediare strenuamente con questa. Giustamente tu non avendo partecipato alle fasi precedenti della proposta progettuale non potevi sapere che i dubbi che esprimi sono stati espressi anche da altri colleghi (e infatti manifesti giustamente tu stessa questo timore!) ma l’input di rivolgersi alle matricole ci e’ arrivato dal Presidente Sba e ci siamo dovuti attenere alla sua proposta. Nella pagina discussioni del Wiki trovi riprodotto il lunghissimo brainstorm che il gruppo ha fatto (e adesso ci copincollero’ anche il tuo pensiero!) mentre concepivamo il progetto. Non so se hai la pazienza e il tempo di leggerlo, ma e’ interessante per capire la genesi, i dubbi e i vincoli. Resta il fatto che io ho dovuto mettere tutta una serie di ‘contenuti’ nella proposta perche’ sapevo che Fiorentini era sensibile a questi temi anche se concordo totalmente con te che sono troppo avanzati per delle matricole. Diciamo che rifacendoci alla distinzione ‘muzzarelliana’ tra obiettivi di ‘stimolo’ e obiettivi di ‘sviluppo’ gli obiettivi formativi del nostro corso sarebbero ESCLUSIVAMENTE di stimolo! Rispondo anche a Claudio per dirgli che accolgo la sua proposta che mi sembra oltremodo sensata. W i Claudi! Alina