Finalità delle linee guida e modalità adottate per la loro redazione: differenze tra le versioni

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L’idea di scrivere queste linee guida è nata quando all’interno del gruppo di lavoro del Sistema Bibliotecario d'Ateneo di Bologna sulla ‘'''formazione utenti'''’  ci siamo interrogati su come riuscire a promuovere più efficacemente questo servizio, su come renderlo di conseguenza più visibile  riuscendo al contempo a fornire un aiuto concreto ai colleghi che volessero organizzare dei corsi di educazione al documentarsi per gli studenti. In altre parole abbiamo pensato ad uno strumento con la duplice finalità di fornire da una parte una ideale ‘cassetta degli attrezzi’ appunto per chi vuol realizzare per la prima volta il servizio (o migliorarlo) e, dall’altra, di diffonderne la conoscenza all’interno della comunità accademica presso tutti i potenziali interessati.
L’idea di scrivere queste linee guida è nata quando all’interno del gruppo di lavoro del Sistema Bibliotecario d'Ateneo di Bologna sulla ‘'''formazione utenti'''’  ci siamo interrogati su come riuscire a promuovere più efficacemente questo servizio, su come renderlo di conseguenza più visibile  riuscendo al contempo a fornire un aiuto concreto ai colleghi che volessero organizzare dei corsi di educazione al documentarsi per gli studenti. In altre parole abbiamo pensato ad uno strumento con la duplice finalità di fornire da una parte una ideale ‘cassetta degli attrezzi’ appunto per chi vuol realizzare per la prima volta il servizio (o migliorarlo) e, dall’altra, di diffonderne la conoscenza all’interno della comunità accademica presso tutti i potenziali interessati.


Da tempo infatti ci eravamo resi conto che molti docenti e moltissimi studenti ignorano completamente il fatto che le biblioteche - oltre alle “informazioni” sotto forma di documenti (libri, riviste, ecc.) - mettono a loro disposizione dei veri e propri momenti strutturati di “formazione”, sia sotto forma si corsi, seminari e laboratori che attraverso le ricerche bibliografiche assistite.  
Da tempo infatti ci eravamo resi conto che molti docenti e moltissimi studenti ignorano completamente il fatto che le biblioteche - oltre alle “informazioni” sotto forma di documenti (libri, riviste, ecc.) - mettono a loro disposizione dei veri e propri momenti strutturati di “formazione”, sia sotto forma di corsi, seminari e laboratori che attraverso le ricerche bibliografiche assistite.  
A dispetto di avvisi sulle pagine web delle singole biblioteche e del portale dello Sba, di locandine e di pieghevoli affissi a bacheche o distribuiti al banco o in sala consultazione, i corsi organizzati dalle biblioteche non sempre ottengono il seguito desiderato e può capitare che risultino quasi del tutto ‘invisibili’ o che vengono ignorati dalla maggior parte dei potenziali utenti.
A dispetto di avvisi sulle pagine web delle singole biblioteche e del portale dello Sba, di locandine e di pieghevoli affissi a bacheche o distribuiti al banco o in sala consultazione, i corsi organizzati dalle biblioteche non sempre ottengono il seguito desiderato e può capitare che risultino quasi del tutto ‘invisibili’ o che vengono ignorati dalla maggior parte dei potenziali utenti.



Versione delle 15:31, 13 mar 2014

…”perché sono convinto che per quanto le banche dati e la ricerca a tutto testo siano potenti gli studenti hanno ancora bisogno di imparare a cercare informazioni in modo piú strutturato, per i loro studi, e i bibliotecari del settore in questione sono gli unici a poterli aiutare.” (Federico Leva, Socio Wikimedia Italia e membro del CdA dell’Università degli Studi di Milano dal 2009 al 2012.)

Introduzione

L’idea di scrivere queste linee guida è nata quando all’interno del gruppo di lavoro del Sistema Bibliotecario d'Ateneo di Bologna sulla ‘formazione utenti’ ci siamo interrogati su come riuscire a promuovere più efficacemente questo servizio, su come renderlo di conseguenza più visibile riuscendo al contempo a fornire un aiuto concreto ai colleghi che volessero organizzare dei corsi di educazione al documentarsi per gli studenti. In altre parole abbiamo pensato ad uno strumento con la duplice finalità di fornire da una parte una ideale ‘cassetta degli attrezzi’ appunto per chi vuol realizzare per la prima volta il servizio (o migliorarlo) e, dall’altra, di diffonderne la conoscenza all’interno della comunità accademica presso tutti i potenziali interessati.

Da tempo infatti ci eravamo resi conto che molti docenti e moltissimi studenti ignorano completamente il fatto che le biblioteche - oltre alle “informazioni” sotto forma di documenti (libri, riviste, ecc.) - mettono a loro disposizione dei veri e propri momenti strutturati di “formazione”, sia sotto forma di corsi, seminari e laboratori che attraverso le ricerche bibliografiche assistite. A dispetto di avvisi sulle pagine web delle singole biblioteche e del portale dello Sba, di locandine e di pieghevoli affissi a bacheche o distribuiti al banco o in sala consultazione, i corsi organizzati dalle biblioteche non sempre ottengono il seguito desiderato e può capitare che risultino quasi del tutto ‘invisibili’ o che vengono ignorati dalla maggior parte dei potenziali utenti.

Abbiamo pensato di partire da un approccio dal basso che facesse tesoro innanzitutto delle esperienze già maturate dai colleghi che da anni nel nostro ateneo si dedicano alle attività di formazione. Pertanto abbiamo chiesto loro di fornirci un breve contributo scritto nel quale sintetizzare alcuni aspetti essenziali: “cosa” hanno insegnato, “come” e a “chi” e con quali tempi; quali i principali ostacoli e le difficoltà incontrate e i principali fattori della eventuale buona riuscita. In seguito abbiamo analizzato i testi che ci sono stati inviati concentrandoci sui punti di forza (successi) e i punti di debolezza (criticità e insuccessi), le modalità di promozione/pubblicità delle iniziative di formazione, i destinatari e i contenuti, i tempi e i metodi didattici.

Concluso questo lavoro propedeutico alla scrittura e dopo aver formulato un indice per le linee guida, il lavoro di stesura dei singoli capitoli è stato distribuito tra i componenti del gruppo. Infine ogni collega ha rivisto le parti scritte da altri, realizzando un lavoro di editing collaborativo.

Siamo stati coscienti sin dall’inizio che un simile manuale non può che essere un testo, anzi un ipertesto “dinamico”, in perpetuo divenire, aperto ai contributi di tutti i colleghi interessati e soggetto ad un aggiornamento periodico e ad altrettanto periodiche revisioni ed arricchimenti.