5.2 Modalità comunicative: differenze tra le versioni

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=='''L’ascolto e la capacità d'attenzione'''==
=='''L’ascolto e la capacità d'attenzione'''==


Uno dei nemici principali della capacità d'ascolto e di concentrazione durante l'apprendimento è la così definita '''"sindrome da consesso"''', che descrive quel fenomeno per cui ai convegni la stragrande maggioranza delle persone ha la testa altrove, qualcuno dorme e il resto sta nei corridoi facendo salotto.
Un’efficace gestione dell’attenzione d’aula, deve tenere conto di alcuni fattori chiave che influiscono negativamente sull'audience.


Studi aventi per oggetto la gestione dell'attenzione hanno dimostrato che questa, durante i primi due-tre minuti, è ancora concentrata su quello che si stava facendo in precedenza (ossia su preoccupazioni e pensieri che risalgono a prima dell'ingresso in aula). In seguito l'attenzione segue una curva ascendente che raggiunge il suo picco in genere tra l'ottavo e decimo minuto, per poi iniziare a scendere; comunque al novantesimo minuto è indispensabile fare una pausa.  
Un primo elemento fondamentale è la conoscenza dell'andamento della '''curva d’attenzione''': l’auditorio, ancora concentrato su preoccupazioni precedenti l'arrivo in aula per i primi 2/3 minuti, aumenta gradualmente il proprio interesse per la "lezione" fino a raggiungere un picco massimo di concentrazione tra l’ottavo e il decimo minuto. Passato questo momento la curva ricomincia a scendere. Questi cicli di 10/15 minuti si susseguono in continuazione fino ad arrivare ad un momento di perdita totale dell’attenzione, non recuperabile senza un’interruzione di circa una decina di minuti, attorno al novantesimo minuto.


Un altro fattore che influisce sull’attenzione è il così detto 'buffer linguistico', ossia la quantità massima di parole che la memoria è in grado di immagazzinare alla volta: 7 più o meno 2 (quindi 9 in totale). Ciò porta al suggerimento di scegliere sempre frasi brevi e mai più lunghe di quanto il buffer può contenere. Un altro aspetto del funzionamento della memoria, interessante per l’attività didattica, consiste nel fatto che è più facile ricordare le cose più recenti e quelle più remote, mentre quelle che stanno per così dire in mezzo a questi estremi si dimenticano più facilmente. Pertanto conviene introdurre spesso delle interruzioni, dei cambi di registro, ecc., in modo da moltiplicare i momenti di inizio e fine di un ciclo del discorso che sono quelli più facili da ricordare (effetto 'break and review').
Un altro fattore che influisce sull’attenzione è la limitata capacità del cervello di decodificare '''troppe parole in successione''' (massimo 7±2). Ciò porta al suggerimento di scegliere sempre frasi brevi e mai più lunghe di questa quantità massima.


=='''Terminologia'''==
Conviene inoltre introdurre spesso delle interruzioni, dei cambi di registro, ecc., in modo da moltiplicare i '''momenti di inizio e fine di un ciclo''' del discorso che sono quelli più facili da ricordare (''break and review'').


Considerata la preferenza per la modalità laboratoriale, è indicato utilizzare una approccio comunicativo informale. Occorrerà utilizzare termini accessibili, spiegare gli inevitabili termini specialistici e interagire con gli studenti cercando di farli intervenire secondo il principio che occorre preoccuparsi se gli studenti non pongono domande o intervengono. L’apprendimento richiede di integrare nuove informazioni con quanto già conosciuto: è quindi utile riprendere quanto precedentemente appreso. Indicare le differenze di aspetti simili; usare diverse strategie per aiutare gli studenti: metafore, analogie, simboli ed immagini; indicare quando usare una strategia; essere sicuri che gli studenti abbiano effettivamente imparato la tal abilità. Potrebbe risultare utile porsi alcune domande chiave per verificare il possibile interesse degli studenti al corso:


*Se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse?
=='''Strategie comunicative'''==
 
Considerata la preferenza per la modalità laboratoriale, è indicato utilizzare un approccio comunicativo informale. Occorrerà utilizzare termini accessibili, spiegare gli inevitabili termini specialistici e interagire con gli studenti cercando di farli intervenire. La mancanza di domande o interventi da parte degli studenti è infatti un campanello d’allarme che avvisa il docente della necessità di cambiare strategia comunicativa o didattica.
 
L’apprendimento richiede di integrare nuove informazioni con quanto già conosciuto: è quindi utile riprendere quanto precedentemente appreso sottolineandone le differenze e/o gli aspetti simili a quanto si va invece introducendo. Si possono utilizzare anche aneddoti e narrazioni per aiutare la comprensione di ciò che si sta spiegando.
 
Potrebbe risultare utile porsi alcune domande per verificare il possibile interesse degli studenti al corso:
 
*se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse?
*Quali benefici potrebbero attendersi dalla mia proposta?
*Quali benefici potrebbero attendersi dalla mia proposta?
*Quali obiezioni potrebbero sollevare?
*Quali obiezioni potrebbero sollevare?
*Chi non fa domande, non ha capito
Si possono utilizzare anche aneddoti e narrazioni per aiutare la comprensione di ciò che si sta spiegando.

Versione delle 08:47, 8 lug 2015

Il linguaggio e la capacità di farsi ascoltare

La comunicazione didattica deve tendere a promuovere costantemente:

  • l'attenzione e l'ascolto;
  • la comprensione;
  • la memorizzazione;
  • l'applicazione.

Per farlo occorre che la comunicazione sia altamente strutturata, ridondante, investigativa e ricca di agganci pragmatici.

Per strutturare una comunicazione efficace occorre organizzarla logicamente in modo che ci sia una introduzione, un corpo centrale e delle conclusioni.

Nell'introduzione si specificano:

  • il tema ovvero di cosa tratteremo;
  • l'obiettivo ovvero perché faremo questo intervento;
  • i benefici attesi ovvero a cosa ci servirà, per cosa ci sarà utile.

Nel corpo centrale si metteranno in evidenza i punti focali (concetti e dati prioritari) aiutandosi con esempi e facendo ripetuti collegamenti tra gli aspetti d'insieme e quelli di dettaglio.

E' importante evidenziare spesso l'applicabilità pratica di quanto si sta insegnando.

Nelle conclusioni sarà utile riepilogare l'obiettivo iniziale e le sue applicazioni pratiche, ricordare i punti focali, enfatizzare le possibili azioni future.

L’ascolto e la capacità d'attenzione

Un’efficace gestione dell’attenzione d’aula, deve tenere conto di alcuni fattori chiave che influiscono negativamente sull'audience.

Un primo elemento fondamentale è la conoscenza dell'andamento della curva d’attenzione: l’auditorio, ancora concentrato su preoccupazioni precedenti l'arrivo in aula per i primi 2/3 minuti, aumenta gradualmente il proprio interesse per la "lezione" fino a raggiungere un picco massimo di concentrazione tra l’ottavo e il decimo minuto. Passato questo momento la curva ricomincia a scendere. Questi cicli di 10/15 minuti si susseguono in continuazione fino ad arrivare ad un momento di perdita totale dell’attenzione, non recuperabile senza un’interruzione di circa una decina di minuti, attorno al novantesimo minuto.

Un altro fattore che influisce sull’attenzione è la limitata capacità del cervello di decodificare troppe parole in successione (massimo 7±2). Ciò porta al suggerimento di scegliere sempre frasi brevi e mai più lunghe di questa quantità massima.

Conviene inoltre introdurre spesso delle interruzioni, dei cambi di registro, ecc., in modo da moltiplicare i momenti di inizio e fine di un ciclo del discorso che sono quelli più facili da ricordare (break and review).


Strategie comunicative

Considerata la preferenza per la modalità laboratoriale, è indicato utilizzare un approccio comunicativo informale. Occorrerà utilizzare termini accessibili, spiegare gli inevitabili termini specialistici e interagire con gli studenti cercando di farli intervenire. La mancanza di domande o interventi da parte degli studenti è infatti un campanello d’allarme che avvisa il docente della necessità di cambiare strategia comunicativa o didattica.

L’apprendimento richiede di integrare nuove informazioni con quanto già conosciuto: è quindi utile riprendere quanto precedentemente appreso sottolineandone le differenze e/o gli aspetti simili a quanto si va invece introducendo. Si possono utilizzare anche aneddoti e narrazioni per aiutare la comprensione di ciò che si sta spiegando.

Potrebbe risultare utile porsi alcune domande per verificare il possibile interesse degli studenti al corso:

  • se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse?
  • Quali benefici potrebbero attendersi dalla mia proposta?
  • Quali obiezioni potrebbero sollevare?