5.2 Modalità comunicative
Il linguaggio e la capacità di farsi ascoltare
La comunicazione didattica deve tendere a promuovere costantemente:
- l'attenzione e l'ascolto;
- la comprensione;
- la memorizzazione;
- l'applicazione.
Per farlo occorre che la comunicazione sia altamente strutturata, ridondante, investigativa e ricca di agganci pragmatici.
Per strutturare una comunicazione efficace occorre organizzarla logicamente in modo che ci sia una introduzione, un corpo centrale e delle conclusioni.
Nell'introduzione si specificano:
- il tema ovvero di cosa tratteremo;
- l'obiettivo ovvero perché faremo questo intervento;
- i benefici attesi ovvero a cosa ci servirà, per cosa ci sarà utile.
Nel corpo centrale si metteranno in evidenza i punti focali (concetti e dati prioritari) aiutandosi con esempi e facendo ripetuti collegamenti tra gli aspetti d'insieme e quelli di dettaglio.
E' importante evidenziare spesso l'applicabilità pratica di quanto si sta insegnando.
Nelle conclusioni sarà utile riepilogare l'obiettivo iniziale e le sue applicazioni pratiche, ricordare i punti focali, enfatizzare le possibili azioni future.
L’ascolto e la capacità d'attenzione
Uno dei nemici principali della capacità d'ascolto e di concentrazione durante l'apprendimento è la così definita "sindrome da consesso", che descrive quel fenomeno per cui ai convegni la stragrande maggioranza delle persone ha la testa altrove, qualcuno dorme e il resto sta nei corridoi facendo salotto.
Studi aventi per oggetto la gestione dell'attenzione hanno dimostrato che questa, durante i primi due-tre minuti, è ancora concentrata su quello che si stava facendo in precedenza (ossia su preoccupazioni e pensieri che risalgono a prima dell'ingresso in aula). In seguito l'attenzione segue una curva ascendente che raggiunge il suo picco in genere tra l'ottavo e decimo minuto, per poi iniziare a scendere; comunque al novantesimo minuto è indispensabile fare una pausa.
Un altro fattore che influisce sull’attenzione è il così detto 'buffer linguistico', ossia la quantità massima di parole che la memoria è in grado di immagazzinare alla volta: 7 più o meno 2 (quindi 9 in totale). Ciò porta al suggerimento di scegliere sempre frasi brevi e mai più lunghe di quanto il buffer può contenere. Un altro aspetto del funzionamento della memoria, interessante per l’attività didattica, consiste nel fatto che è più facile ricordare le cose più recenti e quelle più remote, mentre quelle che stanno per così dire in mezzo a questi estremi si dimenticano più facilmente. Pertanto conviene introdurre spesso delle interruzioni, dei cambi di registro, ecc., in modo da moltiplicare i momenti di inizio e fine di un ciclo del discorso che sono quelli più facili da ricordare (effetto 'break and review').
Terminologia
Considerata la preferenza per la modalità laboratoriale, è indicato utilizzare una approccio comunicativo informale. Occorrerà utilizzare termini accessibili, spiegare gli inevitabili termini specialistici e interagire con gli studenti cercando di farli intervenire secondo il principio che occorre preoccuparsi se gli studenti non pongono domande o intervengono. L’apprendimento richiede di integrare nuove informazioni con quanto già conosciuto: è quindi utile riprendere quanto precedentemente appreso. Indicare le differenze di aspetti simili; usare diverse strategie per aiutare gli studenti: metafore, analogie, simboli ed immagini; indicare quando usare una strategia; essere sicuri che gli studenti abbiano effettivamente imparato la tal abilità. Potrebbe risultare utile porsi alcune domande chiave per verificare il possibile interesse degli studenti al corso:
- Se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse?
- Quali benefici potrebbero attendersi dalla mia proposta?
- Quali obiezioni potrebbero sollevare?
- Chi non fa domande, non ha capito
Si possono utilizzare anche aneddoti e narrazioni per aiutare la comprensione di ciò che si sta spiegando.