Teorie dell' apprendimento Capitolo 3: differenze tra le versioni

Da AlmaIL.
Jump to navigation Jump to search
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 242: Riga 242:


Uno dei nemici principali della capacità d'ascolto e di concentrazione durante l'apprendimento è la così definita "'''sindrome da consesso'''", che descrive quel fenomeno per cui ai convegni ad esempio la stragrande maggioranza delle persone ha la testa altrove,qualcun altro arriva addirittura a dormire e il resto sta nei corridoi facendo salotto.
Uno dei nemici principali della capacità d'ascolto e di concentrazione durante l'apprendimento è la così definita "'''sindrome da consesso'''", che descrive quel fenomeno per cui ai convegni ad esempio la stragrande maggioranza delle persone ha la testa altrove,qualcun altro arriva addirittura a dormire e il resto sta nei corridoi facendo salotto.
Studi aventi per oggetto la gestione dell'attenzione hanno dimostrato che questa durante i primi due tre minuti e' ancora concentrata su quello che si stava facendo prima dell'inizio dell'aula (ossia su preoccupazioni e pensieri anteriori a quanto sta avvenendo in aula.
Studi aventi per oggetto la gestione dell'attenzione hanno dimostrato che questa durante i primi due tre minuti e' ancora concentrata su quello che si stava facendo prima dell'inizio dell'aula (ossia su preoccupazioni e pensieri anteriori a quanto sta avvenendo in aula).
In seguito l'attenzione ha una curva ascendente che raggiunge il suo picco tra l'ottavo e decimo minuto per poi iniziare una curva discendente; comunque al 90° minuto è indispensabile fare una pausa! Altro punto d'attenzione è costituito dal cosiì detto 'buffer linguistico', ossia la quantità massima di parole che si riescono ad immagazzinare alla volta è di 7+ o meno altre 2 (quindi 9 in totale). Ciò ci porta all'indicazione di scegliere sempre frasi brevi e mai piuù lunghe i quanto puo' contenere il buffer.
In seguito l'attenzione ha una curva ascendente che raggiunge il suo picco in genere tra l'ottavo e decimo minuto per poi iniziare una curva discendente; comunque al 90° minuto è assolutamente indispensabile fare una pausa! Altro punto d'attenzione è costituito dal cosiì detto 'buffer linguistico', ossia la quantità massima di parole che si riescono ad immagazzinare alla volta è di 7+ o meno altre 2 (quindi 9 in totale). Ciò ci porta all'indicazione di scegliere sempre frasi brevi e mai piuù lunghe i quanto puo' contenere il buffer. Venendo quindi agli aspetti relativi alla memorizzazione vediamo che è più facile ricordare le cose più recenti e quelle più remote, mentre quelle che stanno per così dire in mezzo a questi estremi si dimenticano più facilmente.

Versione delle 15:45, 4 set 2014

In questo paragrafo riportiamo integralmente la traduzione in italiano (a cura di Alina Renditiso) del capitolo Le teorie dell'apprendimento delle 'Guidelines on Information Literacy for Lifelong Learning' dell'IFLA:


                                Teorie dell’apprendimento (Capitolo 8)

Le attuali teorie dell’apprendimento sono basate sulla psicologia cognitiva e sulla ricerca nell’ambito dell’educazione costruttivista. La familiarità con queste teorie è essenziale se i bibliotecari hanno necessità di sviluppare tecniche d’insegnamento efficaci per guidare l’apprendimento (McGregor ,come citato da Stripling, 1999). Un bibliotecario non solo ha bisogno di questa familiarità con le componenti dello sviluppo delle competenze informative, ma deve anche dimostrare competenza in quanto facilitatore dell’apprendimento, oltre ad aver consapevolezza dei diversi stili di apprendimento degli studenti.

Esistono molte teorie dell’apprendimento e ciascuna presenta ulteriori varianti al suo interno. Non esiste una teoria dell’apprendimento giusta o sbagliata, così come non tutte le pratiche educative sono basate su di una specifica scuola di pensiero (Grassian, Kaplowitz, 2001). I bibliotecari devono scegliere una teoria – con le sue varianti – che sia compatibile con il proprio stile d’apprendimento così pure con il tema o l’argomento che deve essere insegnato.

Va tenuto in mente che (Squires, 1994):

• L’apprendimento implica cambiamento

• Questo cambiamento tende ad essere continuo

• L’apprendimento può comportare un cambiamento nel modo di pensare e agire, o in entrambi

• L’apprendimento avviene attraverso l’interazione tra gli strumenti del contesto ambientale con le informazioni, gli eventi e le esperienze (includendo ma non limitandosi all’insegnamento e alla formazione)


Di seguito è presentata una sintesi delle principali teorie dell’apprendimento, dei modelli di apprendimento e dei fattori che influenzano l’apprendimento degli individui, delle loro maniere di pensare e dei loro stili di apprendimento (McGregor apud Stripling, 1999). E’ necessario sottolineare che sono solo alcune tra le tanti esistenti.

Teoria comportamentale : la realtà è esterna e assoluta: E’ possibile misurarla: causa ed effetto possono essere determinati e standardizzati: un esempio di questo sono i test standardizzati. Alcuni concetti principali sono:

Condizionamento (Pavlov, 2005) – L’apprendimento è interpretato in accordo con il comportamento osservabile. Quello che le persone fanno è più importante di quello che pensano.

Rinforzo (Skinner, 1986) – Lo stimolo è offerto dopo che un atto si realizza come un modo per incentivare o scoraggiare la ripetizione di un certo comportamento

Apprendimento attraverso l’osservazione (Bandura, 2004). L’apprendimento avviene attraverso l’osservazione e l’imitazione al comportamento osservato.


Teoria costruttivista: la realtà è costruita socialmente da individui, i quali determinano la propria realtà basandosi su conoscenze ed esperienze precedenti ed uniche.

Questa teoria differisce dalla teoria comportamentale per il fatto di assumere che è possibile esaminare ciò che non è osservabile e tentare di comprendere quello che succede nella mente quando stiamo imparando. Il pensiero attuale sull’apprendimento è fortemente influenzato dalle teorie costruttiviste e dalle relative ricerche. Alcuni dei modelli costruttivisti in educazione sono:

Attività pratiche di soluzione dei problemi (Dewey 1967). – L’apprendimento può essere raggiunto mediante il pensiero riflessivo per risolvere i problemi attraverso l’analisi di problemi simili alla vita reale e alle sue possibili alternative di soluzioni; per esempio: i professori agendo come guide più che da distributori di informazioni

Tappe dello sviluppo cognitivo (Piaget, 2005) – Lo sviluppo dell’apprendimento nei bambini è incentivato attraverso una previa comprensione, anche se le idee sono poco precise. Descrive le quattro tappe dello sviluppo dei bambini che è necessario che questi superino. Non si può progredire da una tappa all’altra finché non abbiano raggiunto un certo criterio; riconosce quello che i bambini riescono fare, piuttosto che ciò che non possono fare.

Costruzione con una base di conoscenza anteriore (Bruner, 1962). – Coloro che apprendono costruiscono sulla base del proprio apprendimento precedente per raggiungere livelli sempre più avanzati di comprensione. L’apprendimento è un processo attivo di scoperta e categorizzazione.

                                Riepilogo: Psicologia cognitiva	

Tecniche di insegnamento:

a)Focalizzazione comportamentale

• Condizionamento

• Rinforzo

• Apprendimento attraverso la soluzione di problemi

b) Focalizzazione costruttivista

• Attività di soluzione dei problemi

• Tappe dello sviluppo cognitivo

• Costruzione sulla base di conoscenze anteriori


I modelli di apprendimento (McGregor, 1999). Nei modelli di apprendimento costruttivista dell’educazione, la pedagogia dell’apprendimento e la psicologia cognitiva si basano su differenti modelli di apprendimento che non necessariamente si escludono a vicenda.

Apprendimento basato sulla ricerca (Bruner, 1962) – Il docente presenta un problema (con risposte aperte, chiuse o attive) affinché gli studenti possano risolverlo e gli fornisce gli strumenti per farlo.

Apprendimento centrato sullo studente. – Gli studenti sono visti come individui che hanno qualcosa da dire su ciò che stanno imparando. L’apprendimento è attivo e gli studenti sono incentivati ad auto svilupparsi, assumendosi in prima persona la responsabilità del proprio apprendimento.

Apprendimento cooperativo (Slavin, 1995). – L’interazione tra gli studenti promuove e consente di raggiungere gli obbiettivi dell’apprendimento in modo più efficiente rispetto all’apprendimento individuale.

Apprendimento basato sul cervello. – Questo stile di apprendimento è basato su cinque presupposti: 1) il cervello funziona organizzando ciò che vi entra e attribuendogli un significato; 2) il cervello funziona cercando modelli; 3) il cervello può fare più di una cosa alla volta e processa il tutto e le parti simultaneamente; 4) le emozioni hanno un ruolo importante sull’apprendimento; 5) ogni cervello è diverso dagli altri

Apprendimento significativo. – Gli studenti s’impegnano in compiti significativi che li mettono in gioco, e sono interessati a risolvere problemi del mondo reale. Costruiscono i loro significati quando sono interessati a ciò che imparano, quando possono regolare e controllare ciò che stanno imparando; quando loro stessi stabiliscono i propri obiettivi di apprendimento, e quando sono consapevoli e scelgono le proprie strategie di apprendimento e sono capaci di lavorare con gli altri studenti. Questo modello include diversi dei precedenti.


                  I fattori del processo di apprendimento (McGregor, 1999)

L’apprendimento è influenzato da diversi fattori, tra i quali i diversi tipi di intelligenza, i diversi stili di apprendimento e diversi tipi di motivazione.

Intelligenza multipla (Gardner, 1983). – L’intelligenza è un concetto con sfaccettato e gli studenti hanno varie forme simultanee di analizzare la propria realtà. Queste sono: linguistiche, logico-matematiche, spaziali, sinestetiche (corporali), musicali , interpersonali, e naturalistiche.

Stili di apprendimento (Gardner, 1983). – Uno stile di apprendimento è una preferenza generale, a prescindere dal fatto che l’intelligenza è una capacità di affrontare uno specifico contenuto. Alcuni autori enfatizzano le preferenze fisiche ed ambientali, gli stili cognitivi e il modo di lavorare. Esistono varie categorizzazioni per valutare i diversi tipi di personalità, preferenze sensoriali (visiva, uditiva, cinestetica) preferenze ambientali e stili di pensiero.

Motivazione (Wittrock, 2004) – Il problema di iniziare, mantenere, condurre un’attività è fortemente influenzata da come le persone imparano. I programmi motivazionali sono basati sulla teoria comportamentale, per esempio: forniscono ricompense estrinseche per incoraggiare l’apprendimento. L’inconveniente è che gli studenti tendono a focalizzarsi sulla ricompensa a detrimento dell’attività in se stessa.

                               Riepilogo:  I fattori di apprendimento
       

Intelligenza multipla (Gardner)

Stili di apprendimento (Gardner)

Motivazione (Wittock)


                            Pensiero e apprendimento (McGregor, 1999)

La maniera in cui le persone pensano e le tipologie dei loro pensieri sono elementi importanti nel processo di apprendimento.

La Tassonomia di Bloom (Bloom, 1956) - La tassonomia per classificare gli obbiettivi di apprendimento nel dominio cognitivo mette in relazione le capacità di pensiero in un ordine gerarchico che suggerisce le qualità/capacità che i docenti devono promuovere. Queste capacità (skills) dalla più semplice alla più complessa sono: conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi, valutazione. La conoscenza è qui considerata in un’accezione di significato più semplice, con una definizione comune e differente da quella usata in biblioteconomia.

Pensiero critico (Ennis, 1985) – e’ “un pensiero riflessivo, razionale che si focalizza per decidere cosa credere o cosa fare” (pag.54)- Le definizioni includono comportamenti di presa di decisioni e sviluppo del pensiero.

Pensiero creativo (Cave, 1996) – E’ la capacità di vedere le cose in maniera differente da quella ovvia o tradizionale. Il pensiero creativo ha due componenti: il pensiero divergente e quello convergente. Il primo è l’abilità di intellettuale di pensare più di una cosa contemporaneamente e di elaborare idee e il secondo è la capacità di valutare logicamente, criticamente e scegliere da un’insieme di idee quella migliore.

Metacognizione (Blacke; Spence, 1990) Riflettere sopra il pensare è conosciuto come meta cognizione: è un elemento importante tanto nel pensiero critico quanto in quello creativo. Coloro che imparano essendo consapevoli di cosa e di come pensano possono migliorare il proprio modo di pensare. Un esempio di questo approccio consiste nel chiedere agli studenti che rileggano e analizzino i pensieri che registrano nei propri diari.

Modelli mentali (Glynn, 1997). – I modelli mentali sono uno schema di base su come si costruiscono i nuovi significati (secondo quanto sostengono nelle loro teorie Piaget e Vygotsky). Coloro che apprendono percepiscono i concetti mediante delle rappresentazioni mentali che li aiutano a comprendere. I modelli mentali enfatizzano l’importanza delle conoscenze anteriori, dal momento che queste possono essere immagazzinate nei propri schemi/modelli mentali e le nuove conoscenze si costruiscono basandosi su questi.


                     Strumenti per promuovere l’apprendimento (McGregor 1999)

Esistono diverse tecniche per incentivare l’apprendimento, tra le quali:

Coaching: Guidare (supportando, facilitando) uno o più studenti attraverso un compito da svolgere o durante lo sviluppo di un ragionamento qualsiasi è una tecnica utile per gli insegnanti. E’ all’opposto di dirigere.

Questioning: Uno strumento utile per sondare le conoscenze già esistenti e per allargare il ragionamento. E’ utile per incentivare il pensiero divergente, critico e di un livello superiore.


Bibliografia

Bandura, A. (1998) Personality Theories. Retrieved July 28, 2004, web site: http://www.ship.edu/~cgboeree/bandura.html

Biggs, J. B., (1999). Teaching for Quality Learning at University: What the Student Does. Buckingham: Society for Research into Higher Education/Open University Press.

Blakey, E. and Spence, S. (1990, May-June). Thinking for the Future. Emergency Librarian, No. 18, pp. 11-14

Bloom, B. S. (1956). Taxonomy of Educational Objectives: Classification of Educational Goals. Handbook 1: Cognitive Domain. New York: Longman, Green and Co. 40

Bruner, J. (1962). On Knowing: Essays for the Left Hand. Cambridge: Belknap Press.

Cave, C. (1996). The Creativity Web. Retrieved November 5, 1998, web site: http://www.ozemail.com.au/~caveman/Creative/

Dewey, J. (1967). La Concepción democrática en educación. Democracia y Educación. Ed. Losada.

Educational Technology and Information Literacy: Planning to Make a Difference in How we Teach and Learn (2004). Retrieved July 28, 2004, from the Colorado Department of Education web site: http://www.cde.state.co.us/cdelib/etil/et_planning-workshops.htm

Ennis, R. (1985). Goals for a Critical Thinking Curriculum. In A. L. Costa (Ed.), Developing Minds: A Resource Book for Teaching Thinking. Alexandria: Association for Supervision and Curriculum Development.

Gardner, H. (1983). Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences. New York: Basic Books.

Grassian, E and Kaplowitz, J. (2001). Information Literacy Instruction: Theory and Practice. New York: Neal-Schuman.

Glynn, S. (1997, January). Drawing Mental Models. Science Teacher, Vol. 61, pp. 30-32.

Information Literacy: Learning How to Learn (2004). Retrieved July 28, 2004, from the The University of Rhode Island web site: http://www.ri.net/RITTI_Fellows/Barton/infolit.html

Information Power: Building Partnerships for Learning: Learning and Teaching Principles of School Library Media Programs (2004). Retrieved July 28, 2004, from the American Association of School Librarians Web site: http://www.ala.org/ala/aasl/aaslproftools/informationpower/iplearningteaching.htm

Learning Theories (2004). Retrieved July 28, 2004, from the web site: Emerging Technologies http://www.emtech.net/learning_theories.htm#Skinner1

McGregor, J. H. (1999). How do we learn. In B. K. Stripling, Learning and Libraries in an Information Age. Principles and Practice. Littleton: Libraries Unlimited

Pavlov, I. P. (1999, May). Condicionamiento Clásico. Retrieved October 2004, from the web site: http://fates.cns.muskingum.edu/~psych/psycweb/history/pavlov.htm

Piaget, J. (2005). Psicología de la inteligencia. Retrieved date, from the web site: http://www.geocities.com/Athens/Ithaca/8100/maga2.htm 41

Skinner, B. F. (1986)Ciencia y conducta humana Barcelona: Martínez Roca.

Slavin, R. E. (1995). Cooperative Learning Among Students: Theory, Research, and Implications for Active Learning. Center for Research on the Education of Student, Johns Hopkins University.

Squires, G. (1994). A New Model of Teaching and Training. Hull: University of Hull.

Tarpy, R. M. (1999). Aprendizaje: Teoría e Investigación Contemporánea. Madrid: McGraw-Hill.

Teacher Tips, Tools, and Tutorials: Information Literacy Skills Used in BCPS Research Lessons (2004). Retrieved July 28, 2004, from the Baltimore County Public Schools web site: http://www.bcps.org/offices/lis/models/tips/

Wittrock, M. C. (1986). Students´ Thought Processes. New York: Macmillan.

                                        L'arsenale didattico

Distinguiamo tra:

Tecniche didattiche: modalità pratiche per produrre apprendimento.

Strategie didattiche: logiche di combinazione finalizzata delle tecniche didattiche.

Ingegneria didattica: criteri di analisi e selezione delle tecniche didattiche, molto utili per raffinare e adattare l’intervento formativo alle specifiche situazioni.

Venendo alle tecniche didattiche, le principali sono la lezione e le esercitazioni. La lezione è basata sull'erogazione dei contenuti da parte del docente e i suoi fattori di efficacia sono la chiarezza espositiva, il livello di strutturazione e l'esaustività della trattazione. Le esercitazioni consistono in diverse tecniche/attività volte al coinvolgimento delle persone, come:

  • letture
  • discussioni
  • studi di caso
  • giochi di ruolo
  • questionari
  • ricerche tematiche
  • laboratori esperienziali
  • visione di film
  • preparazione di poster
  • sviluppo di progetti
  • attività outdoor, etc.

I fattori di efficacia delle esercitazioni consistono nella capacità di guidare il gruppo, di stimolare la partecipazione di tutti, di riuscire a promuovere lo scambio di idee e pareri, finalizzando l’attività in modo che non venga percepita come un banale “gioco” fine a se stesso. In questa Dispensa Tool2 vengono presentate una serie di 'diavolerie didattiche' proposte da Francesco Muzzarelli docente del corso: "La didattica documentale: il bibliotecario formatore" utili per vivacizzare l'aula in apprendimento e risveliare interesse e partecipazione, ma anche d'aiuto per fissare i contenuti.

                                         Le strategie didattiche

La logica che guida la combinazione finalizzata delle tecniche didattiche puo' essere:

Deduttiva/logocentrica (partendo da una premessa, si espongono i principi generali, in segito si sviluppano gli argomenti e si conclude con esemplificazioni pratiche)

Induttiva/psicocentrica (si parte da un caso/esperienza concreta, da cui scaturiscono delle riflessioni che portano a successive concettualizzazioni, per giungere alle conclusioni e alle conseguenze di quest'utime)

"Per problemi" (partendo da alcune domande significative, si spiega perché è importante parlarne, quindi si sviluppano i prindipali concetti e possibili soluzioni, per giungere alle conclusioni e alle conseguenze di quest'ultime)


                                            L'ingegneria didattica

Quelli che seguono, secondo Muzzarelli, sono in qualche modo i cardini dell'ingegneria didattica:

  • Più le esperienze che si vivono in aula implicano l'utilizzo di energia psicomotoria e sono gradevoli dal punto di vista emotivo maggiormente rimmarranno impresse a livello di memoria neurologica.
  • Il modo d'essere e di comportarsi del formatore rappresentano la componente fondamentale per sostenere la motivazione all'apprendimento o per, viceversa indebolirla.
                                                Due modelli

Primo modello: il ciclo a 4 stadi, o Ciclo di Kolb:

Secondo questo modello, il punto di partenza dev'essece costituito da un esperienza concreta (EC) che rende possibile lo svilippo di un' osservazione riflessiva (OR), che a sua volta condurrà ad una concettualizzazione astratta(CA) che verrà infine indirizzata in una sperimentazione attiva (SA). In pratica bisogna chiedersi cosa si può fare/far fare per produrre un’esperienza concreta? Cosa si può fare/far fare per produrre l’osservazione riflessiva? Come si può impostare la concettualizzazione astratta? E infine cosa si può fare/far fare per produrre una sperimentazione attiva?


Secondo modello: la triade delle vie dell'apprendimento di Dee Fink

Secondo questo modello il processo dell'apprendimento è immaginabile come una spirale che ha come prima fase l'ottenimento di informazioni (classicamente ascoltando quel che dice il docente e prendendo appunti), per poi fare e/o osservare qualcuno che agisce per poi passare a riflettere chiedendosi:

  • quanto sto imparando?
  • cosa ho imparato?
  • quale è per me il punto più importante e perché?
  • cosa e perché ho imparato con maggior facilità?
  • cosa e perché mi ha fatto maggiormente faticare?
  • come posso rendere più efficiente ed efficace il mio apprendimento?
  • quali punti rimangono poco chiari?
  • quale utilità pratica riconosco a ciò che ho imparato?
  • come penso di applicare questo apprendimento nel mio contesto lavorativo?
  • quali difficoltà prevedo e come immagino di superarle?
                                 La gestione del gruppo in apprendimento

Uno dei nemici principali della capacità d'ascolto e di concentrazione durante l'apprendimento è la così definita "sindrome da consesso", che descrive quel fenomeno per cui ai convegni ad esempio la stragrande maggioranza delle persone ha la testa altrove,qualcun altro arriva addirittura a dormire e il resto sta nei corridoi facendo salotto. Studi aventi per oggetto la gestione dell'attenzione hanno dimostrato che questa durante i primi due tre minuti e' ancora concentrata su quello che si stava facendo prima dell'inizio dell'aula (ossia su preoccupazioni e pensieri anteriori a quanto sta avvenendo in aula). In seguito l'attenzione ha una curva ascendente che raggiunge il suo picco in genere tra l'ottavo e decimo minuto per poi iniziare una curva discendente; comunque al 90° minuto è assolutamente indispensabile fare una pausa! Altro punto d'attenzione è costituito dal cosiì detto 'buffer linguistico', ossia la quantità massima di parole che si riescono ad immagazzinare alla volta è di 7+ o meno altre 2 (quindi 9 in totale). Ciò ci porta all'indicazione di scegliere sempre frasi brevi e mai piuù lunghe i quanto puo' contenere il buffer. Venendo quindi agli aspetti relativi alla memorizzazione vediamo che è più facile ricordare le cose più recenti e quelle più remote, mentre quelle che stanno per così dire in mezzo a questi estremi si dimenticano più facilmente.