3.2 Negoziazioni differenti per corsi differenti

Da AlmaIL.
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Negoziazioni differenti per corsi differenti

Diverse tipologie di utenti, diversi bisogni informativi, diverse proposte formative. Di seguito ipotizziamo alcune situazioni tipo per descrivere le relative differenti negoziazioni, premettendo che la nostra agenda si muoverà soprattutto con dinamica bottom up, nell’ottica di una ineluttabile collaborazione tra le controparti coinvolte. La biblioteca può immaginare di offrire il nuovo servizio di IL all’interno dell’istituzione a diversi livelli (Scuola, Dipartimento, Corso di Laurea, Singolo Corso) seguendo una linea di collaborazione più o meno informale e interpersonale, partendo dalla condivisione dell’idea con i propri colleghi, non solo bibliotecari ma anche informatici e amministrativi che si occupano di programmazione didattica. Condivisione necessaria quest’ultima per sapere se possiamo contare sulle risorse indispensabili a sostenere l’impegno del progetto e preziosa per accrescerne il fattore di successo. Oltre ai colleghi sarà bene informare, e possibilmente coinvolgere, il docente Responsabile Scientifico (Presidente del Comitato Scientifico) di biblioteca per avvalersene anche come testimonial. Fondamentale può rivelarsi il coinvolgimento degli studenti come diretti interessati all’iniziativa e come utenti al centro della vita accademica attorno cui ruota la valutazione della qualità dei servizi. Pertanto sarà bene contattare i tutor o le rappresentanze studentesche soprattutto quelle presenti (per Unibo) nelle Commissioni Paritetiche di Scuola e le eventuali associazioni studentesche di riferimento, per impiegarli come “ganci” più che testimonial. Sarà doveroso inoltre conoscere bene l’offerta didattica per capire quali possono essere gli spazi “liberi” tra corsi e insegnamenti in cui inserire o a cui affiancare la nostra iniziativa e identificare i relativi docenti responsabili per poi contattarli e chiedere di:

  • poter attivare un seminario facoltativo di base al di fuori di qualsiasi insegnamento, a supporto di tutti i tipi di produzione di elaborato di ricerca;
  • ospitare un intervento del bibliotecario all’interno di un insegnamento;
  • integrare l’IL nel curriculum come parte accessoria;
  • incorporare l’IL nel curriculum come parte essenziale.

Le proposte sopra elencate potranno concretizzarsi rispettivamente nelle seguenti attività formative:

1. seminario stand-alone: approccio extra curriculare, indipendente da un insegnamento; 2. intervento spot per informare più che formare gli studenti; 3. modulo integrato: approccio inter curriculare (formalmente riconosciuto con CFU,con carattere di propedeuticità o con il connotato di requisito obbligatorio per la conclusione del corso di studi); 4. modulo incorporato: approccio intra curriculare con riconoscimento di CFU inserito come insegnamento nel Regolamento Didattico.

Nei primi due casi solitamente non incontriamo resistenza e consigliamo di non sottovalutare l’importanza di tali iniziative anche come utile feedback da impiegare in una successiva negoziazione di secondo e più arduo livello. Con un ragionevole e sano ottimismo possiamo anche immaginare che la nostra iniziativa stand-alone sia sollecitata da una esigenza espressa direttamente da un gruppo di utenti “consapevoli” . In tal caso la negoziazione richiederà meno impegno all’esterno ma uguale se non maggiore persuasione all’interno dello staff bibliotecario (eventualmente richiedere collaborazione esterna a livello di Sistema) e nella cerchia della logistica.

Nei secondi due casi che contemplano integrazione e/o incorporazione, l’agenda con andamento bottom up, prevede che i bibliotecari si muovano in ambienti sia formali che informali, tra colleghi, docenti, colleghi che si occupano della didattica, studenti con approccio collaborativo per cercare di generare differenti gradi di successo. L’esperienza insegna che spesso i docenti si dicono favorevoli a tali iniziative ma sono riluttanti ad integrarle pienamente nel curriculum per ragioni quali:

  • difficoltà burocratiche;
  • spazio nel curriculum;
  • mancanza di comprensione del valore dell’information literacy;
  • convinzione che le competenze trasmesse dall'information literacy vengano insegnate in altri moduli;
  • confusione dell’information literacy con l’information technology (IT).

Per discutere tali argomentazioni potrebbe essere utile portare casi concreti di esperienze già realizzate con successo (vedi esempi a fondo pagina), segnalazioni ben circostanziate di richieste di supporto sia da parte di docenti che di studenti, difficoltà a prevenire il plagio, enfatizzando le finalità dell’IL e spiegando come possa aiutare, sia il docente che gli studenti, nella fase di apprendimento citando verifiche trasversali quali TECO. Utile sarà proporre corsi mirati a soggetto disciplinare specifico erogati nel momento più tempestivo, modulandoli in relazione ai diversi anni di frequenza. L’offerta dovrà rispondere alla domanda anche se inespressa. Occorre proporre corsi allineati ai contenuti e agli obbiettivi formativi del Corso. Un’interessante possibilità per il modulo integrato, senza dover richiedere modifiche al regolamento didattico, è quella di inserire la nostra iniziativa tra le cosiddette AFP (Attività formative pratiche) per le lauree triennali e le attività laboratoriali per le magistrali. Le Attività Formative Pratiche sono parte integrante e obbligatoria del curriculum degli studi che lo studente deve rispettare ai fini del conseguimento della Laurea e, dunque, sono sotto la diretta responsabilità didattica della struttura. Si tratta di attività pratiche progettate per facilitare lo sviluppo di conoscenze professionali specifiche. Le AFP hanno carattere autonomo; non sono collegate a settori scientifico disciplinari specifici e possono essere messe in relazione ai corsi esclusivamente da un punto di vista concettuale.

Non c’è dubbio che l’approccio top-down per incorporare l’IL nell’intero programma accademico trasformandolo da accessorio a necessario, da facoltativo a obbligatorio, da propedeutico a decisivo sarebbe quello che tutti desideriamo da tempo in tutto il mondo. Per questo tipo di mutazione che vorrebbe la governance consapevole della necessità di inserire l’Il nel curriculum tanto da stabilirlo per regolamento, siamo comunque convinti che occorra una sensibilizzazione metodica e paziente che non può prescindere dalla conoscenza profonda e dalla collaborazione assidua tra le controparti in gioco. A esempio di tale metodica proattiva e partecipativa, efficaci forme di negoziazione prima bottom-up, poi top-down possono essere quelle di seguito illustrate.

Formalizzazione di un laboratorio/seminario stand-alone obbligatorio: proposta del seminario introduttivo alla ricerca bibliografica, che trasmetta delle competenze informative di base ai laureandi della triennale al Consiglio di Presidenza di Scuola, al Consiglio di Dipartimento, al Comitato Scientifico di Biblioteca. Conseguente delibera del Consiglio di Scuola/Dipartimento che affermi: “Per i corsi di laurea triennali, mediante modifica dei relativi regolamenti didattici, sono introdotte queste nuove regole: lo studente deve aver ottenuto l’attestato di frequenza del laboratorio sull’uso delle fonti bibliografiche, rilasciato dalla Biblioteca come presupposto per l’assegnazione del titolo dell’elaborato finale (tesi)”. La biblioteca rilascia un attestato di frequenza del laboratorio al laureando, questi lo esibisce al relatore per iniziare il tragitto di ricerche per la tesi.

Integrazione come AFP: proposta al Coordinatore di Corso di Laurea, Consiglio di Corso, Consiglio di Dipartimento di inserire l’attività di Ricerca Bibliografica all’interno delle AFP previste per i laureandi della triennale . Il Corso triennale prevede AFP per un totale di 45h e 6 CFU suddivisi in attività obbligatorie e a scelta. Le attività possono prevedere 7, 14, 21 ore. Proposta che va concordate con il Coordinatore in accordo con il Consiglio di Corso e di Dipartimento sentito il parere della Scuola ma che non richiede modifiche al regolamento didattico.

Incorporazione come insegnamento laboratoriale: proposta al Presidente di Scuola, Coordinatore di Corso di Laurea, Consiglio di Corso, Consiglio di Dipartimento di attivare un insegnamento laboratoriale denominato Laboratorio di Ricerca Bibliografica, 4 CFU, come attività a scelta con obbligo di frequenza.