L'arsenale didattico: materiali e tecniche Capitolo 3.1

Da AlmaIL.
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I fattori di efficacia delle esercitazioni consistono nella capacità di guidare il gruppo, di stimolare la partecipazione di tutti, di riuscire a promuovere lo scambio di idee e pareri, finalizzando l’attività in modo che non venga percepita come un banale “gioco” fine a se stesso. Nella dispensa Tool2 di Francesco Muzzarelli, docente del corso La didattica documentale: il bibliotecario formatore, viene presentata una serie di "diavolerie didattiche" ovvero di strategie utili sia per vivacizzare l'apprendimento in aula - risvegliando interesse e partecipazione - sia per fissare i contenuti.

È preferibile lavorare su casi concreti per far sì che gli studenti afferrino immediatamente il ritorno positivo che può avere un corso di information literacy. È sconsigliabile l’uso di materiali didattici troppo "statici" (p.es. le presentazioni in PoerPoint molto testuali con tempistiche di presentazione prestabilite, ecc.) che, se da una parte offrono un filo conduttore al bibliotecario, dall’altra impediscono di seguire il percorso che potrebbe nascere spontaneamente dall’aula.

Potrebbe essere vantaggioso utilizzare brevi parti di film o documentari, oppure attività ludiche per mostrare quali esiti può avere una buona ricerca (Esempi).

Si ricorda che alcuni contenuti tipici di un corso di information literacy sono disponibili per gli utenti Unibo nel tutorial presente sul Portale delle Biblioteche.

Esempi [CAPITOLO A PARTE?]

La tecnica del problem solving

Una tecnica per stimolare l’interesse della platea sulle modalità di ricerca più affidabili è quella di individuare argomenti di ricerca controversi come nell’esempio che segue.

P.es.: Argomento: esiste un nesso tra vaccinazioni ed autismo?

1. Per rispondere a questa domanda di ricerca occorre chiedersi quali fonti privilegiare, tenendo conto che in ambito accademico è raccomandabile privilegiare le risorse che si basano su evidenza scientifica documentata. Delle informazioni recuperate considerare:

  • la coerenza;
  • l'accuratezza;
  • la copertura;
  • l'aggiornamento;
  • la verificabilità;
  • la presenza di riferimenti bibliografici.

2. Per confermare l’opportunità di utilizzare fonti autorevoli, confrontare i risultati con quelli restituiti da un motore di ricerca web (es. Google).

P.es.: utilizzando i termini di ricerca “autismo” e “vaccini” in google.it, nella prima pagina vengono restituiti risultati di tipo giornalistico, una voce di Wikipedia in italiano ed altre occorrenze non verificate:

google.it: risultato della ricerca con i termini autismo + vaccini


Utilizzando invece i termini autism e vaccine sulle principali banche dati utilizzate in ambito accademico, l'origine della supposta correlazione tra vaccinazioni ed autismo risulta essere riportata solo dall'articolo Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children, pubblicato su The Lancet nel 1998 ma ritirato nel 2010. Dopo il ritiro, nel 2011 il giornalista d'inchiesta Brian Deer ha pubblicato una serie di articoli sul British Medical Journal che riepilogavano questa vicenda di Scientific Misconduct. Nel frattempo sono state pubblicate altre ricerche che non hanno confermato la tesi dell'articolo pubblicato su The Lancet. A gennaio 2014 le principali banche dati utilizzate in ambito accademico ne riportano i seguenti indici citazionali:

3. Avvalersi dei differenti risultati ottenuti con le diverse banche dati per indicarne i gradi di copertura disciplinare, temporale e geografica.

Partendo quindi da una questione problematica si possono considerare i seguenti aspetti della ricerca bibliografica:

  • scelta dei database;
  • tecnica di ricerca;
  • valutazione dei risultati.

Il caso concreto

Una strategia efficace e sperimentata consiste nel partire da un caso concreto (p.es. una ricerca da impostare) illustrando le varie fasi del percorso e proponendo una esercitazione ad hoc per ciascuna fase:

  • delimitazione dell’argomento;
  • formulazione del quesito di ricerca;
  • identificazione dei termini da utilizzare;
  • identificazione delle fonti;
  • analisi dei risultati.

Per favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, gli studenti, saranno organizzati in equipe di dimensioni ridotte (massimo quattro/cinque studenti per gruppo). Ad ogni gruppo andrà assegnato un argomento di ricerca. Si possono fornire delle proposte (lista di possibili argomenti collegati alla disciplina di riferimento) o far proporre gli argomenti/temi dagli studenti stessi.

Molto utile è la collaborazione con i docenti per trovare degli esempi effettivamente attinenti agli argomenti trattati in aula.

Dal momento che la messa a fuoco del tema di ricerca e la formulazione del quesito relativo è una delle fasi più delicate e quella in cui gli studenti incontrano maggiori difficoltà, è consigliabile lavorare molto in aula su questo punto.


Il diario di ricerca

Fornire un modello di diario della ricerca per le esercitazioni in aula o a casa, permette agli studenti di tenere traccia delle tappe del percorso. Una simile esercitazione può essere proposta a livello sia individuale che di gruppo anche se nella seconda modalità risulta più efficace in quanto stimola l’apprendimento collaborativo e il confronto.

Lo schema da proporre per tale diario potrebbe essere il seguente:

1) Quesito di ricerca da svolgere:
_____________________________________________________________________________

2) Individuazione delle parole chiave e dei limiti (cronologici, linguistici, geografici, ecc.) con cui si è definita la ricerca:
_____________________________________________________________________________

3) Elenco delle fonti consultate. Per ciascuna fonte indicare il tipo di ricerca svolto (p.es. per campi, per liste, tramite thesaurus, ecc.):

Fonte n. 1 : ________________________________________________
Fonte n. 2 : ________________________________________________
Fonte n. 3 : ________________________________________________
Fonte n. 4 : ________________________________________________
Fonte n. 5 : ________________________________________________
Fonte n. 6 : ________________________________________________

4) Descrizione dell’attività di ricerca (spiegare in massimo due pagine quale è stata praticamente la propria strategia di ricerca, i motivi delle proprie scelte ed eventuali difficoltà incontrate).

5) Selezione e citazione completa dei documenti ritenuti più pertinenti (massimo 10):
_____________________________________________________________________________

6) Redazione di un abstract di massimo xxx caratteri per i primi tre documenti più pertinenti:
____________________________________________________________________________


Far nominare un portavoce per ogni gruppo che al termine dell’esercitazione esporrà in aula il percorso seguito, le principali difficoltà incontrate e i risultati ottenuti.

E’ importante fissare in anticipo – e far poi rispettare - dei tempi precisi sia per la durata dell’esercitazione che per quella dell’esposizione successiva.

Questo modo di procedere è molto efficace perché permette agli studenti di confrontarsi tra loro imparando gli uni dagli altri e allo stesso tempo consente al docente d’intervenire integrando con un supplemento di spiegazioni mirate quanto ancora non risulta chiaro o ben assimilato. Inoltre per il docente rappresenta l’occasione di ricevere un immediato feedback di quanto è stato compreso e di quanto invece ancora non è stato ben recepito.

Particolarmente utile a tal fine è la rilettura dei diari della ricerca dai quali si può evincere cosa, come e in che misura sono stati realmente compresi e fatti propri i concetti e i metodi di ricerca proposti in aula.

Caccia al tesoro

Suddividere i partecipanti in gruppi di5/6 persone massimo e fornire loro delle bibliografie con un massimo di 10 documenti citati tra libri, saggi, riviste, ecc. Per i documenti citati occorre indicare la collocazione recuperata a catalogo. Completata la localizzazione e il conseguente recupero, si verifica la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto recuperato.

Esempio bibliografia:
Adinolfi, Goffredo (2007), Ai confini del fascismo: propaganda e consenso nel Portogallo salazarista, 1932-194, Milano, F. Angeli.
Collocazione ____________________________________________________

Bazzanella, Carla (1994), Le facce del parlare: un approccio pragmatico all'italiano parlato, Scandicci, La nuova Italia.
Collocazione ____________________________________________________

Castiglione, Dario (2009), Political identity in a “community of strangers”, in Jeffrey T. Checkel and Peter J. Katzenstein (eds), European Identity, Cambridge, Cambridge University Press, pp. 29-54.
Collocazione ____________________________________________________

Guélaude, Claire (2012), L’économie française toujours àl’arrête, in «Le Monde», 6 octobre, p. 12.
Collocazione ____________________________________________________

Hahnel, Robin (2005), Economic justice and democracy: from competition to cooperation, New York, Routledge.
Collocazione ____________________________________________________

Lavanda, Italo e Giorgio Rampa (2004), Microeconomia. Scelte individuali e benessere sociale, Roma, Carocci.
Collocazione ____________________________________________________

Prato, Paolo (2012), Musica e politica all’italiana: la lezione del Risorgimento, in «Musica Realtà», vol. 97, fasc. 1, pp.91-98.
Collocazione ____________________________________________________

Attività ludiche

BiblioBingo
Esempio di semplice gioco rompighiaccio da proporre per verificare, prima di iniziarne la presentazione, le conoscenze e le lacune relative ai servizi e/o alle risorse.

Si consegna a ogni studente (o coppia se si ha un gruppo numeroso) una cartella vuota del BilioBingo e si chiede di riempirla scrivendo nelle sei caselle altrettanti servizi/risorse fondamentali della biblioteca. Il bibliotecario inizia ad “estrarre” da una busta i servizi/risorse e chiede agli studenti di spuntare le caselle in caso di corrispondenza. La vittoria andrà a chi avrà il maggior numero di caselle spuntate. Per rendere più accattivante il gioco è possibile mettere in palio piccoli premi (p.es. un libro dal Bookcrossing [sì??], cancelleria, merchandising, etc.).

Fear Cards
Attività utile per farsi un’idea di ciò che gli studenti già conoscono rispetto alle risorse e i servizi e per stimolare eventuali domande che altrimenti potrebbero restare inespresse.

Si consegna a ogni studente un cartoncino o un post-it denominato "carta della paura" (fear card) chiedendo di indicare in forma anonima ciò che più teme nella ricerca/richiesta delle informazioni. Una volta raccolte e mischiate le carte (o attaccati i post-it), si leggono ad alta voce. File:BiblioBingo FearCards.docx